Politica

PONTE DI GENOVA: IL PERICOLO MAFIA NELLA RICOSTRUZIONE

E' il timore del presidente dell'Anticorruzione, Cantone. Il Governatore della Liguria, Toti: "Risorse del DL inferiori alle esigenze"

C’è la possibilità che la mafia si infiltri negli appalti per la ricostruzione del Ponte di Genova. E’ questo il timore espresso dal presidente dell’Autorità Anticorruzione, Raffaele Cantone, nel corso dell’audizione sul Decreto Genova di fronte alle Commissioni Trasporti e Ambiente della Camera.

A favorire possibili infiltrazioni da parte della criminalità organizzata, secondo Cantone, il fatto che nel Decreto sia prevista “la deroga a tutte le norme extrapenali” che “comporta anche quella al Codice Antimafia”. “Tale omissione”, secondo il presidente dell’Anticorruzione, è pericolosa poiché “vi sono molte attività connesse alla ricostruzione (dal movimento terra allo smaltimento dei rifiuti, ad esempio) in cui le imprese mafiose detengono un indiscutibile know how”.

A Cantone non è piaciuta neanche l’esclusione di Autostrade per l’Italia dai lavori di ricostruzione. “L’esclusione di soggetti diversi dall’attuale concessionario – ha spiegato -, generalizzate a tutti i concessionari di strade a pedaggio o che abbiano partecipazioni in esse o che siano da esse controllate, appare di dubbia legittimità, perché in contrasto con i principi di proporzionalità, concorrenza nonché con le indicazioni contenute nella Direttiva europea, che prevede cause di esclusione tassative”. Inoltre, la formula inserita in questa parte del Decreto, “evitare un indebito vantaggio”, manca di chiarezza. “Quale sarebbe – si è chiesto ed ha chiesto Cantone – il vantaggio competitivo di un operatore che ha una partecipazione anche minima in una concessionaria di strade a pedaggio? E quale sarebbe il vantaggio competitivo di altri operatori, diversi dall’attuale concessionario?”.

Il presidente dell’Anticorruzione ha espresso dubbi anche sui poteri del Commissario Straordinario nominato dal Governo. Riferendosi ai poteri conferiti nella fattispecie al Sindaco di Genova, Cantone ha fatto notare come “con la deroga a tutte le norme dell’ordinamento italiano, ad esclusione di quelle penali si intende consentire al Commissario di muoversi con assoluta e totale libertà, imponendogli solo i principi inderogabili dell’Unione europea ed ovviamente i principi costituzionali. Quello che è accaduto a Genova è una tragedia di proporzioni enormi e lo Stato non può certamente stare a guardare, ma deve utilizzare qualunque strumento affinché il ponte sia ricostruito al più presto e al meglio. E’ un dovere verso la città ma anche verso le vittime”. Pertanto, “il modo migliore per far sì che un appalto sia espletato in tempi rapidi, e che soprattutto i lavori vengano eseguiti in modo egualmente spedito ma anche a regola d’arte, è che la stazione appaltante abbia un quadro di regole chiaro e certo”.

In questo contesto, Cantone ritiene che si sta “affidando al Commissario una disciplina alquanto complessa, non solo sugli appalti ma anche sui rifiuti” ed il rischio è quello di “moltiplicare il contenzioso proprio perché il quadro normativo si caratterizzerà per estrema incertezza”.

Cantone non è l’unico ad avere dubbi sulla bontà del Decreto Genova. Anche il presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti ha espresso perplessità ma di ordine finanziario. “Il volume di danno della comunità di Genova – ha affermato Toti – è molto superiore a quanto previsto dal Decreto. Sono dotazioni che non soddisfano le esigenze larghe della comunità ligure, anche se al momento non mi sento neppure di dare cifre esatte”. In ogni caso, ha rimarcato il Governatore ligure, “è inutile fare l’assalto alla diligenza” in quanto “è nota la situazione del Bilancio dello Stato e inoltre il DL si discute in contemporanea con Legge di Stabilità”.

Antonio Marino

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Antonio Marino

Cinquantunenne ma con lo spirito da eterno ragazzo. Adoro la compagnia degli amici con la 'A' maiuscola, la buona tavola e le buone birre. Appassionato di politica ma quella con la 'P' maiuscola, sposato più che felicemente. Difetti: sono pignolo. Pregi: sono pignolo
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