Si è concluso anche il secondo giorno di consultazioni. Nella giornata di ieri sono saliti al Colle i presidenti di Camera e Senato, Fico e Casellati, e il capo dello Stato emerito, Giorgio Napolitano. Con grande insoddisfazione, Mattarella ha constato che i partiti non hanno fatto progressi e che sono ad un punto fermo ancora, mentre la prerogativa è uscire da questa situazione di stallo e ridare al paese un governo nel pieno delle sue funzioni.
Per questo ha lanciato un ultimatum hai partiti: c’è l’urgente necessità di un confronto che si sviluppi e si concluda positivamente, per trovare una maggioranza in Parlamento. Se le forze politiche non saranno in grado di compiere il miracolo di un’intesa e dimostrare al Quirinale che un Parlamento attivo e operativo in tempi brevi si può ottenere, Mattarella sarà costretto ad intervenire a metà della prossima settimana.
Le urgenze come le attese dei concittadini, i contrasti nel commercio internazionale, le scadenze importanti e imminenti nella Unione europea, restano lì perché un governo ancora non c’è. Dunque se le forze politiche non arriveranno ad un risultato in tempi brevi, Mattarella sarà costretto a prendere l’iniziativa ed ha due modi per poterlo fare: un pre-incarico a Salvini oppure un mandato esplorativo a Casellati (o a Fico). Diversamente, il governo del presidente. L’unica certezza ad oggi è che Mattarella ha lasciato chiaramente intendere che non darà un terzo giro di consultazioni.
Beatrice Spreafico