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VACANZE ITALIANE. Viaggio nelle Terre Verdiane tra storia e cultura

Prima parte

Comincia oggi con la pubblicazione della prima parte, il reportage di un tour turistico-culturale che vi consiglio vivamente di fare: quello delle Terre Verdiane, ovvero tutti quei luoghi che furono cari al ‘Cigno di Busseto’, meglio noto come Giuseppe Verdi. Buona lettura!

Si parte in mattinata, non prestissimo: da dove mi trovo, Salsomaggiore, la prima tappa dista poco più di 20 chilometri che percorro in scioltezza, lungo la Strada Statale che taglia la Bassa Padana con i suoi colori unici e cangianti in continuazione.

Man mano che procedo verso la prima meta, è come se andassi indietro nel tempo e quelle strade mi sembra di vederle segnate dal passo deciso delle armate napoleoniche nelle loro uniformi bianche e blu: 1813, anno di nascita del Maestro Giuseppe Verdi ed è alla sua casa natale, a Roncole Verdi, una frazione di Busseto, che ha inizio il mio viaggio tra storia e cultura.

La costruzione risale al 1700 ed è una miscela tra una casa, una locanda ed una stazione di posta, come Casa natale del Maestrospesso capitava di trovare a quei tempi. Appena fuori dall’ingresso, una statua in bronzo del Maestro troneggia quasi ad ammonirmi di portare il massimo del rispetto per quel luogo caro alla sua memoria. Entro e subito la sensazione forte di respirare l’aria di un tempo, con i suoi costumi, i suoi commerci ed il suo difficile momento storico, mi pervade. E’ un edificio su due piani razionalmente suddiviso tra la zona padronale e quella commerciale.

I poveri arredi, così come le stoviglie, sono testimonianza di quanto poco benessere vi fosse in quella dimora, nonostante il lavoro duro. Mi addentro nella stanza adibita ad osteria e mi sembra di vedere mamma Luigia versare il vino nelle ciotole per servirlo agli avventori, scendo nella cantina ed è come se vedessi papà Carlo, imbottigliarlo dalle antiche botti di legno; ma le emozioni più intense le vivo quando salgo al piano superiore ed entro nella camera da letto dei coniugi Verdi: 10 ottobre 1813, circa le otto di sera quando il Maestro viene alla luce proprio in quella stanza. La camera accanto diverrà quella del piccolo Giuseppe e quelle mura si impregneranno delle prime note da lui suonate con quella spinetta, un antico strumento precursore del pianoforte, regalatagli dal papà con sacrifici facilmente immaginabili. Papà Carlo, pur non molto acculturato, aveva capito che in quel bambino c’era qualcosa in più; Giuseppe non perdeva occasione di dimostrarlo suonando l’organo nella vicina Chiesa di San Michele Arcangelo sotto la guida dei suoi primi maestri: don Carlo Arcari e Pietro Baistrocchi.

Le finanze risicate non permettevano ai suoi genitori di mantenerlo a costosi studi di musica ma il cuore di un genitore sa essere grande ed è così che papà Carlo si confida con un suo cliente, il ricco commerciante Antonio Barezzi con attività e casa nella vicina Busseto. Barezzi, uomo di grande cultura musicale, fondatore della locale Filarmonica ed egli stesso musicista, si convince che è il caso di sostenere le virtù del piccolo Giuseppe accogliendolo così nella propria abitazione. Lascio Roncole Verdi per ripercorrere lo stesso cammino del giovane Verdi in direzione Busseto, Casa Barezzi.

Antonio Marino

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Antonio Marino

Cinquantunenne ma con lo spirito da eterno ragazzo. Adoro la compagnia degli amici con la 'A' maiuscola, la buona tavola e le buone birre. Appassionato di politica ma quella con la 'P' maiuscola, sposato più che felicemente. Difetti: sono pignolo. Pregi: sono pignolo

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