Politica

CARCERE AI GRANDI EVASORI: BONAFEDE DIFENDE IL DECRETO

Tuttavia, alcuni magistrati come Davigo ed Ardita storcono il naso e temono un ingolfamento per il lavoro dei Tribunali. Critico anche Renzi

In un’intervista rilasciata a ‘Il Corriere della Sera’, il Ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede è tornato a parlare del Decreto che prevede il carcere per i grandi evasori.

Entrando nel merito, qualora il Decreto dovesse divenire legge, la pena minima per i reati di evasione e di frode passerebbe da da 1 a 2 anni nel primo caso – sino ad arrivare a 4 o 5 – e da 2 a 4 anni nel secondo. In caso di frode fiscale si andrà dietro le sbarre anche con un solo giorno in più rispetto alla pena minore. Le pene saranno applicate non solo verso le persone fisiche ma anche nei confronti delle società, siano esse condannate per evasione come per frode fiscale. Qualsiasi bene che le aziende non potranno avere modo di giustificare, sarà confiscato.

“I cittadini devono sapere che lo Stato fa pagare il dovuto a tutti”, ha affermato il Ministro aggiungendo che si tratta di una “svolta epocale e culturale”. “Abbiamo alzato la soglia minima di pena da 4 a 8 anni per evasioni sopra i 100mila euro, così non si accede in automatico a misure alternative al carcere”, ha detto ancora Bonafede.

Quando Bonafede usa il termine “epocale”, con la memoria si torna subito alla riforma del processo penale inserita nel Contratto di Governo gialloverde che però non ha mai visto la luce. “La differenza è evidente – spiega Bonafede -. La Lega ha bloccato la riforma, questo Governo invece fa norme coraggiose. Insieme alla maggioranza, abbiamo dato un segnale chiarissimo e netto: i grandi evasori sono parassiti che camminano sulla testa dei cittadini onesti, un fenomeno culturale che non può rimanere impunito”. Ci sono tuttavia magistrati come Piercamillo Davigo e Sebastiano Ardita che hanno espresso critiche nei confronti del Decreto, ritenendolo inutile e pesante per il lavoro dei Tribunali e che farebbe ingolfare i dibattimenti processuali. Parole alle quali Bonafede replica dicendo: “Rispetto l’opinione di tutti, ma non condivido questa preoccupazione”. “Si parla di una soglia minima di 100.000 euro, non di tutte le evasioni fiscali. Secondo l’Agenzia delle Entrate, coloro che evadono oltre quel limite rappresentano l’82,3% delle somme evase nel totale: di fronte a questa situazione è inaccettabile che lo Stato rinunci all’azione penale. Il problema dell’ingolfamento dei tribunali ci sarebbe stato senza la soglia minima, ma così mi pare che non si ponga”. A Davigo che aveva espresso dubbi dati dal fatto che il vero ammontare dell’importo evaso dal contribuente infedele, emerge solo al termine del processo Bonafede risponde: “Ripeto che non si può rinunciare a misure drastiche. Ho sentito dire che sarebbe più utile la confisca di dei beni evasi, ma vorrei ricordare che anche questa misura  è contenuta del nostro decreto. Così come la responsabilità allargata alle aziende: è assurdo che paghino per tanti illeciti ma non per i reati tributari più gravi”.

Non solo Davigo ed Ardita ma anche nella politica, il Decreto non convince. E’ il caso del leader di Italia Viva, Matteo Renzi. “Il decreto è stato votato ascoltando tutte le forze politiche che sostengono la maggioranza. Ho fatto parlare tutti e alla fine questo è il testo concordato”, spiega Bonafede e aggiunge: “Anche i rappresentanti di Italia Viva hanno espresso il loro parere. Questo decreto è il risultato di un lavoro di squadra, perciò non mi aspetto ripensamenti né trappole in Parlamento”. Che vi siano opinioni differenti, Bonafede non ne fa mistero e le sottolinea, “specie in materia di giustizia penale, dove è normale che esistano sensibilità diverse”. Tuttavia, il Guardasigilli difende l’operato del Governo Conte bis: “Un Esecutivo nel quale si discute e ci si confronta, ma che poi al momento di prendere decisioni anche coraggiose, come quella contenuta nel mio pacchetto, trova un accordo e va avanti”.

Sulle presunte manifestazioni di protagonismo date dal premier Conte e dal Ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, Bonafede non si sbilancia più di tanto: “Non esiste dualismo tra Conte e Di Maio. Ci sono solo momenti di maggiore o minore convergenza su singoli punti che si risolvono nel giro di 24 ore”.

Antonio Marino

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Antonio Marino

Cinquantunenne ma con lo spirito da eterno ragazzo. Adoro la compagnia degli amici con la 'A' maiuscola, la buona tavola e le buone birre. Appassionato di politica ma quella con la 'P' maiuscola, sposato più che felicemente. Difetti: sono pignolo. Pregi: sono pignolo
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