Scienza

Uno studio internazionale ha rivelato l’esistenza di un gene che provoca il rigetto nei trapianti

I ricercatori hanno identificato il gene LIMS1 che, quando diverso tra donatore e ricevente, contribuisce a peggiorare la riuscita del trapianto. La scoperta aiuterà a migliorare la scelta dei donatori

Sono più di 130mila le persone che ogni anno, nel mondo, ricevono un trapianto di organo. Per chi riceve un trapianto la probabilità di sopravvivenza è di circa il 70% a 5 anni, rispetto ad un’aspettativa che senza trapianto non sarebbe altrettando positiva. I pazienti in attesa di ricevere un trapianto e che poi realmente riescono ad ottenerlo sono meno del 30%. E il 20% aspetta un trapianto di rene per la seconda volta poiché un certo numero di trapianti smette di funzionare nel tempo, a causa del sistema immunitario dell’ospite che riconosce l’organo trapiantato come diverso e quindi lo rigetta. A fronte di questa percentuale, è dunque importante migliorare l’abbinamento tra donatore e ricevente, selezionandoli per caratteristiche genetiche compatibili.


Lo studio internazionale, condotto dalla Columbia University di New York e da alcuni centri europei, tra cui la Città della Salute e Università di Torino, ha dato una svolta da questo punto di vista grazie alla scoperta di gene che provoca il rigetto nei trapianti. I ricercatori, infatti, hanno identificato un gene chiamato LIMS1 che, se diverso tra donatore e ricevente e quindi incompatibile, contribuisce a peggiorare la riuscita del trapianto.

E’ una scoperta importante poiché potrà aiutare a migliorare la scelta dei donatori. Per questo studio sono state analizzate più di 2700 coppie donatore-ricevente di trapianto renale, quasi 800 delle quali di Torino. Il professore Antonio Amoroso, responsabile del gruppo di ricerca di Genetica dei Trapianti dell’Universita’ di Torino, spiega che grazie a un

In questa occasione è stato utilizzato l’approccio cosiddetto genomico, vale a dire di analisi di migliaia di caratteristiche genetiche di donatori e riceventi di trapianto renale, si è identificata una combinazione genetica che più frequentemente era presente nei riceventi il cui trapianto era stato rigettato.

Come ha spiegato il professore Antonio Amoroso, responsabile del gruppo di ricerca di Genetica dei Trapianti dell’Universita’ di Torino: “Si è compreso che nella popolazione di origine europea il 60% dei soggetti presenta una caratteristica genetica che permette di produrre una proteina (LIMS1) presente in molti tessuti, compreso quello renale. Al contrario, il 40% degli individui invece possiede varianti genetiche che non permettono di esprimerla. In caso di trapianto di rene che provenga da un donatore con la variante che esprime la proteina LIMS1 – ha aggiunto il dottor Amoroso – i riceventi che geneticamente non la producono possono riconoscerla come estranea ed indirizzare contro di essa una risposta immunitaria di rigetto dell’intero trapianto. E’ stato dimostrato che i riceventi negativi per la proteina sviluppano – quando trapiantati con reni positivi – anticorpi anti-LIMS1.

Beatrice Spreafico

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Beatrice Spreafico

"Leggere, scrivere, chiacchierare, ascoltare, ridere, amare.. queste sono le costanti della mia vita senza le quali non potrei essere io. Amo emozionarmi e sorprendermi, cercando di lasciare un bel ricordo di me nelle persone che incontro. Credo nell’empatia e nel potere della determinazione: la mia testardaggine incallita è rinomata e - guarda caso - il mio motto è “mai arrendersi. Le cose belle richiedono tempo”. Porto gli occhiali, che sono la mia estensione sul mondo e vivo tra ricci e capricci. Sono Social Media Manger In Wellnet, dove mi occupo di Social e sviluppo Piani Strategici ed Operativi per i clienti, su differenti piattaforme. In poche parole? Trasformo le loro richieste in parole ed immagini da ricordare. A LaVoce, invece, mi occupo della prima pagina scrivendo di politica, economia, attualità e scienza."

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