Cronaca

Mattarella inaugura l’anno accademico della IULM

Il Capo dello Stato: "Il nostro continente, la nostra Europa, attraverso la sua cultura ha sviluppato il proprio futuro"

Milano, 28 febbraio – Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella è intervenuto stamattina alla cerimonia di inaugurazione dell’anno accademico 2018/2019 della Libera Università di Lingue e Comunicazione IULM in occasione del cinquantesimo anniversario della fondazione dell’Ateneo.

Nel corso della cerimonia, il Capo dello Stato ha pronunciato un discorso. Ecco il testo integrale:

“Vorrei rivolgere un saluto al Presidente della Regione, al Sindaco e a tutti i presenti, particolarmente alle studentesse e agli studenti di questo ateneo, al suo corpo docente e al personale amministrativo e tecnico.

Un saluto ai Rettori degli atenei presenti.

Ringrazio molto il Presidente del Consiglio di Amministrazione e il Magnifico Rettore per avermi invitato in questa occasione che celebra i cinquant’anni della IULM.

Nella sua relazione, il Magnifico Rettore ha dato il segno di quello che caratterizza questo ateneo, del grande impegno di approfondimento culturale, anche attraverso quella che ha chiamato ‘l’ibridazione dei linguaggi e dei saperi’.

Questo è stato il filo conduttore di tutti gli interventi che abbiamo ascoltato questa mattina, in coerenza con l’insegnamento di Carlo Bo che intendeva la cultura come una condizione, una spinta allo spirito critico, allo spirito di ricerca, al pensiero critico, alla capacità di mettersi sempre in discussione, sempre ponendo in discussione se stessi e le proprie opinioni con il dialogo. Non soltanto il rispetto, ma l’apertura al pensiero altrui.

Questo è ciò che ha espresso il professor Puglisi, ricordando che il nostro continente, la nostra Europa, attraverso la sua cultura ha sviluppato il proprio futuro man mano, in mezzo a tanti ritardi, a tanti errori, a tanti scontri fratricidi, a tanti orrori nella sua storia, ma il suo tessuto culturale comune, che ha sempre superato i suoi confini, ha consentito all’Europa di andare avanti, di progredire con la capacità che la cultura le ha trasmesso, assicurandole così di andare oltre il presente.

Ciò che nelle tante, profonde suggestioni che Roberto Vecchioni ci ha illustrato, consegnato e regalato è l’alternativa tra Creonte e Ulisse, è la scelta ineludibile per la strada di Ulisse, per la ricerca, per il dubbio, per l’importanza del dubbio, e della costante ricerca di sponde, di traguardi e di approdi nuovi.

In fondo è quello che ha detto con tanta chiarezza la rappresentante degli studenti, Martina Bosin – che ringrazio – quando ha evocato il dinamismo dell’innovazione e del progresso che ha appreso qui e che l’ha fatta maturare; quando ha evocato la capacità di essere pronti e capaci di affrontare gli eventi, gli imprevisti, le nuove sponde, i nuovi traguardi, le condizioni che si creano, di volta in volta, sempre nuove.

Questo è ciò che contrassegna l’esigenza che tutti avvertiamo: la capacità di guardare al futuro, di non essere prigionieri catturati dal presente, condizionati dal contingente.

Il Magnifico Rettore ci ha ricordato un detto di Confucio. Io non aspiro a che il nostro Paese ragioni in termini di secoli; sarebbe ampiamente sufficiente, e sarei pienamente soddisfatto, se si ragionasse in termini di decenni, con una capacità di essere pronti per affrontare il futuro, per progettarlo.

Non posso concludere queste pochissime parole senza riprendere ancora un altro dei messaggi che Roberto Vecchioni ci ha poc’anzi consegnato e lanciato: l’amore per la cultura, perché, in realtà, l’amore per la cultura è l’amore per se stessi, è l’amore per il futuro – il proprio e quello comune – perché davvero, Maestro Vecchioni, l’infinito è al di qua della siepe.

Buon anno accademico!”.

La Voce

Fonte: Presidenza della Repubblica italiana

Foto: Francesco Ammendola – Ufficio Stampa e Comunicazione della Presidenza della Repubblica

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Redazione La Voce

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