Storia

Castruccio Castracani: Firenze guelfa trema davanti al capitano ghibellino

Un grande capitano ghibellino che arrivò ad assediare la potente Firenze

Nell’articolo su Uguccione della Faggiola, abbiamo visto come alla battaglia di Montecatini (29 agosto 1315) egli avesse come vice il capitano Castruccio Castracani, altro grande condottiero italiano di parte, del quale ora narreremo le vicende che si inseriscono nelle lotte tra guelfi e ghibellini. Ricordiamo che i guelfi erano, semplificando, i sostenitori del papato, mentre i ghibellini sostenevano l’imperatore che al papa si contrapponeva. In tutto il periodo tardo medioevale le città italiane furono in lotta schierandosi per l’una o per l’altra fazione, e spesso la contrapposizione tra guelfi e ghibellini prendeva corpo anche in seno alle città stesse. Protagonisti delle vicende politiche e militari su cui questa contrapposizione si sviluppava, erano uomini d’arme che guidavano gli eserciti delle due fazioni quando la contesa finiva sui campi di battaglia; tra questi vi il nostro Castruccio Castracani degli Antelminelli.

Castruccio nacque a Lucca il 29 marzo del 1281 da Gerio Castracani e Puccia degli Streghi. I Castracani erano una delle più importanti famiglie ghibelline lucchesi, nonché mercanti-banchieri tra i più potenti ed influenti in Italia. Il nostro protagonista fu espulso dalla città nel 1300 quando prese il sopravvento la fazione rivale, si spostò a Pisa e successivamente fu in Inghilterra dove ottenne i favori di re Edoardo II per la sua abilità nell’uso delle armi; dovette poi abbandonare l’isola dopo aver commesso un delitto d’onore, per cui fu rinchiuso nella Torre di Londra dalla quale riuscì a fuggire. Passo quindi in Francia dove combatté al servizio del re Filippo il Bello distinguendosi per l’ardimento in battaglia, per poi fare ritorno in Italia nel 1304. Nel 1314 si aggregò all’esercito ghibellino di Uguccione della Faggiola, signore di Arezzo, nonché capo indiscusso dei ghibellini toscani; in questa occasione Castruccio partecipò alla conquista della sua Lucca, sino ad allora retta dalla fazione guelfa. Nell’agosto del 1315 ebbe un ruolo fondamentale nella battaglia di Montecatini, dove alla guida dell’esercito di Lucca e Pisa sconfisse i guelfi degli eserciti di Firenze, Prato, Pistoia e San Gimignano, superiori di numero. Il successo e la fama conseguiti sul campo di battaglia gli fecero però perdere i favori di Uguccione, il quale cominciò a temerlo come potenziale rivale, per cui lo fece imprigionare e condannare a morte; una rivolta popolare scacciò però Uguccione e Castruccio fu acclamato a furor di popolo Capitano Generale della città di Lucca e successivamente Console a vita (1316).

Sempre fedele sostenitore della causa ghibellina, in veste di signore di Lucca Castruccio mosse guerra alla guelfa Firenze, e il 23 settembre del 1325 conseguì una brillante vittoria nella battaglia di Altopascio; in novembre arrivò addirittura ad assediare Firenze, non riuscendo però a prendere la città per l’insufficiente numero di uomini a sua disposizione (Firenze era allora una delle più grandi città d’Europa). Come ricompensa l’Imperatore Lodovico il Bavaro lo nominò Duca di Lucca. Nel 1327 fu poi scomunicato assieme all’Imperatore da papa Giovanni XXII, ovviamente per l’appartenenza di Castruccio alla fazione filoimperiale.

Castruccio Castracani morì il 3 settembre del 1328, forse di malaria o per avvelenamento; la sua Lucca lo pianse e gli dedicò funerali solenni.

La morte improvvisa di Castruccio lo colse quando questi si accingeva a realizzare una signoria estesa a gran parte della Toscana, sulla falsa riga di quella viscontea in Lombardia, in quel tardo Medioevo in cui i comuni italiani stavano cominciando a diventare qualcosa di più di semplici città delimitate dalla cinta muraria. Un secolo più tardi riusciranno a compiere questa impresa i suoi nemici di sempre, i fiorentini, con la famiglia che farà di Firenze una delle massime potenze economiche e culturali dell’Italia rinascimentale: i Medici.

Marco Ammendola

Mostra Altro

Marco Amendola

Anche se faccio tutt'altro lavoro, sono da sempre appassionato di storia, un romanzo talmente avvincente che non necessita di un finale a sorpresa

Articoli Correlati

Pulsante per tornare all'inizio