Roma, 16 novembre – Il vertice di Governo che si è svolto nella tarda serata di ieri, ha portato con non poca sorpresa, ulteriori cambiamenti al Decreto Fiscale. Quello più importante, la scomparsa della dichiarazione integrativa che aveva creato malesseri nella maggioranza di Governo. Di conseguenza, si dirà addio al condono fiscale per il quale il Vicepremier, Matteo Salvini si era strenuamente battuto.
La dichiarazione integrativa dava al contribuente la possibilità di dichiarare sino al 30% in più rispetto a quanto dichiarato al Fisco, sino a 100mila euro di imponibile per anno d’imposta su 5 anni: ciò significava su base teorica, sino a 500mila euro. La dichiarazione avrebbe dato l’opportunità di sanare le posizioni relative ad Irpef, Irap, ritenute e contributi, attraverso il pagamento del 20% di quanto effettivamente dovuto all’Erario. Per quanto riguarda invece gli errori formali nella compilazione, sarebbero stati risolti con il pagamento di una somma fissa pari a 200 euro per ogni anno di sbagli.
Dalla cancellazione della dichiarazione sostitutiva si sono salvate, almeno per ora, le altre sanatorie come ad esempio, la rottamazione-ter delle cartelle e le liti con il Fisco. Sopravvissuta anche la norma saldo e stralcio ma solo riferita alle mini-cartelle.
Le novità hanno trovato il pieno accordo tra Lega e Movimento Cinque Stelle. Fonti leghiste affermano: “Restano tutte le misure della pace fiscale come la possibilità di spalmare in 5 anni il dovuto”. inoltre, viene introdotta una tassa dell’1,5% sui money transfer. Sparisce anche la carcerazione per gli evasori: nel merito, sarà preparato un Disegno di Legge mirato. Viene rinnovato il ‘bonus bebè’ voluto dal Ministro per la Famiglia, Fontana. Detassazione per le sigarette elettroniche così come per i “metri quadrati di ombra degli ombrelloni presenti negli stabilimenti balneari”.
Nessuna novità circa le BCC che restano ancora una questione aperta.
La Voce
