Curiosità

La tribù che non conosce il senso del tempo

Esiste e vive in Amazzonia

Se c’è una cosa della quale le società moderne sono vittime, è il tempo. Si corre, sempre, inseguiti da un orologio che scrive spietatamente l’agenda del tempo che si dedica al lavoro, come quello rivolto al privato, arrivando persino a contaminare quello destinato ai momenti ludici.

Una vita da pazzi, se ci fermiamo a riflettere.

Esiste però chi, questo problema non se l’è mai posto: è una tribù che vive nella foresta amazzonica e più precisamente, nello Stato di Rondônia, gli Amondawa. La loro cultura gli fa sconoscere minuti, ore, mesi od anni che siano. Orologi? Neanche a parlarne. Calendario? Cos’è? Unica cosa riconducibile al tempo e che gli Amondawa riconoscono, è la successione degli eventi. Di loro, ne parla la rivista scientifica Focus.

Gli Amondawa si sono relazionati per la prima volta con il progresso, nel 1986 ed al pari di altre tribù insediate in Amazzonia, il loro vocabolario è abbastanza ristretto, così come l’uso dei numeri che arriva sì e no, a quattro. Sconoscendo orologi e calendari, si regolano con il Sole e la sua posizione. Tutto quello che noi usiamo per identificare una quantità precisa di tempo, come mesi od anni, loro lo sintetizzano parlando di stagioni: secche o piovose.

Anche il tempo della vita umana non è quantificato: niente feste di compleanno per gli Amondawa. Per capire chi è più giovane o vecchio rispetto ad un altro, bisogna far caso ai cambi di nome che segna la maturità e quindi, uno status sociale differente all’interno della tribù.

A far apprendere loro il concetto di ‘tempo’, nel 2011 i ricercatori di due università, la britannica Portsmouth e quella dello Stato di Rondônia, ci hanno provato in tutti i modi, senza alcun successo. Parlando loro in portoghese, la loro seconda lingua, hanno chiesto agli Amondawa di tradurre nella loro prima lingua, la parola ‘tempo’: hanno risposto ‘kuara’ ovvero, Sole. A quel punto, hanno provato a cambiare strategia, ponendo loro una frase: “è in arrivo la stagione secca”, miscelando moto ed evento di tempo; gli Amondawa l’hanno perfettamente capita ma a loro modo: il tempo è sempre il Sole e non c’è cognizione temporale di un evento passato o futuro.

Gli esperti sono convinti che la mancanza di calendari ed avere una scala numerica tanto ristretta, possano essere stati elementi fondamentali che spiegano il motivo per il quale, gli Amondawa non vogliono saperne del tempo, per come lo intendiamo noi. Lo ammettono, incastonandolo al susseguirsi di eventi naturali: periodi di piogge, di siccità, dell’incedere della vita umana. Tutti elementi che certo non richiedono agende. La linea spazio-temporale, per come intesa dalle società evolute, è per loro del tutto mancante. Il tempo, per loro è parte stessa degli eventi e quindi, impossibile da scindere dagli eventi stessi.

Certo, gli Amondawa non hanno subìto le influenze babilonesi, padri del fissare l’ordine del tempo. Per molti versi, considerata la qualità della nostra vita, verrebbe da dire: beati loro!

Antonio Marino

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Antonio Marino

Cinquantunenne ma con lo spirito da eterno ragazzo. Adoro la compagnia degli amici con la 'A' maiuscola, la buona tavola e le buone birre. Appassionato di politica ma quella con la 'P' maiuscola, sposato più che felicemente. Difetti: sono pignolo. Pregi: sono pignolo

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