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Tsunami in Indonesia. Il sistema d’allarme inattivo dal 2012

Giava, 24 dicembre – Continuano le operazioni di soccorso a seguito dello tsunami che ha investito la costa sud di Sumatra e quella est di Java, in Indonesia, dopo l’eruzione del vulcano Krakatoa. Il bilancio delle vittime aggiornato vuole, 373 morti, 1.459 feriti, circa 11.000 sfollati e 128 dispersi. Inoltre, almeno 600 le abitazioni distrutte e 9 hotel danneggiati.

Il portavoce della Protezione Civile ha purtroppo affermato che “il numero delle vittime e dei danni continuerà a salire”.

Il portavoce dell’Agenzia per la Gestione dei Disastri, Sutopo Purwo Nugroho, ha denunciato che il sistema d’allarme per le zone colpite dallo tsunami,  “non è operativo dal 2012”. A renderlo inservibile, la scarsità delle risorse economiche, difficoltà tecniche ed atti vandalici.

Alla già difficile situazione si aggiunge quella data dalla pericolosità del vulcano  Anak, definito  il “figlio del Krakatoa”. Il vulcano infatti continua ad eruttare lava; c’è il timore che l’attività vulcanica possa generare un altro tsunami. Per questo motivo, le Autorità hanno invitato cittadini e turisti a tenersi lontani dalla spiaggia.

Nella tragedia, una notizia positiva: un bambino di 5 anni è stato estratto vivo dalle macerie sotto le quali era sepolto da 12 ore. Ancora però non si hanno notizie dei suoi familiari.

La Voce

 

Foto: Ansa

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Redazione La Voce

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