Economia

Marchionne: l’uomo che ha sconfitto il Gattopardo

La figura del manager vista da Vittorio Pesato, già Consigliere regionale di Forza Italia per la Lombardia

Un genio, un vincente. Non ha solo salvato: ha rilanciato, investito. Ha creato un colosso dell’automotive. In Italia, l’esercito dei parassiti, dei fannulloni, di quelli che non avendo cultura del lavoro o peggio, non avendo voglia di lavorare, lo hanno attaccato, demonizzato. Quelli che non si possono permettere di essere paragonati ai vincenti, a chi riesce, a chi si impegna. Quelli che mal sopportando la loro sfiga, non si possono permettere paragoni. Non possono concepire chi lavora con merito. Quelli che è sempre colpa degli altri se non trovano lavoro o non hanno successo. Quello che non hanno voglia di lavorare perché “tanto c’è la pensione di mammà”. Quelli del reddito di cittadinanza.

Marchionne è stato accusato di aver portato Fiat fuori dall’Italia. Quello che ha fatto Marchionne non lo ha fatto nessuno: rilanciare il Made in Italy evitando che questo stato parassita lo distruggesse. Ha cacciato Montezemolo, ha chiuso le porte in faccia a Confindustria ( sempre meno industria, sempre più ente di Stato). Non ha licenziato, ha immaginato, ha concretizzato. La sfida del merito l’ha vinta.

Lo avremmo voluto tutti premier ma lui aveva capito che nella patria di Dante, oggi, vivono solo per lo più i fannulloni, i parassiti. Quella Patria che ha 60mila dipendenti nella partecipata di Roma (città in totale decadenza) che vive solo nella cultura del posto fisso. Posto fisso con orario ben definito, tredicesima e altro. Quello Stato dove imprendere, produrre, costruire benessere, fare ricchezza è vietato. Chi lavora viene massacrato dallo Stato, dalle sue bizantine e incomprensibili burocrazie. Chi ha successo è un nemico, visto come esempio negativo perché crea la differenza.

Tu, con il tuo maglione girocollo, hai inventato una moda. Tu ci hai resi tutti un po’ più fighi. Tutti un po’ più italiani. Con Obama, con Trump, con Putin. In fondo sei sempre stato il nostro capo. Il capo di quell’Italia creativa, che inventa, che produce, che lavora. Noi non siamo la minoranza. Una minoranza di parassiti tiene ferma una maggioranza che vuole emergere. Se serve, per le nostre attività imprenditoriali piccole, grandi e medie seguiremo le tue orme. Diventeremo esuli in patria. Non possiamo più vergognarci di essere imprenditori. Non possiamo più chieder scusa per non aver fatto nulla. Non possiamo più chiedere permessi salvo essere massacrati di tasse. Massacrati, vessati. L’Italia che lavora, l’Italia dei doveri, l’Italia che si è stancata dell’italietta dei soli diritti.

Caro Marchionne grazie, hai sconfitto il Gattopardo. Hai cambiato tutto per davvero. Sergio Marchionne, oggi sei un modello per il Mondo. Nell’Italia del reddito di cittadinanza, c’è un Italia che il reddito lo produce con il lavoro. Abbiamo due strade: o facciamo la rivoluzione, oppure lasciamo lo Stato italiano ai parassiti, per esportare la genialità italiana in quelle parti del mondo dove quelli come Marchionne vengono visti come opportunità.

Vittorio Pesato

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Antonio Marino

Cinquantunenne ma con lo spirito da eterno ragazzo. Adoro la compagnia degli amici con la 'A' maiuscola, la buona tavola e le buone birre. Appassionato di politica ma quella con la 'P' maiuscola, sposato più che felicemente. Difetti: sono pignolo. Pregi: sono pignolo
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