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L’Italia e dieci Paesi UE dicono No al compromesso sulla riforma di Dublino

Niente da fare: nessuna intesa per rivedere l'accordo che disciplina il diritto d'asilo per i migranti che arrivano in Europa

Nella giornata di ieri si è svolto a Lussemburgo, il vertice dei ministri degli Interni e Giustizia dell’Unione per discutere la proposta bulgara di modifica delle modalità di richiesta di asilo. La proposta della Bulgaria vuole cercare di attenuare il peso dagli Stati in prima linea come il nostro paese e “bloccare i movimenti secondari” dei richiedenti asilo, ossia la possibilità dei migranti che arrivano in un Paese dell’unione e cercano poi di raggiungerne un altro. Nella proposta presentata, ci sarebbe come ultima risorsa, anche la richiesta di riallocazione obbligatoria dei richiedenti asilo. Tuttavia nel vertice di ieri, è salta l’intesa sulla riforma delle regole di Dublino proprio per rivedere l’accordo che disciplina il diritto d’asilo per i migranti che arrivano in Europa.

I paesi dell’Ue Spagna, Germania, Austria, Estonia, Lettonia, Lituania, Ungheria, Polonia, Slovacchia, Repubblica Ceca e Italia si sono opposti oggi al compromesso sulla riforma di Dublino proposto dalla presidenza bulgara. Gli altri 18, pur non soddisfatti, hanno comunque lasciato spazio ad una possibilità di negoziare, al summit. Tra questi Grecia, Malta, e Cipro: il fronte mediterraneo si è notevolmente dissestato. Theo Francken, il segretario di Stato belga responsabile delle Migrazioni, è stato il primo a parlare al termine del consiglio, facendo un resoconto di quanto avvenuto e detto. Francken ha esordito commentando: “la riforma del regolamento di Dublino è morta”. “La conclusione della discussione molto dura è chiara: vista l’opposizione frontale dell’Italia, un rifiuto più categorico che mai prima, quello della Germania di lavorare sul testo e l’opposizione dell’Austria, si va verso un ribaltamento totale dell’approccio”, ha spiegato il segretario.

“Dal nuovo governo italiano – ha proseguito – mi aspetto una stretta sulla migrazione. Penso che sia positivo se l’Italia inizia rifiutare i migranti sulle proprie coste, e non li lascia più entrare in Sicilia”. Francken ha augurato anche che si trovi un modo per poter tornare a fare i respingimenti: “Dal 2012 non possiamo più farli, e finché è così, la situazione continuerà ad essere caotica. Dobbiamo rimandarli indietro. Quindi dobbiamo cercare di aggirare l’articolo 3 della Convenzione europea sui diritti umani. La giurisdizione dovrà seguire questa linea, perché altrimenti non ci sarà più la Corte europea. Penso che alcuni non capiscano esattamente cosa sta accadendo in Europa. La gente deve lasciare le proprie torri d’avorio e guardare la realtà”, ha quindi concluso.

In tarda serata il commissario europeo Dimitris Avramopoulos, è intervenuto per rispondere Francken: “L’Ue non seguirà mai il modello australiano per la politica migratoria, non facciamo i respingimenti, perché la nostra politica è guidata dal principio del rispetto dei diritti umani e della Convenzione di Ginevra. Non saremo la fortezza Europa”, ha replicato in modo deciso il commissario Ue. Ma un monito è arrivato dall’Austria, attraverso il ministro dell’Interno austriaco Herbert Kickl: se non ci sarà un’intesa sulla riforma di Dublino al vertice dei leader dell’Unione Europea di giugno, durante il periodo di presidenza austriaca che inizia a settembre “presenteremo una piccola rivoluzione copernicana sulle politiche d’asilo”, ha commentato Kickl.

Infine il commento da parte del nuovo governo italiano. Secondo Matteo Salvini, quello che è successo al vertice dei ministri a Lussemburgo “è una vittoria per noi. Avevamo una posizione contraria ed altri Paesi ci sono venuti dietro, abbiamo spaccato il fronte. Significa che non è vero che non si può incidere sulle politiche europee”. Il nuovo ministro dell’Interno italiano ha ribadito il concetto che già da tempo aveva dichiarato che la posizione dell’Italia sarebbe stata proprio quella di dire “no alle nuove politiche di asilo perché lasciano soli i Paesi del Mediterraneo, Italia Spagna, Cipro e Malta”.

Beatrice Spreafico

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Beatrice Spreafico

"Leggere, scrivere, chiacchierare, ascoltare, ridere, amare.. queste sono le costanti della mia vita senza le quali non potrei essere io. Amo emozionarmi e sorprendermi, cercando di lasciare un bel ricordo di me nelle persone che incontro. Credo nell’empatia e nel potere della determinazione: la mia testardaggine incallita è rinomata e - guarda caso - il mio motto è “mai arrendersi. Le cose belle richiedono tempo”. Porto gli occhiali, che sono la mia estensione sul mondo e vivo tra ricci e capricci. Sono Social Media Manger In Wellnet, dove mi occupo di Social e sviluppo Piani Strategici ed Operativi per i clienti, su differenti piattaforme. In poche parole? Trasformo le loro richieste in parole ed immagini da ricordare. A LaVoce, invece, mi occupo della prima pagina scrivendo di politica, economia, attualità e scienza."
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