Calcio Serie A

Serie A: la Juventus cade con la SPAL e rinvia la festa scudetto

Roma e Milan, successo con vista sull'Europa

La SPAL si intromette tra la Juventus e l’ottavo scudetto consecutivo bruciando il primo match point a favore dei bianconeri; al “Mazza”, infatti, finisce 2-1 per gli estensi che salgono così a 35 punti in classifica e sentono il profumo della salvezza. Allegri opta per una formazione volutamente rimaneggiata in vista dell’impegno casalingo di martedì sera contro l’Ajax che vale l’approdo alle semifinali di Champions League; giocano dal primo minuto il rientrante Cuadrado e i giovani Gozzi e Kastanos, con altri due “primavera”, Nicolussi e Mavididi che trovano spazio nella ripresa.

Alla mezz’ora è comunque la Juventus, piuttosto opaca fino a quel momento, a trovare il vantaggio grazie al 6° gol in campionato di Moise Kean, che si imbatte fortuitamente nella traiettoria della conclusione dal limite di Cancelo e spiazza l’incolpevole Viviano. La squadra di Semplici però reagisce con carattere nel secondo tempo e ottiene il pareggio in apertura grazie al colpo di testa di Bonifazi che schiaccia di prepotenza il corner calciato da Schiattarella. L’1-1 consentirebbe alla Juventus di festeggiare ugualmente il titolo con sei giornate di anticipo, ma i ferraresi non si accontentano e, anche grazie all’inesperienza della gioventù bianconera, sigillano il gol del 2-1 con Floccari che rinvia così la possibile festa scudetto a domenica prossima, quando la squadra di Allegri affronterà la Fiorentina tra le mura amiche dello “Stadium”.

Nel match delle 18, Roma e Udinese scendevano in campo con aspirazioni diametralmente opposte; mentre per i giallorossi l’obiettivo era riproporsi come seria candidata all’ingresso nella prossima Champions League, i friulani miravano invece a puntellare ulteriormente il proprio cammino verso la salvezza, già consolidato nelle ultime tre giornate grazie alla conquista di 7 punti. Hanno avuto la meglio gli uomini di Ranieri, che si sono imposti a fatica per 1-0 sotto una pioggia impetuosa salendo a quota 54 punti, bottino che al momento vale il quinto posto.

Gli uomini di Tudor, tuttavia, si sono presentati all'”Olimpico” senza alcun timore reverenziale; ne sono testimonianza la botta di Mandragora, che nel primo tempo mette i brividi a Mirante, e il palo di De Maio nella ripresa, con il portiere romanista fuori causa. La scossa ai giallorossi arriva nel cuore della ripresa da Edin Dzeko; dapprima il centravanti bosniaco con un colpo di testa costringe Musso a volare sotto l’incrocio dei pali, successivamente, al minuto 67, lo trafigge freddamente, servito da una prelibatezza d’esterno di El Sharaawy.

Con la Roma nuovamente in corsa, assumeva ancora più peso l’incrocio serale tra Milan e Lazio; in un match equilibrato e combattuto, i rossoneri hanno ritrovato la vittoria, con il punteggio di 1-0, dopo quattro giornate di astinenza. La squadra di Gattuso è dunque sempre quarta con 55 punti, mentre i biancocelesti, a quota 49 e con una partita da recuperare, scivolano momentaneamente al settimo posto.

L’avvio della squadra di Inzaghi è a dir poco folgorante, con Reina che dopo nemmeno tre minuti e chiamato al miracolo sul destro di Immobile, costruito a conclusione di una combinazione con Correa; l’attaccante napoletano si fa vivo nuovamente nel primo tempo scrostando il palo, mentre per il Milan l’unica occasione degna di nota porta la firma di Piatek, il cui colpo di testa si spegne ad un palmo dal palo. Nella ripresa, l’arbitro Rocchi concede al Milan due calci di rigore; il primo, fischiato quando il cross di Cahlanoglu incoccia sul braccio di Acerbi, viene rivalutato alla VAR e correttamente revocato, mentre il secondo, dovuto ad un intervento scoordinato di Durmisi su Musacchio, è fin da subito evidente e viene trasformato con disinvoltura da Kessie che spiazza Strakosha e mette a segno il proprio 5° gol in campionato. Prima del triplice fischio, Suso costringe l’estremo difensore laziale ad un volo da applausi sul suo sinistro a giro; sull’altro lato del campo, la Lazio recrimina per un intervento al limite della legalità di Rodríguez su Milinkovic-Savic, che avrebbe potuto essere sanzionato in modo tutt’altro che scandaloso con la massima punizione. San Siro resta dunque un tabù per la Lazio, che non si impone nella Milano rossonera da trent’anni; a partita conclusa, poi, prevale il nervosismo e volano scintille tra Kessie e Acerbi, con Gattuso a sedare faticosamente gli animi.

Gigi Bria

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Gigi Bria

Le cose migliori arrivano per caso. Per caso, ormai dieci anni fa, iniziai ad insegnare diritto ed economia politica in una scuola superiore di Milano. Sempre per caso, qualche anno fa, mi fu proposto di scrivere. Ho visto "La Voce" quando era ancora un embrione; ora è il giovane figlio di cui mi prendo cura ogni giorno parlando di sport e dirigendone la relativa redazione. Seguo il mondo del calcio, confidando di riuscire a non far mai trasparire la mia pur blanda fede calcistica.
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