Politica

CORONAVIRUS, RIAPERTURE: E’ SCONTRO TRA REGIONI

Fontana critico verso una ripartenza a scaglioni. Dubbi anche dal Governatore toscano, Rossi. Zaia replica a De Luca: "Se vogliono chiudere i confini, fanno la loro autonomia"

Il 4 maggio, data nella quale l’Italia dovrebbe uscire dal lockdown, è sempre più vicino ma tra le Regioni c’è altissima tensione in merito alle riaperture. Di una ripartenza possibile, non è certo nemmeno Walter Ricciardi, componente del Comitato esecutivo dell’Organizzazione Mondiale della Sanità. A ‘Sky Tg24’ ha dichiarato: “È assolutamente troppo presto: i numeri, soprattutto in alcune Regioni, sono ancora pieni di una fase 1 che deve ancora finire. È assolutamente importante non affrettare e continuare”.

Nel campo di ipotesi c’è anche una riapertura a scaglioni, cosa che ha generato non pochi malumori tra i vari governatori regionali. Il presidente della Lombardia, Attilio Fontana, ha dichiarato ad ANSA: “Le decisioni saranno prese tutti insieme sulla base delle valutazioni dei tecnici a tutela della salute ma non credo che si possa arrivare a quello perché l’Italia potrebbe rimanere zoppa”. Fontana ha commentato anche le parole del Governatore Vincenzo De Luca che ha minacciato di chiudere i confini: “Mi auguro che sia stato male interpretato”, ha detto il presidente lombardo.

Le parole di De Luca, sono state commentate anche dal Governatore del Veneto, Luca Zaia. Senza mai citarlo direttamente, Zaia ha replicato al suo omologo campano, dcendo: “Se alcuni presidenti chiudono i confini regionali allora fanno loro l’autonomia, non è Nord contro Sud, è Sud contro Nord”. Ed ha aggiunto: “Mettetevi nei panni di un cittadino che sale in treno. Se si chiudono i confini regionali verranno tutti soppressi, il Frecciarossa sarà fermo, nessun tipo di trasporto verrà autorizzato, che proposta è? Se poi c’è qualcuno che vuole preservare un’area delicata, ad altissima popolosità o con persone a rischio, è comprensibile, ma se dicono che chiudono i confini regionali mi dicano come fare. E io non ho mai firmato ordinanze per chiudere”.

Di riaperture ha parlato anche il presidente della Toscana, Enrico Rossi che non ha risparmiato critiche al Governo. “Decidere quando riaprire le imprese spetta al Governo che dice che non è ora. Benissimo – ha affermato Rossi -. Ma c’è una grande contraddizione con il fatto che con una semplice comunicazione alle prefetture, stanno riaprendo centinaia di migliaia di aziende senza protocolli per la sicurezza che, solo in pochi casi, sono stati elaborati. Non è corretto dire in un modo e poi lasciare che avvenga in un altro”.

Il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, per quanto riguarda le riaperture ha dichiarato: “È importante che ora Governo e Regioni, con la comunità scientifica, lavorino insieme con un obiettivo comune: riaprire nei tempi giusti, in piena sicurezza. È possibile farlo, senza polemiche. Come deciso ieri (sabato ndr) nella cabina di regia, ora occorrono presto le linee guida nazionali su “come” riaprire per permettere alle Regioni di dare a famiglie e imprese certezze su comportamenti e provvedimenti da adottare. Un altro passo avanti da fare insieme come sistema Paese per organizzare la rinascita”.

Il Governatore della Liguria, Giovanni Toti, ha invece ricordato che in merito alla ‘Fase 2’, al Governo è stato chiesto “di avere alcune peculiarità regionali riconosciute all’interno delle linee guida nazionali”. “Abbiamo chiesto linee guida nazionali perché l’Italia è una, ma anche un margine di autonomia: è evidente che le esigenze sono diverse e non si può pensare di gestire in ugual modo dalle funivie della Valle d’Aosta ai vigneti di Pantelleria”, ha aggiunto Toti.

In Piemonte, il presidente Alberto Cirio ha scelto di incaricare una task-force di esperti della Sanità: a presiederla, l’ex Ministro della Salute, Ferruccio Fazio. Lo scopo è quello di mettere sotto esame quelle carenze strutturali che sono emerse nella Regione, durante l’emergenza sanitaria e ripartire da lì per una programmazione. “Oggi che le ferite sono ancora aperte siamo in grado di capire dove il sistema sanitario necessita di maggiori interventi e da lì ripartiremo per costruire una reale medicina di territorio”, ha spiegato Cirio.

Antonio Marino

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Antonio Marino

Cinquantunenne ma con lo spirito da eterno ragazzo. Adoro la compagnia degli amici con la 'A' maiuscola, la buona tavola e le buone birre. Appassionato di politica ma quella con la 'P' maiuscola, sposato più che felicemente. Difetti: sono pignolo. Pregi: sono pignolo
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