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GIURIN GIURELLO

Il Governo Conte è in azione. Ieri giuramento e primo CdM ma lo attendono al varco 8 problemi seri

Da ieri pomeriggio, l’Italia ha un governo. Fatto il giuramento ed il primo Consiglio dei Ministri, ora tocca mettersi al lavoro e farlo anche alla svelta. Una cosa è sicura: su questo Esecutivo sono riposte molte speranze. L’attenzione mediatica, nei giorni che hanno preceduto l’ascesa di Giuseppe Conte a Palazzo Chigi, non si vedeva da anni. E dire che di governi se ne sono succeduti.

Il neopremier e la sua squadra troveranno sulle rispettive scrivanie, otto titoli tutt’altro che secondari: Flat Tax, reddito di cittadinanza, pensioni, lavoro, solo per citarne alcuni ai quali si aggiungono le promesse formulate nel programma di governo come sicurezza, immigrazione e giustizia. Ci sono milioni di occhi che guardano il governo e non tutti benevoli, a cominciare da quelli dell’Europa.

Il primo provvedimento atteso dagli italiani riguarda il comparto pensionistico ed in particolar modo, la legge Fornero. Se saranno rapidi e scorrevoli, prima di andare in vacanza potrebbero cominciare i lavori di demolizione, partendo dall’APE sociale alla quale si potrebbe agevolare il disco verde alla cosiddetta “Opzione Donna”. Alla legge di Bilancio di potrà demandare la quota 100, ovvero il totale raggiunto sommando gli anni di età con quelli dei contributi versati.

Un cavallo di battaglia, ma della campagna elettorale di Centrodestra e quindi, avocato alla Lega di Matteo Salvini, la Flat Tax. Stando a quanto scritto sul programma di governo, dovrebbe essere un pilastro della prossima legge di Bilancio e modulata con aliquote del 15 e del 20%. In un ragionevole cronoprogramma, potrebbe entrare in vigore dal 1° gennaio 2019. Per garantire copertura alla Flat Tax, saranno praticati tagli alle ‘Tax expenditures’.

Altra iniziativa griffata dal duo Salvini-Di Maio, riguarda la “Pace Fiscale” che, per essere ottenuta, passerà dalla rottamazione di un indefinito numero di cartelle esattoriali. Prima però, bisognerà vedere se effettivamente, l’Erario riuscirà ad incassare i 2 miliardi di euro previsti per l’anno corrente e per il prossimo, in base alla definizione agevolata che si sta operando in questi giorni e che coinvolge 950mila contribuenti in debito con lo Stato.

Che questo Paese affoghi tra leggi e leggine inutili, non è mistero per nessuno. A tal proposito, il premier Conte ha messo a punto uno strumento che è finalizzato ad eliminare quelle che sono palesemente di troppo. Si tratta di un’idea nata tra le fila del Movimento Cinque Stelle e che potrebbe veder la luce entro poche settimane.

Per quanto riguarda il lavoro, per volontà espressa del Movimento Cinque Stelle, c’è al vaglio del nuovo Esecutivo una riforma dei Centri per l’impiego. Un provvedimento che andrebbe a braccetto con il reddito di inclusione, la cui dote dovrebbe uscire corroborata da nuove risorse con la prossima legge di Bilancio.

Si arriva dunque al Reddito di Cittadinanza che dovrebbe permettere a chi ha perso il lavoro, un sostegno di 780 euro mensili con maggior riguardo alle famiglie numerose, in base a quanto stabilito dalla scala OCSE. Il programma di governo, in merito, non lascia adito a dubbi e recita testualmente: “L’erogazione del reddito di cittadinanza presuppone un impegno attivo del beneficiario che dovrà aderire alle offerte di lavoro provenienti dai centri dell’impiego (massimo tre proposte nell’arco temporale di due anni), con decadenza dal beneficio in caso di rifiuto allo svolgimento dell’attività lavorativa richiesta”. In teoria quindi, non dovremmo assistere ad un fiorire di disoccupati.

Ciò a cui il M5S tiene, è anche il salario minimo orario ed il metter mano al “libretto di famiglia”, quello che ha soppiantato i voucher, per poterlo rivedere rispetto a com’è ora. In merito, nel programma di governo si legge della volontà di introdurre “un apposito strumento, agile ma chiaro e semplice, che non si presti ad abusi, attivabile per via telematica attraverso un’apposita piattaforma digitale, per la gestione dei rapporti di lavoro accessorio”.

Immigrazione: che fare? Il tema è una polveriera che coinvolge anche l’Europa ed in particolare, il Regolamento di Dublino, quello che impone ai Paesi membri di addossarsi una quota di migranti richiedenti asilo. Anche in questa fattispecie, il programma di governo è palese: “Nell’ottica di una gestione delle risorse pubbliche efficiente e congruente con le azioni politiche da attuare, quindi, procedere a una revisione dell’attuale destinazione delle stesse in materia di asilo e immigrazione, in particolare prevedendo l’utilizzo di parte delle risorse stanziate per l’accoglienza per destinarle al Fondo rimpatri”.

Qualcuno da Bruxelles ha detto che noi italiani siamo dei corrotti, salvo poi smentire. La corruzione effettivamente esiste: ne sono pieni i fascicoli giudiziari. Conte è determinato ad estirparla dalla Pubblica Amministrazione o almeno, a ridurla ai minimi termini. Per questo, si sta valutando una sorta di DASPO da applicare a chi corrompe e a chi si fa corrompere. Inoltre, lavorare sulla prevenzione. A questo si aggiunge una figura innovativa: una sorta di 007 anticorruzione con il compito di agire da agente provocatore, allorquando in un determinato ambito si ha sentore del rischio di corruzione.

A leggere queste ottime dichiarazioni di intenti, c’è di che essere fiduciosi ma si sa che un conto è scrivere, un altro è fare. E per poter fare, occorre un’unità di intenti che vada oltre alla carta stampata. Due realtà politiche diverse come il giorno e la notte, riusciranno a trovare sempre l’elemento di sintesi?

La cosa migliore adesso, è lasciarli fare. L’importante è non perdere mai di vista il senso critico e l’indipendenza di pensiero. Servirà a premiare o punire alla prossima tornata elettorale.

Antonio Marino

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Antonio Marino

Cinquantunenne ma con lo spirito da eterno ragazzo. Adoro la compagnia degli amici con la 'A' maiuscola, la buona tavola e le buone birre. Appassionato di politica ma quella con la 'P' maiuscola, sposato più che felicemente. Difetti: sono pignolo. Pregi: sono pignolo

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