Calcio Serie A

Inter: rinascita nel derby. E intanto Icardi torna ad allenarsi

Ecco quanto sta accadendo in casa dei nerazzurri

Pazza Inter, sempre, dentro e fuori dal rettangolo verde. Dalla sconfitta casalinga contro l’Eintracht Francoforte al convincente successo nel derby su un Milan dato per favorito; dalla frattura con Icardi al ritorno tra i ranghi dell’ex capitano, che ora insegue una maglia già per la ripresa del campionato a fine mese. L’Inter è tutta qui.

Quella vista in Europa League contro i non eclatanti tedeschi, era parsa una squadra svogliata, senza capo né coda e totalmente disinteressata all’evento; a rimarginare la portata dell’eliminazione dalla competizione continentale aveva però concorso il cospicuo numero di assenze e la considerazione che, forse inconsapevolmente, le massime energie fossero da preservare per il campionato, a difesa di una posizione Champions sempre a rischio, con il Milan che sembrava poter scappare via e le inseguitrici che davano l’impressione di poter approfittare di qualche non impronosticabile scivolone dei nerazzurri.

Alle porte del derby era dunque impossibile non dare per spacciata l’Inter e non ipotizzare un addio anche imminente dell’allenatore di Certaldo. Vecino, De Vrji e Lautaro Martinez hanno però ribaltato i titoli già pronti per il lunedì, rilassato qualche ruga sulla fronte di Spalletti, annichilito Gattuso e fatto saltare i nervi a Biglia e Kessié. E forse anche ad Icardi, che dopo aver perso la fascia di capitano, si è scoperto anche non indispensabile nella sentitissima sfida cittadina; così, mentre Politano si procurava il rigore del 3-1, Lautaro Martinez lo spediva senza tanti fronzoli alle spalle di Donnarumma.

Pochi giorni dopo, come nelle fiabe a lieto fine, l’ex capitano, la squadra e la società incrociavano il mignolo per suggellare la pace; e come in una pagina di epica medievale, il prode argentino muoveva alla riconquista della sua Beneamata. La crociata del cavaliere Icardi non è però dall’esito scontato; se da un lato non è mancato il sostegno rivolto all’attaccante da alcuni tifosi al suo ritorno sul campo di allenamento, è altrettanto vero che la tregua interna resti ancora armata. Nello spogliatoio persiste infatti la polveriera balcanica a minare le eventuali buone intenzioni dell’argentino, mentre Spalletti si trova a dover vestire lo scomodo ruolo di arbitro tra giocatori che indossano la stessa maglia; il tifo resta diviso, con i detrattori del nove che non lesinano il proprio accanimento. La società, poi, sembra avere le idee chiare, con Suning che avrebbe indicato la porta a giocatore e familiari ingombranti.

Così, il futuro mercato si tinge di nuovo. Se in tempi recenti sembrava andarsi dissipando l’attenzione della Juventus nei confronti del centravanti, ora lo scenario pare mutato, con Douglas Costa, più che Dybala, a fungere da apprezzata contropartita. Il Real Madrid, poi, non ha mai peccato di timidezza e il ritorno di Zidane sulla panchina dei “blancos” potrebbe coincidere con qualche nuovo tentativo di corteggiamento; gli spagnoli, peraltro, potrebbero imbastire il proprio affondo mettendo sul piatto anche Kovacic, ex nerazzurro, per sbarazzarsi di un talento sfiorito, divenuto un capitale più costoso che produttivo e ormai (con addosso temporaneamente la casacca del Chelsea) anche un apolide del calcio europeo.

Se la posizione di Spalletti è tornata a godere di una qualche solidità dopo il successo nella stracittadina, non è tuttavia escluso che la dirigenza nerazzurra possa comunque ammiccare qua e là. Sarri ha entusiasmato in Italia per il calcio proposto, ma a Londra non ha fatto breccia nel cuore degli algidi inglesi che potrebbero spensieratamente liberarlo accompagnandolo con un ricco benservito. Le doti caratteriali di Antonio Conte sarebbero l’ideale per tenere salde le redini di uno spogliatoio in cui talvolta anche i cavalli di razza hanno finito per imbizzarrirsi, ma la sua acclarata juventinità costituisce un ostacolo senza rimedio; il problema non si pone invece per Mourinho, che deve all’Inter una fetta consistente della propria carriera.

È immancabile, infine, qualche chiacchiera di mercato, a maggior ragione con il campionato fermo. Il centrocampo resta il reparto su cui Marotta dovrà operare nel modo più incisivo; l’acquisto di Nainggolan nella scorsa estate, che tanto aveva entusiasmato la tifoseria, si è infatti rivelato ben lontano dal fornire il rendimento auspicato. Barella si è dimostrato il centrocampista più promettente del campionato e sembra disporre dei numeri per affermarsi anche in un club di livello; Giulini però è irremovibile e spara alto, senza accettare contropartite tecniche. Non sono poi sopiti i sogni croati che conducono a Rakitic e Modric, ma una loro partenza dalla Spagna continua ad apparire un’ipotesi peregrina. Sul taccuino interista compaiono poi anche i nomi di Chiesa e Zaniolo, il cui destino però non sembra indirizzato ad incrociare la via di Milano.

Gigi Bria 

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Gigi Bria

Le cose migliori arrivano per caso. Per caso, ormai dieci anni fa, iniziai ad insegnare diritto ed economia politica in una scuola superiore di Milano. Sempre per caso, qualche anno fa, mi fu proposto di scrivere. Ho visto "La Voce" quando era ancora un embrione; ora è il giovane figlio di cui mi prendo cura ogni giorno parlando di sport e dirigendone la relativa redazione. Seguo il mondo del calcio, confidando di riuscire a non far mai trasparire la mia pur blanda fede calcistica.
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