Cronaca

ECCO COME SI MANGIAVA ALLA ‘MENSA DEI POVERI’

Le modalità con le quali avrebbero agito il Consigliere regionale della Lombardia, Altitonante ed il Consigliere comunale di Milano, Tatarella, arrestati ieri

L’inchiesta denominata ‘Mensa dei Poveri’ che ieri mattina ha portato all’arresto di 43 persone tra la Lombardia ed il Piemonte, per un giro di tangenti, tra le quali spiccano le figure di Fabio Altitonante, Consigliere regionale e Sottosegretario all’area Expo della Regione Lombardia e di Pietro Tatarella, Consigliere comunale di Milano, entrambi di Forza Italia, ha confermato l’esistenza di una triangolazione tra un certo tipo di politica, imprenditoria e ‘ndrangheta, attiva ormai da un decennio sul territorio lombardo.

Il nome ‘Mensa dei Poveri’ deriva da come gli indagati avevano soprannominato il ristorante milanese, ‘Berti’, nei pressi di Palazzo Lombardia, dove si sarebbero incontrati Tatarella e l’imprenditore Daniele D’Alfonso.

Tatarella, secondo quanto emerso dalle indagini, era a ‘libro paga’ di D’Alfonso, anch’egli arrestato. A fronte di 5mila euro mensili, il Consigliere comunale lo avrebbe favorito nell’aggiudicazione di appalti pubblici di AMSA e di altri a Varese e a Novara.

Tatarella inoltre, avrebbe voluto introdursi nell’ex area Expo, forte della delega di Altitonante. In un’intercettazione, il Consigliere comunale afferma: “Dove c’era l’Expo stiamo cercando di capire se riusciamo ad entrarci un po’ pure noi”. Il GIP, sulla scorta di queste parole, vede “un’ombra quanto mai allarmante sulle modalità con le quali” Altitonante “potrà gestire la delicatissima delega alla ‘Rigenerazione e sviluppo dell’Area ex Expo’”.

Non solo: Tatarella viene intercettato anche in un’altra occasione, il 31 ottobre 2018 mentre parla con un imprenditore, spendendo il nome della Ecol-Service, l’azienda di D’Alfonso, “qualificandosi come socio dell’impresa (in realtà egli figura unicamente come consulente con partita iva) e proponendogli una collaborazione”. Tatarella, spiega il giudice, “per mettere in evidenza le potenzialità della ‘propria’ impresa, sottolinea il suo ruolo di ‘collettore’ con il mondo istituzionale”, affermando: “Io su tutti i contatti diciamo legati all’istituzionale sono molto forte”. E rende noto “di aver iniziato a lavorare per la multinazionale spagnola (Acciona Spa) presso la quale ha conosciuto il fornitore con il quale adesso lavora”, riferendosi a D’Alfonso.

Il GIP ritiene che Tatarella si sia avvalso “della sua funzione pubblica e delle relazioni esistenti con altri Pubblici Ufficiali per incamerare lavori con altre imprese, offrendosi, in caso di alleanze commerciali con questi ultimi, di svolgere anche nel loro interesse, operazioni di illecita intermediazione verso altri Pubblici Ufficiali, nel caso di specie, con l’amministratore delegato di AREXPO, sfruttando le relazioni effettivamente esistenti e accertate dalle intercettazioni”. Un “affare”, che “coinvolge interessi economici di portata milionaria”.

Per quanto riguarda Altitonante, il Consigliere regionale avrebbe intascato una tangente da 20mila euro per “far ottenere il rilascio del permesso a costruire” relativo ad un immobile di Milano “sottoposto a vincoli paesaggistici”. A corrispondere la mazzetta, Daniele D’Alfonso per conto di di Luigi Patimo; va detto che la proprietà dell’immobile è intestata alla moglie di Patimo. Altitonante a sua volta, avrebbe agito su Franco Zinna, Dirigente della Direzione Urbanistica del Comune di Milano, indagato per abuso d’ufficio con l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria.

Antonio Marino

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Antonio Marino

Cinquantunenne ma con lo spirito da eterno ragazzo. Adoro la compagnia degli amici con la 'A' maiuscola, la buona tavola e le buone birre. Appassionato di politica ma quella con la 'P' maiuscola, sposato più che felicemente. Difetti: sono pignolo. Pregi: sono pignolo
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