Alla vigilia della seconda tornata di consultazioni al Quirinale per la formazione del nuovo esecutivo, all’interno del mondo politico regna la confusione. Continui rimbalzi, smentite, frecciatine, accordi, poi allontanamenti e subito riappacificazioni. Come nel caso dell’ipotesi di un accordo Lega-M5s: prima si, poi no, poi si poi ancora no e adesso forse. Questa apparente nuova apertura tra il leader del Carroccio, Matteo Salvini, e quello del Movimento, Luigi Di Maio, è frutto di una telefonata nel corso della quale i due si sono accordati per la presidenza della Commissione speciale: il voto sarebbe per il deputato della Lega Nicola Molteni.
In una nota congiunta diffusa subito dopo il colloquio, si è potuto leggere che entrambi hanno manifestato spirito di collaborazione per rendere operativo il Parlamento al più presto. Ed un ulteriore prova è arrivata su Facebook da Salvini, che ha ribadito che le forze di centrodestra saliranno al Quirinale insieme: “Oggi ho chiamato Di Maio per accelerare i tempi per l’operatività di Camera e Senato. Domani come centrodestra unito andremo al Colle dal presidente Mattarella”, ha commentato.
Dunque gli animi pare si siano calmati e le due forze politiche riavvicinate. Ora l’unico scoglio da superare resta Silvio Berlusconi che non approva l’unione centrodestra-M5S. Specie per le affermazioni di Di Maio: “Io non chiedo un parricidio o un tradimento – ha infatti dichiarato il leader pentastellato – ma dico, e lo dico a Berlusconi, dopo 24 anni è momento di far partire un governo delle nuove generazioni, un governo del cambiamento”. “Io comprendo che la Lega sia all’interno di una coalizione – ha proseguito Di Maio – ma possiamo dirci che questa coalizione è nata solo per il Rosatellum. È una Lega molto diversa”. Il leader dei 5 stelle ha annunciato anche di voler avviare un comitato scientifico sull’analisi dei programmi elettorali che nominerà questa mattina e che e sarà presieduto dal professore Giacinto Della Cananea.
“Il comitato – ha spiegato Di Maio – effettuerà l’analisi dei programmi del Movimento 5 stelle, del Pd e della Lega per capire gli obiettivi convergenti e creare un primo passo verso la stesura di un contratto che impegni le forze politiche di fronte agli italiani. Poi con quelli con cui avremo più obiettivi in comune cominceremo a lavorare. Secondo Di Maio, dal Pd sta arrivando un atteggiamento sbagliato: “Ho proposto un contratto al Pd non per ricostruire il vecchio apparato di potere, quello che ci siamo detto in questi anni resta, ma so che c’è un processo interno e io guardo a questo. Ma le risposte che ho ricevuto in questi giorni – e mi sento rispondere anche con dell’ironia – non credo siano giuste, oltre che responsabili, è un modo di rispondere, rispetto a questo momento, che è ingiusto e allora io non ci sto”, ha precisato.
Ma il leader del M5S è ottimista e fiducioso che tra non molto si arriverà ad una svolta decisiva: “In questi giorni stiamo proseguendo nei contatti per la formazione di un governo del cambiamento guidato da me e che abbia come programma un contratto che sarà steso sul modello di quello tedesco – ha dichiarato – Abbiamo manifestato in tutte le sedi la nostra disponibilità a sottoscrivere questo contratto per mettere al centro i temi per i cittadini. Un contratto di governo che, come ho già detto, vogliamo scrivere o con la Lega o con il Pd tutto. Noi siamo pronti. – ha affermato infine Di Maio – In questi giorni, in queste ore stiamo seguendo con rispetto le evoluzioni in atto nei due schieramenti. Sono fiducioso che presto le cose si muoveranno perché gli italiani ci guardano e nessuno può permettersi di deludere le loro aspettative”.
Beatrice Spreafico