Cronaca

INDAGATO IL SOTTOSEGRETARIO SIRI

Per l'esponente leghista si ipotizza il reato di corruzione. Di Maio ne chiede le dimissioni mentre Salvini lo difende

Roma, 18 aprile – Il Sottosegretario ai Trasporti, Senatore Armando Siri, (Lega), è stato iscritto nel Registro degli indagati della Procura di Roma, con l’ipotesi di reato di corruzione.

L’indagine parte dai movimenti di un faccendiere nel comparto dell’elolico il quale si sarebbe relazionato con Vito Nicastri, imprenditore nell’eolico condannato per reati di mafia. Siri, ideologo della Flat Tax, sarebbe stato al centro di uno scambio di favori nella vicenda, inserendo una norma nel DEF 2018 che però non fu mai approvata. Era finalizzata ad agevolare i contributi a favore delle aziende attive nell’ambito delle energie rinnovabili.

“Sono tranquillo, non so di cosa si tratti”, ha commentato Siri aggiungendo: “Sicuramente non c’entro niente con vicende che possano avere risvolti penali. Mi sono sempre comportato nel rispetto delle leggi”.

Perquisizioni sono state effettuate sia a Roma che a Palermo. Nelle indagini è coinvolto anche l’ex parlamentare di Forza Italia, Paolo Arata, al quale Siri si sarebbe rivolto per chiedere aiuto. Arata è stato responsabile del programma della Lega sull’Ambiente. Per lui, l’ipotesi di reato è concorso in corruzione.

Arata deve rispondere anche alla Procura di Palermo, a seguito di un’indagine per corruzione ed intestazione fittizia di beni. I giudici siciliani ritengono che sia stato in affari con Nicastri il quale avrebbe finanziato il boss mafioso, Matteo Messina Denaro nel suo percorso di latitanza. I magistrati tuttavia, ritengono che Siri non fosse a conoscenza dei rapporti intercorsi tra Arata e Nicastri.

Il Vicepremier, Luigi Di Maio ha chiesto le dimissioni di Siri. “Sarebbe opportuno che il sottosegretario Siri si dimetta. Gli auguro di risultare innocente e siamo pronti a riaccoglierlo nel governo quando la sua posizione sarà chiarita”, ha affermato il Capo politico del Movimento Cinque Stelle. “Non so se Salvini sia d’accordo con questa mia linea intransigente – ha detto ancora Di Maio -, ma è mio dovere tutelare il governo e l’integrità delle istituzioni. Un sottosegretario indagato per fatti legati alla mafia è un fatto grave. Non è più una questione tecnica giuridica, ma morale e politica. Va bene rispettare i tre gradi di giudizio, ma se i fatti dovessero essere questi è chiaro che Siri dovrebbe dimettersi”.

Salvini, dal canto suo difende Siri. “Ho sentito Siri, ha letto dell’inchiesta sui giornali, è assurdo. Lo conosco, lo stimo, non ho dubbio alcuno, peraltro stiamo parlando di qualcosa che non è finito neanche nel DEF”. In una Nota poi, la Lega conferma “piena fiducia nel Sottosegretario Armando Siri, nella sua correttezza. L’auspicio è che le indagini siano veloci per non lasciare alcuna ombra”.

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