Politica

SALVINI AL M5S: “SIETE TROPPO VICINI AL PD”. E’ ANCORA SCONTRO

Ed è lite anche nella questione del rapporto deficit-PIL

Non c’è pace nell’alleanza di Governo, ormai è sempre più scricchiolante a causa dei continui botta e risposta tra i due Vicepremier, Matteo Salvini e Luigi Di Maio. Stavolta, a dar fuoco alle polveri ci ha pensato il leader leghista che, senza troppi giri di parole ha apertamente accusato i pentastellati di essere troppo vicini alle posizioni del Partito Democratico. Ne è nato un botta e risposta con Di Maio che ha replicato, tornando sul caso Siri ed invitando Salvini a non prendere sul personale la conclusione della vicenda. A questo, Di Maio ha aggiunto che l’alleato (la Lega ndr) “è troppo irritato”.

Il Movimento Cinque Stelle ha ricordato a Salvini che “finora, l’unico no è arrivato dalla Lega, lunedì, in Commissione Difesa, sulla nostra legge per i sindacati militari. Avevamo presentato un emendamento per inserire il principio che i contenziosi fossero attribuiti al Giudice Ordinario, come accade per ogni lavoratore. La Lega ha votato no insieme a Pd e Forza Italia. Quindi, l’unica sintonia emersa finora con il Pd si è vista con la Lega”.

Il Partito Democratico, sentitosi chiamare in causa nella querelle Lega-M5S, si è affrettato a chiarire le proprie posizioni. Il Capogruppo al Senato, Andrea Marcucci, su Twitter ha scritto: “Per una volta sono d’accordo con Luigi Di Maio: non stringeremo mai un’alleanza con il Movimento 5 Stelle”.

Salvini è poi tornato a gettare benzina su un fuoco già sufficientemente alimentato. “Io per 11 mesi ho mantenuto la parola con gli italiani e con i Cinquestelle”. Tuttavia, “inizio a notare troppi accoppiamenti fra PD e M5S, troppa sintonia”. Il leader del Carroccio ha poi aggiunto caustico: “No alla Flat Tax, no all’autonomia, no al nuovo Decreto Sicurezza, e magari riapriamo i porti: mi spieghi qualcuno se vuole andare d’accordo con il PD o con gli italiani e la Lega rispettando il patto”.

Di Maio ha immediatamente reagito, replicando: “Il Movimento 5 Stelle vuole fare la Flat Tax, l’autonomia, un altro DL sulla Sicurezza ma sui rimpatri. I temi ci sono e si devono affrontare, ma da quando c’è stato il caso Siri la Lega l’ha presa sul personale. Sto chiedendo un vertice di Governo, ma vedo un po’ di irritazione”.

Savini ha controreplicato nel corso di un comizio elettorale: “Il signor Di Maio lo venga a spiegare ai veneti e ai lombardi che si è rimangiato la parola data, perché io di parola ne ho solo una. Mi sembra invece che si siano un po’ troppi no. I ‘signor no’ non costruiscono nulla, in Italia abbiamo bisogno di sì”.

Parole, quelle di Salvini che hanno trovato l’ennesima controreplica del Capo dei pentastellati: “Io e Salvini non siamo persone che tirano a campare. Questo momento di distanza non è legato alla campagna elettorale. Su alcuni temi lo marcherò sempre. Dopo il 26 maggio, anche in base ai risultato elettorale, dobbiamo metterci a lavorare alla nuova Legge di Bilancio, bisogna recuperare molte risorse e fare responsabilmente una serie di cose da giugno a dicembre per gli italiani. Spero che questa cosa dei mitra finisca perché dobbiamo fare cose concrete. Dopo le Europee credo che la smetteranno”.

Giusto per non farsi mancare nulla, lo scontro tra i due Vicepremier si è spostato sul deficit e sul PIL. Secondo Salvini, all’occorrenza è possibile sforare il tetto del 3% del rapporto deficit-PIL ma Di Maio la vede diversamente ed ammonisce il Capo della Lega nell’evitare “sparate” utili solo a far crescere lo Spread. Salvini rimarca: “Fino a che non arriveremo al 5% di disoccupazione, in Italia spenderemo tutto quello che dovremo spendere. Se qualcuno a Bruxelles si lamenta ce ne faremo una ragione”. Di Maio bolla le parole di Salvini come “irresponsabili”. “Prima di spararle sul debito-PIL, mettiamoci a tagliare tutto quello che non è stato tagliato in questi anni di spese inutili, di grande evasione e di Spending Review anche per gli enti locali”.

Ed oggi è un altro giorno dove si attende quello che i due leader sapranno riservare.

Antonio Marino

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Antonio Marino

Cinquantunenne ma con lo spirito da eterno ragazzo. Adoro la compagnia degli amici con la 'A' maiuscola, la buona tavola e le buone birre. Appassionato di politica ma quella con la 'P' maiuscola, sposato più che felicemente. Difetti: sono pignolo. Pregi: sono pignolo
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