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WIKILEAKS: JULIAN ASSANGE ARRESTATO A LONDRA

La cattura nell'Ambasciata dell'Ecuador dove viveva da 7 anni con un permesso d'asilo revocato dal Paese sudamericano

Londra, 11 aprile – Il fondatore di Wikileaks, Julian Assange è stat arrestato questa mattina a Londra dagli agenti di Scotland Yard. La cattura di Assange è stata compiuta all’interno dell’Ambasciata dell’Ecuador che gli ha revocato la concessione d’asilo datagli nel 2012. Su di lui gravano le accuse di violazione dei termini di libertà vigilata, dopo che era stato fermato a Londra per un presunto stupro avvenuto in Svezia e per il quale, la vittima ha chiesto la riapertura dell’inchiesta.

L’arresto di Assange è stato piuttosto cruento: gli agenti infatti, lo hanno ammanettato e condotto fuori dalla sede diplomatica con l’uso della forza.

Assange, durante le fasi dell’arresto ha usato parole durissime nei confronti del Governo britannico: “Il Regno Unito non ha civiltà”, ha affermato il giornalista australiano per poi rivolgere un appello ai cittadini inglesi: “Il Regno Unito deve resistere”.

A seguito dell’arresto di Assange, Wikileaks ha commentato criticamente l’atteggiamento dell’Ecuador per aver “revocato illegalmente l’asilo in violazione del diritto internazionale”, aggiungendo che dietro l’arresto di Assange ci sia la CIA ed altri poteri. Assange, prosegue Wikileaks, “è un figlio, un padre, un fratello. Ha vinto decine di premi di giornalismo ed è stato nominato per il Nobel per la pace dal 2010. Ma attori potenti, inclusa la CIA, sono impegnati in uno sforzo sofisticato per disumanizzarlo, delegittimarlo e imprigionarlo”.

La cattura di Assange ha suscitato i commenti della comunità internazionale. Il portavoce del presidente russo Dmitry Pescov ha chiesto “che i suoi diritti vengano rispettati”. Maria Zakharova, portavoce del ministero degli Esteri russo, ha pubblicato un post su Facebook nel quale afferma che con l’arresto di Assange, in Gran Bretagna “la mano della democrazia strangola la libertà”.

Nella vicenda è intervenuto anche il Governo dell’Ecuador a chiarire che la revoca del permesso d’asilo per Assange è stata data a seguito di “violazione della convenzione internazionale” che il giornalista avrebbe commesso. Il presidente del Paese sudamericano, Lenin Moreno, ha comunque garantito che Assange non sarà estradato in alcun Paese dove è in vigore la pena di morte. La decisione di revocare l’asilo ad Assange non è stata gradita dal predecessore di Moreno, Rafael Correa, lo stesso che l’aveva concessa. Correa ha parlato di “tradimento” da parte di Moreno. “Così ha messo a rischio la vita di Assange e umiliato l’Ecuador – ha aggiunto Correa -. Moreno è un corrotto ma quello che ha fatto oggi è un crimine che l’umanità non dimenticherà mai”.

Anche dall’Italia, parole critiche all’arresto di Assange. Il Sottosegretario agli Esteri, Manlio Di Stefano ha dichiarato: “L’arresto di Assange, dopo 7 anni di ingiusta privazione di libertà e una inquietante manifestazione di insofferenza verso chi promuove trasparenza e libertà come Wikileaks. Amici britannici, il mondo vi guarda, l’Italia vi guarda. Libertà per Assange”.

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Redazione La Voce

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