Storia

Benvenuta Benincasa la guaritrice… anzi, la strega

Nel 1370 uno di primi processi per stregoneria

Dopo aver approfondito quale fosse l’iter che portava all’accusa di stregoneria, e quali fossero le procedure dei processi che portavano le imputate ad essere condannate per questa accusa insensata, vedremo ora un caso tipico accaduto in Italia.

I fatti si svolgono a Modena e l’anno è il 1370; la donna in questione si chiamava Benvenuta Benincasa, sessantenne, che andava regolarmente a messa, si confessava e prendeva la comunione. L’unica particolarità di Benvenuta era il fatto che si professasse “guaritrice”, ovvero credeva nelle proprietà curative delle erbe e cercava di guarire dai malanni le persone colpite, tra l’altro aiutandosi recitando Ave Maria, Padre Nostro ed accendendo candele benedette, tra l’altro non chiedendo nulla in cambio. In buona sostanza nulla di che, ma tanto bastò al frate domenicano Tommaso da Camerino, colui che doveva gestire il processo contro Benvenuta, convinto che quella poveretta che agisse in combutta col demonio; ad inchiodarla erano le testimonianze di due sacerdoti, i quali avevano saputo dalla confessione di alcune donne, che si erano rivolte a Benvenuta, della sua attività di guaritrice.

Il 24 settembre cominciò il processo contro Benvenuta, e la donna fu sottoposta ad uno snervante interrogatorio col quale Tommaso, accompagnato da due assistenti, cercava di estorcerle una piena confessione. Con astuzia il frate poneva le domande all’accusata, la quale rispondeva affermando di avvalersi di preghiere ed immagini sacre durante le sue pratiche di guaritrice, commettendo poi l’errore di affermare di rivolgersi ad una stella, quella che la proteggeva dal giorno della sua nascita.

Bene, era quanto bastava. Benvenuta usava pratiche da guaritrice cercando di scacciare spiriti maligni dalle persone colpite (ovvero si interfacciava, comunicava con il maligno), ben sapendo che certe pratiche fossero appannaggio esclusivo degli uomini di chiesa, contravvenendo quindi a quanto imposto dalle autorità ecclesiastiche, ed essendo quindi esplicitamente un’eretica; e per di più invocava l’aiuto di una stella, pratica questa decisamente pagana. Il 7 ottobre, all’ultima udienza, Benvenuta Benincasa fu riconosciuta colpevole.

Va specificato che Benvenuta fu perseguita come eretica e non propriamente come strega dato che, come abbiamo visto nell’articolo dedicato ai processi per stregoneria, il “secolo d’oro” della caccia alle streghe fu quello tra ‘500 e ‘600, quando i processi verranno regolati dal Malleus Maleficarum, il libro che darà le direttive agli inquisitori del periodo della caccia alle streghe vero e proprio. Quello di Benvenuta, così come di molte altre donne, fu un processo apripista a quelli che verranno, quando le accusate di stregoneria dovranno passare attraverso torture e supplizi tra i più atroci, e processi che spesso si concludevano con condanne a morte tramite rogo. Benvenuta Benincasa fu condannata alla pubblica abiura, ad indossare il sambenito (una sorta di veste penitenziale per streghe ed eretici graziati, su cui erano disegnate le fiamme dell’inferno), nonché un copricapo a forma di cono che simboleggiava l’ignominia e l’irrisione. E naturalmente dovette rinunciare a qualunque pratica di guaritrice, il che significava che se quella poveretta non fu propriamente uccisa fisicamente, fu stroncata nell’animo e nel suo essere più profondo, in ciò in cui aveva trovato un significato alla propria vita.

Marco Ammendola

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Antonio Marino

Cinquantunenne ma con lo spirito da eterno ragazzo. Adoro la compagnia degli amici con la 'A' maiuscola, la buona tavola e le buone birre. Appassionato di politica ma quella con la 'P' maiuscola, sposato più che felicemente. Difetti: sono pignolo. Pregi: sono pignolo
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