Speciale crisi di Governo

La crisi di Governo mette a rischio 31mila lavoratori

Il Decreto approvato dal Governo a tutela dei dipendenti Whirlpool ed ex ILVA non è ancora sulla Gazzetta Ufficiale e rischia di naufragare

Roma, 21 agosto – Le conseguenze nefaste della crisi di Governo, rischiano di abbattersi su 31mila lavoratori, dipendenti della Whirlpool e dell’ex ILVA. Entrando nel dettaglio si tratta di 412 della Whirlpool di Napoli, 14mila della ex-Ilva, 800 della ex-Alcoa, 700 della Blutec, 650 precari della Anpal e circa 15mila lavoratori socialmente utili.

L’Esecutivo ormai decaduto, aveva infatti approvato un provvedimento finalizzato ad assicurare il prosieguo della produttività in alcuni stabilimenti ma il fatto che non sia stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale, rischia di farne carta straccia.

Il Decreto prevedeva uno stanziamento di 17 milioni di euro che sarebbero andati a finanziare i contratti di solidarietà.

A tal proposito, i lavoratori della Whirlpool, che da ormai oltre 80 giorni presidiano l’ingresso dello stabilimento di Napoli, sono fortemente preoccupati e dichiarano: “Basta, ci appelliamo al presidente Mattarella. La politica si occupi dei veri problemi della gente”. Alcuni di loro non nascondono la sensazione del tradimento: “Ci hanno tradito tutti. L’azienda prima ha presentato il piano industriale e firmato un accordo al ministero poi, all’ improvviso, ha detto che se ne va. Il governo ci ha promesso una soluzione ma non è riuscito nemmeno ad approvare il decreto; l’opposizione ha pensato soltanto a far cadere il governo. Siamo soli come sempre e da soli ci faremo sentire. Non ci resta che reagire con forza”, afferma Donato Aiello, dipendente Whirlpool da trent’anni il cui stipendio è stato falcidiato dalla solidarietà che gli ha fatto rimettere 9 giorni lavorativi e quindi, di stipendio ogni mese.

Il Ministro del Lavoro uscente, Luigi Di Maio, potrebbe essere arrivato in ritardo con il Decreto, tenendo presente che già due mesi prima, la Whirpool aveva dato notizia ai tecnici del Dicastero di competenza, sull’intenzione di chiudere lo stabilimento di Napoli.

Duro il commento di Barbara Tebaldi della segreteria nazionale Fiom-Cgil: “Questo succede quando si interviene sulle emergenze all’ultimo minuto. Le crisi vanno governate nel tempo, facendo leva sul confronto con le parti sociali”.

Intanto la Whirpool non prescinde dalla sua posizione e dichiara: “Le risorse che sarebbero nel Decreto Imprese sono misure palliative che non possono incidere né sulla profittabilità dello stabilimento di Napoli nel lungo periodo, né sulla competitività di Whirlpool in Europa, Medio Oriente e Africa. Dunque, l’unica soluzione percorribile per mantenere i massimi livelli occupazionali e garantire al sito un futuro nel lungo periodo, è quella di dargli una nuova missione”.

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