Cronaca

Morta Imane Fadil, teste chiave ai processi Ruby

La modella: "Mi hanno avvelenata"

Milano, 15 marzo – La modella marocchina Imane Fadil, 34 anni, testimone di spicco nei processi Ruby che vedono tra gli imputati, il leader di Forza Italia, Silvio Berlusconi, si è spenta nella clinica Humanitas, di Rozzano (MI) dove era ricoverata dallo scorso 29 gennaio. Il decesso è avvenuto il 1° marzo ma la notizia è stata diffusa solo oggi.

A gettare un’ombra di mistero sulle cause del decesso, le parole che la Fadil avrebbe detto a suo fratello ed al suo avvocato: “Mi hanno avvelenata”.

La Procura di Milano con il Procuratore Capo, Francesco Greco ha aperto un fascicolo d’inchiesta con l’ipotesi di omicidio. Il magistrato ha affermato che nella cartella clinica della modella, “ci sono più anomalie” e che “è stata disposta l’autopsia, che dovrebbe essere seguita a breve”. Greco ha spiegato inoltre che la Procura milanese ha avuto notizia del decesso soltanto la settimana scorsa, tramite l legale della giovane.

“Sono in corso gli accertamenti sui campioni di sangue prelevati durante il ricovero – ha aggiunto Greco – non si può escludere nessuna pista visto che dalla cartella clinica non emerge nessuna malattia specifica”. La Fadil aveva dichiarato di soffrire di gonfiori e dolori al ventre. Al momento però, i medici non hanno elementi che possano fornire una diagnosi.

Greco ha spiegato che la Fadil “durante il ricovero ha telefonato ad alcune persone, il fratello e l’avvocato, sostenendo di essere stata avvelenata. Stiamo sentendo i testimoni, verranno sentiti anche i medici dell’Humanitas, e abbiamo disposto l’acquisizione dei suoi oggetti personali”.

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Redazione La Voce

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