Politica

Sbarco dei migranti a Trapani: divampa la polemica

Di Maio: "Rispettare Mattarella". Salvini: "Andrò fino in fondo"

Roma, 13 luglio – I 67 migranti che si trovavano a bordo della nave della Guardia Costiera, Diciotti, sono stati sbarcati nella tarda serata di ieri al porto di Trapani. Decisivo l’intervento del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella che, preoccupato per le condizioni di salute dei migranti, soprattutto donne e bambini, ha telefonato al Capo del Governo, Giuseppe Conte, esortandolo a sbloccare la situazione.

I due migranti che avrebbero minacciato l’equipaggio della Vos Thalassa, sono stati identificati ed indagati. Si tratta del sudanese Ibrahim Bushara e del ganese Hamid Ibrahim. Per loro, l’accusa è di violenza privata continuata e aggravata in danno del comandante e dell’equipaggio del rimorchiatore Vos Thalassa. I due saranno interrogati oggi insieme agli altri migranti dal personale della Squadra Mobile della Questura, dello SCO della Polizia di Roma e da militari del NSI della Guardia Costiera.

Stando a quanto riferito dall’equipaggio della Vos Thalassa, la reazione dei migranti e le presunte minacce, si sono verificate quando hanno capito che la nave li stava riportando verso la Libia. A quel punto, avrebbero circondato l’equipaggio e spintonato il Primo Ufficiale.

L’autorizzazione allo sbarco è stata vista come un bypass nei confronti del Ministero degli Interni. Matteo Salvini stava mantenendo la posizione della fermezza circa il permettere ai migranti di lasciare la Diciotti, proprio per accertare i fatti relativi alle minacce verso gli uomini della Vos Thalassa. Nel merito, il titolare del Viminale aveva dichiarato: “Andrò fino in fondo, fino a quando qualcuno non verrà assicurato alla giustizia”, dicendo che nelle sue funzioni di “ministro dell’Interno” sarebbe stato pronto a fare “di tutto per difendere la sicurezza degli italiani. Quello che sto facendo è bloccare partenze, sbarchi e morti”. Salvini, riferendosi all’intervento di Mattarella, aveva aggiunto: “Non si è mai intromesso in quello che io ho fatto come Ministro dell’Interno. Io non ho niente da chiarire; se comunque Mattarella vuole capire cosa ho fatto io sono a disposizione, ma la lotta ai clandestini è una delle priorità del Paese. L’unica cosa che mi farebbe arrabbiare è che tutti gli sbarcati della Diciotti finissero a piede libero; qualcuno deve pagare, ci deve esser certezza della pena. Mi auguro la Procura faccia in fretta, non può finire a tarallucci e vino”.

A stretto giro è giunta la replica dell’altro Vicepremier, Luigi Di Maio che si è schierato dalla parte del Capo dello Stato: “Io credo che se il presidente è intervenuto bisogna rispettare le sue decisioni”.

Nel merito della vicenda è intervenuta anche l’Associazione Nazionale Magistrati. “Il lavoro dei magistrati della Procura di Trapani venga lasciato proseguire senza interferenze”, ha affermato l’ANM in una Nota aggiungendo di ritenere qualsiasi richiesta di intervento, “ingiustificata e non in linea con i principi di autonomia e indipendenza fissati dalla Costituzione, cui tutti devono attenersi”.

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Antonio Marino

Cinquantunenne ma con lo spirito da eterno ragazzo. Adoro la compagnia degli amici con la 'A' maiuscola, la buona tavola e le buone birre. Appassionato di politica ma quella con la 'P' maiuscola, sposato più che felicemente. Difetti: sono pignolo. Pregi: sono pignolo
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