Politica

MANOVRA: IL GOVERNO DÀ IL CONTENTINO ALL’EUROPA

Pronti a svendere gli ultimi "gioielli di famiglia" se si supera il 2,4% di deficit

Pur mantenendo inalterate le basi della Manovra finanziaria, il Governo ha deciso di dare alcune concessioni a Bruxelles, nel caso in cui l’Italia dovesse sforare il 2,4% di deficit. Le concessioni consistono in alcune clausole ed un programma di dismissioni pari a 18 miliardi di euro. E’ quanto il Consiglio dei Ministri, riunitosi nella serata di ieri, ha pensato di proporre all’Unione Europea. Si tratta quindi di una mezza marcia indietro rispetto al primo Draft budgetary plan.

Il Vicepremier Matteo Salvini, prima del Consiglio dei Ministri aveva dichiarato:  “Stiamo lavorando a una legge di Bilancio che garantisce più posti di lavoro, più diritto alla pensione e meno tasse non per tutti ma per tanti italiani. Se all’Europa va bene siamo contenti, sennò tiriamo dritto”. Fonti leghiste ritengono la proposta non lesive dell’impianto della Manovra ma di attacco e non di difesa, nella certezza di far crescere il PIL dell’1,5% nel 2019.

Al termine del Consiglio dei Ministri, il Vicepremier Luigi Di Maio ha detto:  “La notizia che devo dare agli italiani – è che il Reddito e la pensione di cittadinanza, il superamento della Fornero con quota 100, le misure per i risparmiatori truffati, che rimborseremo, sono provvedimenti che non cambiano”.

L’Esecutivo ha confermato i controlli trimestrali sulla spesa e lo 0,2% da destinarsi agli investimenti idrogeologici. Inoltre un miliardo di euro da investire nel 2019 per aggiornare la rete viaria a seguito del crollo del ponte Morandi a Genova. Un concetto rimarcato anche dal Ministro dell’Economia, Giovanni Tria: le spese “per contrastare il dissesto idrogeologico e per la manutenzione straordinaria della rete viaria e di collegamenti, il governo ha chiesto l’applicazione della flessibilità per eventi eccezionali”. Tria, nella lettera inviata a Bruxelles, ha scritto: “L’indebitamento netto sarà sottoposto a costante monitoraggio, verificando sia la coerenza del quadro macroeconomico sottostante le ipotesi di finanza pubblica, sia l’aumento delle entrate e delle spese”, rendendosi garante “ad assumere tempestivamente, in caso di deviazione, le conseguenti iniziative correttive nel rispetto dei principi costituzionali”.

“Per accelerare la riduzione del rapporto debito/Pil e preservarlo dal rischio di eventuali shock macroeconomici – ha spiegato Tria -, il Governo ha deciso di innalzare all’1% del Pil per il 2019 l’obiettivo di privatizzazione del patrimonio pubblico. Gli incassi costituiscono un margine di sicurezza” e consentiranno di raggiungere una discesa del rapporto debito-pil “più marcata e pari a 0,3 punti quest’anno, 1,7 nel 2019, 1,9 nel 2020, 1,4 nel 2021 portando il rapporto dal 131,2%del 2017 al 126,0 del 2021”, rimarcando che la Manovra “è stata costruita sulla base del quadro tendenziale, e non tiene conto della crescita programmata. Questa impostazione prudenziale introduce nella legge di Bilancio un cuscinetto di salvaguardia, che previene un deterioramento dei saldi di bilancio anche nel caso in cui gli obiettivi di crescita non siano pienamente conseguiti”.

Di Maio, pensando a possibili procedure di infrazione nei confronti dell’Italia, ha voluto chiarire: “Per quanto riguarda eventuali clausole di salvaguardia il nostro obiettivo è il 2,4% di deficit perché crediamo nella crescita all’1,5%. Non abbiamo aggiunto niente a quello che già leggete nella Manovra di Bilancio perché non ci sono novità legislative ma c’è l’impegno a mantenere quelli che sono i saldi indicati, quindi non facciamo i furbi sul deficit”.

In buona sostanza, il “governo del cambiamento” è pronto a svendere gli ultimi “gioielli di famiglia” in caso di superamento del 2,4% di deficit, pur di far contenta questa Unione Europea. Resta da capire se tutto questo, all’Europa basterà.

Antonio Marino

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Antonio Marino

Cinquantunenne ma con lo spirito da eterno ragazzo. Adoro la compagnia degli amici con la 'A' maiuscola, la buona tavola e le buone birre. Appassionato di politica ma quella con la 'P' maiuscola, sposato più che felicemente. Difetti: sono pignolo. Pregi: sono pignolo
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