Politica

LA SFIDA SUL DEFICIT METTE A RISCHIO TRIA

Molinari (Lega): "Se non fa più parte nel progetto, troveremo un altro Ministro dell'Economia"

Roma, 27 settembre – I toni nella sfida sullo sforamento del deficit si stanno pericolosamente alzando e la poltrona del Ministro dell’Economia, Giovanni Tria, appare in bilico come mai prima d’ora. Oggi, avrà luogo un vertice di maggioranza che prenderà in analisi il documento relativo alla Manovra.

Il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, rientrato a Roma da New York, ha speso parole di rassicurazione nei confronti del Movimento Cinque Stelle, per quanto riguarda il Reddito di Cittadinanza; decisamente più cauto sullo sforamento del deficit.  Conte ha detto che questa Manovra  “farà ricredere anche i più scettici”. Il Vicepremier, Matteo Salvini ha affermato che “l’accordo c’è, lo zero virgola è l’ultimo dei problemi”.

L’altro Vicepremier, Luigi Di Maio, non molla la presa sul portare il deficit al 2,4% del PIL ed è questo il terreno di scontro con il titolare del Ministero dell’Economia che lo ritiene insostenibile, in nome dell’interesse della nazione. Tria si sta prodigando per convincere gli altri membri dell’Esecutivo a mantenere il deficit sotto la soglia del 2%. Tria ha messo in cima alle priorità il “salvaguardare la sostenibilità del nostro debito pubblico”, cosa sulla quale, ha ricordato il Ministro, l’Esecutivo “ha ottenuto la fiducia in Parlamento”.

Le parole di Tria rimbalzano come su un muro di gomma, contro le posizioni di Di Maio che ha affermato: “Non tiriamo a campare, o si fanno scelte coraggiose o non vale la pena continuare” ed ha aggiunto: “Ci sono differenze di vedute che vanno appianate. E’ chiaro che, quando c’è un governo del cambiamento così radicale, ci sia una parte di apparato che rema contro”. “Sarà una Manovra del popolo: coraggiosa e dove non ci si impicca a un numero o un altro”, ha detto ancora Di Maio ribadendo che “quel che non vogliamo fare è scrivere nel Def cose non vere: a differenza del passato quando si dava un obiettivo nel Def e poi alla fine il deficit era più alto”.

Per quanto riguarda i rapporti con l’Unione Europea, Di Maio si è detto tranquillo: “Avremo modo di interloquire, a me non preoccupa Bruxelles”.

Oggi alle 16 sarà il momento della verità. Nel corso del Consiglio dei Ministri si capirà se la Nota di aggiornamento al DEF sarà dalla parte di Tria, presentando un debito pubblico compreso fra l’1,6% e l’1,9% del Prodotto interno lordo. Se così non fosse, la posizione di Tria potrebbe essere compromessa.

Nonostante le parole di Di Maio che ha escluso richieste di dimissioni, la Lega butta benzina su un fuoco già preoccupante. Il Capogruppo alla Camera per il Carroccio, Riccardo Molinari, ha affermato: “Se Giovanni Tria non fa più parte nel progetto, troveremo un altro ministro dell’Economia”.

Antonio Marino

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Antonio Marino

Cinquantunenne ma con lo spirito da eterno ragazzo. Adoro la compagnia degli amici con la 'A' maiuscola, la buona tavola e le buone birre. Appassionato di politica ma quella con la 'P' maiuscola, sposato più che felicemente. Difetti: sono pignolo. Pregi: sono pignolo
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