Politica

MES, CONTE ALLA CAMERA: “NON HO FIRMATO, SU DI ME ACCUSE INFAMANTI”

La replica dell'Eurogruppo: "Riforma già approvata a giugno"

Il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte si è presentato ieri alla Camera per esporre la sua informativa sul MES. In apertura dell’intervento, il premier ha affermato: “Sono qui per rendere una tempestiva informativa sulle modifiche del Trattato sul Meccanismo europeo di stabilità, non solo perché la ritengo doverosa dopo la richiesta che è pervenuta, ma anche perché ho sempre, e dico sempre, cercato di assicurare, per parte mia, una interlocuzione chiara e trasparente con il Parlamento, nel rispetto delle prerogative sovrane che spettano a questo consesso a tutela dei diritti di tutti i cittadini”.

“Mi sembra quasi superfluo confermare a quest’Aula un fatto di tutta evidenza, ossia che né da parte mia né da parte di alcun membro del mio governo si è proceduto alla firma di un trattato ancora incompleto: nessun trattato è stato infatti ancora sottoposto alla firma dei Paesi europei”, ha proseguito Conte. “Nel Consiglio dei Ministri del 27 febbraio 2019 è stata presentata e illustrata nel dettaglio la “Relazione consuntiva sulla partecipazione dell’Italia all’Unione europea, relativa all’anno 2018”. In quel contesto venne affrontata la gestione del MES. “Nessuno dei ministri presenti, compresi quelli della Lega, ha mosso obiezioni sul punto e, in particolare, sulla relazione da presentare alle Camere”, ha chiarito il premier.

“Non posso nascondere che questa informativa non può essere degradata a ordinario momento della fisiologica interlocuzione tra il governo e il Parlamento: questo mio passaggio assume un rilievo particolare. Da alcune settimane i massimi esponenti di alcune forze di opposizione hanno condotto una insistita, capillare campagna mediatica accusandomi di condotte talmente improprie e illegittime nella trattativa con l’Ue da essermi reso responsabile di alto tradimento. Sarei uno spergiuro perché venuto meno al vincolo di essere fedele alla Repubblica: si e’ perfino adombrato che avrei tenuto questa condotta per biechi interessi personali. Questa accusa possiamo dobbiamo convenirne tutti non rientra nell’ambito dell’ordinaria dialettica politica”, ha sottolineato il Capo del Governo.

“Alla luce della ricostruzione appena sopra riassunta, corroborata da precisi riscontri documentali, nessuno può oggi permettersi, non dico di sostenere apertamente ma anche solo di insinuare velatamente l’idea che il processo di riforma del Mes sia stato condotto segretamente o, peggio, firmato nottetempo”. “Non solo c’è stata piena condivisione all’interno del Governo, ma su questa materia vi è stato, con il Parlamento italiano, un dialogo costante, un aggiornamento approfondito”, ha detto ancora.

“Pur di attaccare la mia persona e il governo non ci si è fatti scrupolo di diffondere notizie allarmistiche, palesemente false, che hanno destato preoccupazione nei cittadini e, in particolare, nei risparmiatori. E’ stato detto che sarebbe prevista la “confisca dei conti correnti dei risparmiatori” e, più in generale, che “tutti i nostri risparmi verrebbero posti a rischio. E’ stato detto che il Mes servirebbe solo a beneficiare le banche altrui e non le nostre. E’ stato anche detto che il Mes sarebbe stato già firmato, e per giunta di notte”.

“Mi sono sorpreso, se posso dirlo, non della condotta del senatore Salvini, la cui “disinvoltura” a restituire la verità e la cui “resistenza” a studiare i dossier mi sono ben note, quanto del comportamento della deputata Meloni” nel “diffondere notizie allarmistiche, palesemente false”.

Parole, quelle di Conte, che hanno scatenato un vero e proprio putiferio in Aula. Il leghista Claudio Borghi ha urlato, “piantala!” mentre la Meloni interrompeva a più riprese l’intervento del premier, suscitando anche la reazione del presidente della Camera, Roberto Fico.

Riccardo Molinari, Capogruppo della Lega, replicando all’intervento di Conte lo ha invitato a recarsi dal Capo dello Stato “per rassegnare le dimissioni, perché il governo non ha rispettato il mandato parlamentare” in merito al MES. “Conte sostiene di aver pienamente esercitato il mandato parlamentare e che il Trattato non è ancora chiuso – ha detto ancora Molinari – questo mi rincuora però si chiarisca con il ministro dell’Economia Gualtieri che la settimana scorsa in Senato ha risposto che il pacchetto era chiuso”.

Non da meno la Meloni: “Lei ci ha letto 44 minuti di resoconti parlamentari sostanzialmente per smentire il suo governo. Noi in Senato abbiamo votato contro per altro. Lei ci ha fatto tutta la sua lezioncina sul rispetto del Parlamento e poi però la settimana scorsa il Ministro Gualtieri ci ha detto che il MES non è emendabile. Delle due l’una. Lei è un presidente che ci riempie di menzogne”.

Intanto, dall’UE arriva la precisazione sul MES: la riforma “è stata già approvata a giugno. Stiamo solo discutendo la legislazione secondaria, meglio chiudere ora”. “La firma sul trattato a dicembre non è necessaria. Può avvenire uno o due mesi più tardi”.

In ogni caso, all’oggi, l’Italia  non ha chiesto all’Eurogruppo di rinviare la firma della riforma che per essere approvata necessita dell’unanimità dei Paesi membri.

Antonio Marino

 

Foto: Ansa

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Antonio Marino

Cinquantunenne ma con lo spirito da eterno ragazzo. Adoro la compagnia degli amici con la 'A' maiuscola, la buona tavola e le buone birre. Appassionato di politica ma quella con la 'P' maiuscola, sposato più che felicemente. Difetti: sono pignolo. Pregi: sono pignolo
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