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LA TAV ARRIVA IN SENATO: GOVERNO A RISCHIO?

L'Esecutivo "alla prova del nove": tra Lega e M5S, distanze siderali mentre dal PD sperano nell'implosione del Governo. La diretta streaming da Palazzo Madama

Comincia questa mattina alle 9, il percorso della TAV in Senato dove si discuteranno le 6 mozioni: due contrarie presentate dal Movimento Cinque Stelle e LeU, che impegnano il Parlamento a rimettere in discussione l’infrastruttura; quattro favorevoli presentate dal Partito Democratico, Forza Italia e Fratelli d’Italia; una dal Gruppo misto. Quella del M5S è l’unica che si rivolge al Parlamento; tutte le altre al Governo. La tensione politica all’interno dell’alleanza di Governo è alle stelle e ci si interroga se l’Esecutivo saprà reggere l’onda d’urto, date le differenti posizioni di Lega e Movimento Cinque Stelle. La Lega infatti, voterà contro la mozione degli alleati grillini e sosterrà quelle favorevoli: va da sé che questo comporterà sostenere le opposizioni.

Il Vicepremier e leader pentastellato, Luigi Di Maio appare relativamente tranquillo. “E’ un regalo da 2,2 mld di euro alla Francia,  il Pd voterà sì, vedremo cosa accadrà”, ha affermato aggiungendo: “La mozione è un atto di impegno al Parlamento, che è l’unico che può fermare il progetto. Il premier Conte ha detto che il Governo non può farlo”. “Il Movimento 5 Stelle voterà la sua mozione convintamente”. Di Maio quindi, cerca di allontanare lo spettro di una possibile crisi di Governo nel caso in cui la mozione del M5S dovesse essere approvata.

Sull’altro versante dell’Esecutivo, quello leghista, la linea sembra definita e a rimarcarla è il Segretario del Carroccio nonché Vicepremier, Matteo Salvini. Ho passato sei ore a sentire tutti che c’è bisogno di infrastrutture. Voteremo qualunque mozione sostenga il futuro, la crescita, il progresso, la mobilità sostenibile e mi stupisce che nel 2019 c’è ancora qualcuno che invece di andare avanti vuol tornare indietro”, ha affermato il Ministro dell’Interno, lasciando quindi capire, al di là d’ogni dubbio, che la Lega non sosterrà la mozione pentastellata. Salvini preso atto di “aver raccolto idee per i prossimi 20 anni”, ha poi avvertito: “Se riesco ad applicarle, bene, altrimenti o le fa qualcun altro o sicuramente non siamo qua attaccati alle poltrone. Questo lo vediamo da qui a breve, anche prima di settembre”.

A tutto questo si aggiunge il ruolo delle opposizioni le quali sperano legittimamente che la mozione sulla TAV serva a porre la pietra tombale sul Governo in carica.

Il ruolo di “guastatore” lo assume il Dem, Carlo Calenda che in un post su Twitter ha proposto al suo Partito e a Forza Italia di “di far cadere il Governo”. “Mercoledì (oggi ndr) l’Esecutivo potrebbe cadere se passa la mozione M5s contro la #Tav. Tutte le opposizioni devono fare in modo che i due buffoni di Luigi Di Maio e Matteo Salvini se la vedano fra loro. Basta, il Paese ha bisogno di essere liberato”.

La proposta di Calenda è abbracciata in qualche modo dal PD che, parlando attraverso la Vicesegretaria, Paola De Micheli, chiama in causa il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte al quale dice che “non può fare lo struzzo”. “Se tra oggi e domani (riferendosi a ieri e ad oggi ndr), il Governo non esprime un parere sulla mozione TAV presentata dal partito azionista di maggioranza M5s, che mercoledì sarà discussa in maniera truffaldina perché impegna in maniera inusuale il Parlamento e non l’Esecutivo, allora per il Governo gialloverde sarà il momento di porre fine a questa agonia che sta danneggiando il Paese”. “Se Conte e il suo Esecutivo non dovessero esprimersi in Aula, ci sarà solo una cosa da fare un minuto dopo il voto della mozione di Di Maio: recarsi al Colle”, ha aggiunto la De Micheli.

Nel merito è intervenuto anche Alberto Perino, leader storico del movimento No TAV della Valle di Susa, attaccando il M5S. “La mozione contro la Torino-Lione è un’idiozia. È una maniera per cercare di salvarsi la faccia, ma non ci riescono. Anzi, è proprio una presa per i fondelli”. ha commentato duramente.

Nella serata di ieri, fonti di Palazzo Chigi hanno ricordato che solo “il Parlamento, nelle sue prerogative sovrane”, potrà decidere se avviare un iter finalizzato ad “impedire in maniera unilaterale la realizzazione dell’opera”. Con questo s’intende che, a prescindere da quello che il Parlamento deciderà, non saranno sindacate le scelte del Governo e men che meno, il Governo stesso.

Tuttavia, l’aria che tira è pessima. Il Ministro delle Infrastrutture, Danilo Toninelli, notoriamente sgradito al Carroccio, è convintamente No TAV e da lui, affermano i leghisti, potrebbe cominciare una stagione di rimpasto nell’Esecutivo.

Effettivamente, appare piuttosto anomalo il fatto che il Governo, per molti versi, voti contro se stesso e le conseguenze di un problema politico che Salvini intenderebbe sollevare, sarebbero tutt’altro che irrilevanti. D’accordo che a contare è quel che Palazzo Chigi decide, ma il No alla TAV dei pentastellati non potrebbe non tradursi come un ulteriore elemento di scontro all’interno dell’alleanza gialloverde, tutto a favore della Lega.

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Antonio Marino

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Antonio Marino

Cinquantunenne ma con lo spirito da eterno ragazzo. Adoro la compagnia degli amici con la 'A' maiuscola, la buona tavola e le buone birre. Appassionato di politica ma quella con la 'P' maiuscola, sposato più che felicemente. Difetti: sono pignolo. Pregi: sono pignolo
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