Politica

COVID, BOSS SCARCERATI. BONAFEDE ANNUNCIA UNA RIVALUTAZIONE DEL 41 BIS

Il Ministro alla Camera ha parlato anche della nomina al DAP, bollando come illazioni quanto affermato da alcune forze politiche

Intervenendo ieri pomeriggio alla Camera per il Question Time, il Ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede ha parlato della scarcerazione dei boss mafiosi a seguito del rischio di contrarre il coronavirus in regime di detenzione carceraria.

Bonafede ha annunciato che è allo studio “un Decreto Legge che permetterà ai giudici, alla luce del nuovo quadro sanitario, di rivalutare l’attuale persistenza dei presupposti per le scarcerazioni di detenuti di alta sicurezza e al regime di 41 Bis”.

Le scarcerazioni hanno riguardato oltre 370 boss mafiosi di spicco, molti dei quali al 41 Bis. Particolare indignazione quella di Cataldo Franco, carceriere del piccolo Giuseppe Di Matteo, figlio di Santino, collaboratore di giustizia. Il bambino venne rapito e sciolto nell’acido nel 1996, dopo oltre due anni di prigionia. Per quel crimine, Cataldo Franco venne condannato all’ergastolo che stava scontando nel carcere di Opera, prima di essere posto ai domiciliari nella sua casa di Geraci Siculo, in provincia di Palermo. Per il mafioso, anziano e già malato, si è ritenuto che il regime carcerario potesse esporlo particolarmente al rischio di contagio da coronavirus.

Nel merito delle scarcerazioni ha parlato anche il Procuratore Nazionale Antimafia Federico Cafiero de Raho: “Quando abbiamo appreso che c’erano tante istanze, come procura abbiamo scritto al ministero e ai procuratori generalei perché qualcuno si attivasse per fermare un’emorragia di questo tipo”, ha affermato Cafiero de Raho. Sulla garanzia espressa da Bonafede circa il rientro in carcere dei mafiosi scarcerati, il Procuratore ha dichiarato: “Sarebbe un’ottima soluzione trovare spiragli per far rientrare almeno i più pericolosi”. Cafiero de Raho non ha nascosto il suo stupore quando ha saputo ad aprile scorso e successivamente alla circolare ministeriale, “l’esigenza che venisse sottoposta ai tribunali di sorveglianza la situazione patologica di alcuni detenuti”. Il magistrato ha sottolineato infatti che “chi si trova in regime di 41 bis non può avere contatti con altre persone”.

Bonafede ha parlato anche delle polemiche sorte sulla nomina del direttore del DAP, a seguito della mancata nomina di Nino Di Matteo, nel 2018.  “Ogni ipotesi o illazione costruita in questi giorni da alcune forze politiche è del tutto campata in aria perché, come emerso dalla ricostruzione temporale dei fatti, le dichiarazioni di alcuni boss erano già note al Ministero dal 9 giugno 20128 e quindi ben prima di ogni interlocuzione con il diretto interessato”, ha affermato il Ministro.

Antonio Marino

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Antonio Marino

Cinquantunenne ma con lo spirito da eterno ragazzo. Adoro la compagnia degli amici con la 'A' maiuscola, la buona tavola e le buone birre. Appassionato di politica ma quella con la 'P' maiuscola, sposato più che felicemente. Difetti: sono pignolo. Pregi: sono pignolo
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