Politica

LEGA E NEGOZI MULTIETNICI: UNA PROPOSTA DI LEGGE PER TUTELARE I CLIENTI ITALIANI

La senatrice del Carroccio Silvana Comaroli ha ripreso uno storico cavallo di battaglia del suo partito: insegne di negozi multietnici in italiano ed esame di lingua obbligatorio per i titolari

L’interesse per la cucina etnica è largamente diffuso in Italia. Una elaborazione della Camera di Commercio di Milano, Monza Brianza, Lodi ha stimato circa 23.000 imprese guidate da titolari nati all’estero per una crescita della “ristorazione etnica” di oltre il 40% in cinque anni. Ma se da un lato gli italiani dimostrano di avere sempre più un interesse per la cucina straniera, adesso kebab, ristoranti cinesi e giapponesi, indiani e bazar bengalesi si sono ritrovati nel mirino della Lega: la Senatrice Silvana Comaroli, infatti, ha depositato il 26 giugno una proposta di legge – assegnata alla Commissione Attività Produttive – che riguarda proprio i ristoranti stranieri.

Questa legge vuole che vengano utilizzate insegne dei negozi multietnici in italiano e che venga istituito un esame di lingua obbligatorio per i gestori. Nel dettaglio, la proposta della Senatrice prevede insegne in lingua europea per i negozi multietnici nelle città italiane con arabo e cinese bandito, mentre via libera per utilizzare inglese e francese, danese e ungherese. La Comaroli ha spiegato a ‘Il Messaggero’: “Il gestore di un negozio aperto al pubblico deve essere capace di leggere e capire l’italiano per poter applicare, ad esempio, le norme igienico-sanitarie di base oppure per poter prestare una minima assistenza ai propri clienti”.

Per quanto riguarda il test di italiano, il Disegno di Legge prevede la possibilità di stabilirne l’obbligo per chiunque voglia aprire un esercizio commerciale poiché, secondo la Comaroli, non è possibile garantire la sicurezza e la salute dei consumatori se i negozianti conoscono poco o per niente la lingua italiana. A sostenere la Senatrice anche Pietro Farina, direttore di Confcommercio Roma: “Se il negoziante non parla italiano, viene a mancare il necessario servizio di informazione all’utente, quel ruolo di negoziante di vicinato, che assiste le persone, che gli illustra caratteristiche del prodotto, dell’alimento”, ha spiegato a ‘Il Messaggero’, precisando: “La conoscenza della lingua italiana e insegne comprensibili devono essere requisiti indispensabili”.

Beatrice Spreafico

Mostra Altro

Beatrice Spreafico

"Leggere, scrivere, chiacchierare, ascoltare, ridere, amare.. queste sono le costanti della mia vita senza le quali non potrei essere io. Amo emozionarmi e sorprendermi, cercando di lasciare un bel ricordo di me nelle persone che incontro. Credo nell’empatia e nel potere della determinazione: la mia testardaggine incallita è rinomata e - guarda caso - il mio motto è “mai arrendersi. Le cose belle richiedono tempo”. Porto gli occhiali, che sono la mia estensione sul mondo e vivo tra ricci e capricci. Sono Social Media Manger In Wellnet, dove mi occupo di Social e sviluppo Piani Strategici ed Operativi per i clienti, su differenti piattaforme. In poche parole? Trasformo le loro richieste in parole ed immagini da ricordare. A LaVoce, invece, mi occupo della prima pagina scrivendo di politica, economia, attualità e scienza."
Pulsante per tornare all'inizio