Politica

RITORNANO LE PROVINCE. LA LEGA DICE SI’, IL M5S E’ CONTRARIO

Questo è il governo del cambiamento: diminuiscono i posti di lavoro, aumentano le poltrone"

La loro eliminazione era stata al centro del dibattito politico per diverso tempo e si era giunti alla loro eliminazione sebben non totale. Adesso, stando a quanto si legge nell’ultima bozza delle ‘Linee guida per la riforma degli enti locali’, le Province tornano a far capolino.

La bozza recita: “Province con presidente e consiglieri eletti e relative giunte nominate”. Il che significa qualcosa come 2.500 ulteriori stipendi da pagare a consiglieri, presidenti ed assessori.

Al testo hanno lavorato il Movimento Cinque Stelle e la Lega; pare che a caldeggiare il passo indietro sia proprio il Carroccio mentre i grillini frenano e scaricano la responsabilità agli alleati padani: “Riforma della Lega, non siamo d’accordo”. “Si tratta di una riforma del Testo unito Enti locali portata avanti dalla Lega sulla quale il M5s non è assolutamente d’accordo”.

Una presa di distanze, quella del M5S, che lascia il tempo che trova. L’obiettivo del documento è quello di tramutarsi in legge, ricorda il quotidiano economico ‘Il Sole 24ore’. Del resto, il fatto che sia scritta su carta intestata della Presidenza del Consiglio, può non essere casuale. Inoltre è frutto del tavolo tecnico-politico in seno alla conferenza Stato-Città, istituito con l’ultimo Decreto Milleproroghe. A coordinarlo, il leghista Stefano Candiani, Sottosegretario al Ministrero dell’Interno, e Laura Castelli, Viceministro dell’Economia in quota Cinque Stelle.

Compito del tavolo tecnico è quello di strutturare la legge-delega, ridimensionando la tempistica dei decreti attuativi. Così facendo, il ritorno alle Province sarebbe cosa fatta e strutturata senza alcun dibattito parlamentare. Se il testo dovesse divenire legge, sarebbe sì un ritorno al passato ma comporterebbe anche l’eliminazione di tutti quegli “organismi comunque denominati” sorti nel nulla e dal nulla che hanno il compito di assolvere a compiti che furono delle vecchie istituzioni provinciali, ma quasi del tutto sconosciuti agli italiani.

Candiani ha spiegato: “C’è stata un’ampia condivisione sul superamento della situazione attuale”, precisando che dal M5S non c’è stata obiezione. Il ritorno ai consigli provinciali non comporterebbe la cancellazione dell’Assemblea dei Sindaci, voluta dall’ex Ministro Delrio, che viene votata dagli amministratori locali e non dall’elettorato italiano. Di fatto quindi, Province e Città Metropolitane finirebbero col coesistere.

La notizia ha infiammato il confronto politico con l’attacco del Partito Democratico che parla attraverso l’ex Segretario Matteo Renzi. L’ex premier sul suo profilo Facebook scrive: “Pur di andare contro le scelte del nostro governo, fanno risorgere le vecchie Province. Dopo aver salvato il Cnel e il bicameralismo paritario, torna l’elezione diretta delle Province. Questo è il governo del cambiamento: diminuiscono i posti di lavoro, aumentano le poltrone”.

Il Vicepremier Luigi Di Maio ha però sottolineato: “Per me le Province si tagliano. Punto. Ogni poltronificio per noi deve essere abolito. Efficienza e snellimento, questi devono essere i fari. Questa è la linea del M5s”.

Antonio Marino

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Antonio Marino

Cinquantunenne ma con lo spirito da eterno ragazzo. Adoro la compagnia degli amici con la 'A' maiuscola, la buona tavola e le buone birre. Appassionato di politica ma quella con la 'P' maiuscola, sposato più che felicemente. Difetti: sono pignolo. Pregi: sono pignolo
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