Calcio Serie A

Juventus: Cristiano Ronaldo, è tutto vero

Il fuoriclasse portoghese presentato ieri alla stampa

Fino a ieri era semplicemente ufficiale, ora è anche vero; e la differenza, per i tifosi della Juventus, è la stessa che passa tra sapere e vedere. Cristiano Ronaldo già da qualche giorno è il futuro titolare della maglia numero 7 della Juventus e ieri si è presentato alla stampa, come se un uomo da cinque Palloni d’Oro avesse bisogno di introduzioni, se non per mostrare la realtà del suo approdo in bianconero ad una folla in estasi, che fino a qualche decina di ore prima attendeva, tra diffidenza ed incredulità, notizie sull’arrivo del fuoriclasse portoghese e che ieri voleva toccare con mano.

La giornata dell’ex madridista è stata lunga ed è culminata con la conferenza stampa del tardo pomeriggio, a cui hanno partecipato oltre 200 giornalisti. Nessun imbarazzo per Ronaldo (se non con la lingua italiana, ancora da approcciare), professionista navigato e uomo avvezzo alle luci dei riflettori, come hanno testimoniato la disponibilità e la disinvoltura nel rispondere alle domande della carta stampata, nonché l’attenzione prudente nell’oscillare tra ciò che fosse opportuno dire o tacere.

Inevitabile, è stato il richiamo alla recente sfida tra Real Madrid e Juventus nei quarti di finale dell’ultima Champions League, quando il fenomeno portoghese fu destinatario degli applausi dello “Stadium” dopo l’impagabile rovesciata del 2-0 dei “blancos”, per poi diventare ricettacolo del più velenoso odio sportivo nel recupero della partita di ritorno, quando siglò senza pietà il rigore che tranciò le possibilità di qualificazione bianconere dopo una generosa ed incredibile rimonta. Oggi, il ragazzo di Madeira è invece il custode delle speranze di tutti i sostenitori juventini, che invocano ormai come un’ossessione la conquista di una coppa che da troppo tempo manca da Torino; la sua missione, il motivo autentico per cui è approdato in bianconero, è proprio quella di riportarla nella bacheca della Juventus. La serenità mostrata da Ronaldo, in tal senso, potrebbe costituire l’arma in più; un uomo abituato a vincere e che fonda il proprio successo sulla fatica ben si concilia con un ambiente in cui l’attitudine al lavoro è la condizione prima per arrivare a trionfi finora solo sfiorati, ma che per prestigio ereditario hanno, adesso ancora di più, l’obbligo di valicare i confini nazionali.

Per esplicita ammissione del nuovo numero 7 bianconero, quella della Juventus è stata l’unica offerta pervenuta; difficile credergli del tutto, anche se è probabilmente vicino al vero affermare che Ronaldo non abbia considerato altre proposte. Che il giocatore portoghese fosse appetito da mezzo mondo, è fuori discussione, ma le ipotesi legate al campionato cinese o a quello qatariota, dove molti ultratrentenni vanno a svernare, non sono state prese nemmeno in esame, non certo per questioni finanziarie, quanto per non incorrere in una dequalificazione professionale. Non vi è dubbio, infatti, che dal punto di vista fisico e atletico i 33 anni di Cristiano Ronaldo siano a dir poco bugiardi e la sua capacità di esprimersi in maniera dominante sia ancora inalterata. Determinante per l’acquisto dell’ex madridista è stato invece il lavoro a fari spenti di Paratici, che dopo aver acquisito le prestazioni di Joao Cancelo (i cui interessi sono gestiti da Jorge Mendes, agente anche di Ronaldo) ha lentamente agito su un’ipotesi grande come una fessura, fino a farle partorire l’uomo dei sogni bianconeri, quello che è stato ribattezzato il “colpo del secolo”.

A memoria d’uomo, l’arrivo di Cristiano Ronaldo può paragonarsi solo a quello di Diego Armando Maradona a Napoli nel 1984 (con tanto di esibizione davanti ad un “San Paolo” gremito) e a quello di Luis Nazario da Lima, il primo Ronaldo ad arrivare in Italia, che i tifosi dell’Inter non mancano di ricordare come il “Fenomeno”. L’impatto di entrambi fu dirompente; il primo portò a Napoli gli unici due scudetti della storia partenopea, l’altro, pur vincendo in nerazzurro solo una Coppa UEFA, riscrisse il ruolo dell’attaccante, riempiendo gli occhi di tifosi e rivali. Ora tocca al portoghese, del cui arrivo in Italia beneficia senz’altro la Juventus dal punto di vista tecnico, ma anche l’intero campionato italiano, che vede finalmente invertire una tendenza per troppo tempo connotata dalla fuga verso l’estero dei propri fuoriclasse.

Gigi Bria

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Antonio Marino

Cinquantunenne ma con lo spirito da eterno ragazzo. Adoro la compagnia degli amici con la 'A' maiuscola, la buona tavola e le buone birre. Appassionato di politica ma quella con la 'P' maiuscola, sposato più che felicemente. Difetti: sono pignolo. Pregi: sono pignolo
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