Politica

Spaccature nel Pd in vista delle nuove consultazioni: l’apertura al dialogo di Di Maio, divide i Dem

Il segretario reggente del Pd, Maurizio Martina, dice no alla logica del M5S. Resta la distanza dai pentastellati: "Non possiamo immaginare la strada proposta da Di Maio"

La data delle nuove consultazioni è decisa. Dopo l’incertezza dei giorni scorsi, il presidente della Repubblica ha finalmente fissato la nuova data delle nuove consultazioni: colloqui si terranno giovedì e venerdì. Il primo giorno sarà dedicato alle forze politiche mentre il secondo alle cariche istituzionali. Per questa tornata, l’ordine sarà invertito: penultimo incontro sarà infatti con il Centrodestra unito mentre l’ultimo partito a salire al Quirinale sarà il Movimento 5 Stelle.

Il commento di Di Maio su Facebook per questo “ultimo posto” è stato: “Anche stavolta saremo gli ultimi a salire al Colle: sarà un’occasione per parlare al Presidente dei passi avanti per la formazione del governo. Le forze politiche hanno bisogno di un po’ di tempo e noi glielo daremo”. Ma in vista delle nuove consultazioni, ci sono ben altri problemi. Come la situazione interna del Pd che pare sembra più un partito spaccato tra chi vuole fare un passo in avanti verso il Movimento 5 Stelle e chi insiste invece per il no secco davanti alla proposta di Luigi Di Maio di unirsi per creare un nuovo governo quanto prima.

Maurizio Martina, segretario reggente, ha ribadito nuovamente l’impossibilità di creare un governo con i pentastellati: “Lo scenario vede il Pd attestato sulla linea decisa in direzione. Il giudizio severo del 4 marzo ci impone una riorganizzazione profonda, non siamo noi a poter esprimere una opzione di governo”. Martina ha precisato il ruolo del Pd: “Ci riteniamo responsabili verso l’Italia anche da posizioni di minoranza. Non rinunciamo all’ambizione di dire la nostra sui grandi temi”.

La distanza dal M5S è netta: “Non possiamo immaginare la strada proposta da Di Maio, la sua è una logica irricevibile. Pd e Lega non sono certo interscambiabili – ha commentato Martina -. Denunciare questo non significa essere indifferenti a quello che accade. Dobbiamo interpretare fino in fondo una posizione onesta e limpida, dicendo chiaramente che noi siamo parte di un’iniziativa che si svilupperà per le vie parlamentari, senza stare alla finestra. Di Maio pensa che noi e la Lega possiamo essere interscambiabili. È una logica che rifiutiamo”.

In merito poi alle presunte divergenze all’interno del suo partito, Martina ha voluto rassicurare dicendo che proseguirà si il confronto, ma che i toni saranno sicuramente più pacati: “Seguiamo l’evoluzione dello  scenario e continuiamo a confrontarci seguendo la linea che abbiamo costruito. Abbiamo il dovere di richiamare alla responsabilità chi è uscito vincitore dall’esito elettorale. Discutere e confrontarci senza per forza prenderci a stracci si può fare”.

D’accordo con Martina nel voler continuare a confrontarsi ma con toni più tranquilli, anche Dario Franceschini: “Grazie a Maurizio che ha individuato un percorso ragionevole. Dobbiamo recuperare capacità di discutere senza gettare fango, quando uno di noi indica direzione diversa o idea diversa”. Per Franceschini il dibattito è indispensabile per far nascere l’unità: “È un’unità vera se nasce da posizioni diverse e finta se esce da assenza dibattito. Abbiamo un grande bisogno di discutere fra di noi”.

Parlando di governo futuro, Franceschini ha precisato che l’obiettivo principale per il Pd è quello di evitare l’asse Lega-M5s ritenendo che sia meglio per l’intero paese se questo non accade. Quello che bisognare fare realmente, secondo Franceschini è aprirsi al dialogo: “Il punto non è fare un governo con il M5s, ma tenere aperto un dialogo con tutti, cercare di costruire un rapporto perché i rapporti in politica si condizionano anche stando in minoranza, dipende da come la fai”.  E ribadisce: “L’interesse del Paese deve venire prima di quello del partito”.

Dunque, niente immobilismo: “Io credo – ha spiegato il ministro – che non basti assistere a quello che avviene. Nessuno ha vinto in modo tale da poter governare il Paese e allora penso che non basti più soltanto assistere. La prima fase, con la direzione che ha dato la linea dell’opposizione, penso sia stata giusta, ma oggi dobbiamo prepararci a una seconda fase”. Opposizione sì, quindi, ma ponderata: “Si può graduare il modo di fare opposizione a seconda di quanti di quei temi vengono accolti. Io penso che ci sia un grande spazio per un’iniziativa politica del Pd in questa seconda fase del percorso”, ha concluso.

Ferma e decisa, invece, la posizione del capogruppo Pd Andrea Marcucci: “Il punto è che hanno vinto le elezioni e la realtà li costringerà a governare: il voto degli italiani va rispettato, chi ha vinto deve governare. Ci hanno chiesto di abiurare quattro anni di buon governo: non siamo disponibili a fare alcuna abiura”, ha ribadito. “È impossibile qualsiasi governo con il M5S, tutto ci divide da loro”. Ed anche Matteo Orfini ha sottolineato le numerose divergenze tra i due partiti: “Il M5s non è una costola della sinistra ed è distante dal Pd, almeno quanto il Pd è distante dalla Lega”.

Beatrice Spreafico

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Beatrice Spreafico

"Leggere, scrivere, chiacchierare, ascoltare, ridere, amare.. queste sono le costanti della mia vita senza le quali non potrei essere io. Amo emozionarmi e sorprendermi, cercando di lasciare un bel ricordo di me nelle persone che incontro. Credo nell’empatia e nel potere della determinazione: la mia testardaggine incallita è rinomata e - guarda caso - il mio motto è “mai arrendersi. Le cose belle richiedono tempo”. Porto gli occhiali, che sono la mia estensione sul mondo e vivo tra ricci e capricci. Sono Social Media Manger In Wellnet, dove mi occupo di Social e sviluppo Piani Strategici ed Operativi per i clienti, su differenti piattaforme. In poche parole? Trasformo le loro richieste in parole ed immagini da ricordare. A LaVoce, invece, mi occupo della prima pagina scrivendo di politica, economia, attualità e scienza."

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