Politica

ECCO LA MANOVRA GIALLOVERDE

"Quota 100" da febbraio, taglio alle pensioni oltre i 4.500 euro e "Pace Fiscale" sino a 100mila euro

Il Consiglio dei Ministri ha approvato ieri sera la Manovra finanziaria ed il DL fiscale. A darne notizia, il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte. Il Draft Budgetary Plan è stato inviato a Bruxelles per le valutazioni del caso.  “Manteniamo tutte le promesse – ha detto il premier -, siamo molto soddisfatti, frutto di un lavoro meditato e di tanti incontri”. “Abbiamo elaborato un progetto di politica economia che serve al Paese e ai cittadini: la cosa più bella è che siamo riusciti a mantenere i conti in ordine mantenendo le promesse fatte”, ha aggiunto Conte.

Il Vicepremier Luigi Di Maio ha dichiarato che la “quota 100”, il reddito e la pensione di cittadinanza partiranno “nei primi tre mesi del 2019”. La Manovra conterrà anche un aumento delle tasse sul gioco d’azzardo che Di Maio ha definito “una piaga sociale da combattere”. Per quanto riguarda “opzione donna”, per il pensionamento femminile anticipato, questa sarà confermata anche per il 2019.

Il Ministro dell’Economia, Giovanni Tria ha voluto sottolineare quanto non sia vero che con questa Manovra si voglia “far saltare in aria l’Europa”. “Confermo – aggiunto – il dialogo continuo con la Commissione Europea. Ci sono delle procedure: fra le regole UE, c’è anche il modo in cui si affronta” il momento in cui “un Paese che non segue le raccomandazioni. Si apre un dialogo, c’è una tempistica, ci sono delle lettere che vanno in una direzione, ci saranno delle osservazioni e immagino ci sarà una lettera di risposta e dei tempi in cui penseranno cosa fare”.

L’altro Vicepremier, Matteo Salvini ha ammesso di essere “stanco ma estremamente soddisfatto”. “Cominciamo a mantenere gli impegni presi gradualmente ma con coraggio – ha aggiunto -. Di più non so cosa avremmo potuto inserire in una manovra che non fa miracoli, non moltiplica pani e pesci ma apre opportunità di lavoro per centinaia di migliaia di giovani. Dopo 137 giorni di governo c’è da essere soddisfatti di quello che abbiamo fatto”.

Entrando meglio nei dettagli della Manovra, circa la sofferta “Pace Fiscale” che sino all’ultimo ha contrapposto Lega e Movimento Cinque Stelle, questa partirà immediatamente. Presentando una dichiarazione integrativa soggetta a tassazione del 20% sul maggiore imponibile IRPEFdichiarato nei 5 anni precedenti ed un massimo dichiarabile di 1/3 sull’imponibile dell’anno precedente, ci si potrà mettere a posto con l’Erario. Rispettato il tetto dei 100mila euro per come voluto dal M5s. Inoltre, “non ci sarà nessun salvacondotto” e come precisato da Di Maio, “per gli evasori ci sarà la galera”.

Nei primi tre mesi del 2019, come detto, ci sarà il via per il reddito e la pensione di cittadinanza. I costi sono stati quantificati in ragione di circa 10 miliardi di euro dei quali, 9 per l’erogazione dell’assegno e uno per il rafforzamento dei centri per l’impiego. Circa i 780 euro, questi verranno caricati sulle carte bancomat per poter monitorare come verranno spesi dai beneficiati. Gli aventi diritto dovranno impegnarsi a frequentare corsi di formazione e di prestare 8 ore a settimana di lavoro socialmente utile. Qualora dovessero essere rifiutate tre offerte di lavoro, ferma restando la “specifica geografica”, il reddito sarà revocato. La “specifica geografica” è data per non colpire coloro i quali riceveranno per prima, una proposta lavorativa al di fuori del Comune o della Regione di residenza.

Un’altra battaglia vinta dal M5s, è quella di una rottamazione per le cartelle di importo inferiore ai 1.000 euro antecedenti al 2010. Su queste non saranno applicate sanzioni ed interessi: il pagamento sarà dilazionato in 20 rate trimestrali, ovvero in 5 anni. La rottamazione riguarda il 25% del cosiddetto “magazzino fiscale” ed interesserà circa 10 milioni di contribuenti.

Il taglio delle pensioni di importo superiore ai 4.500 euro mensili, farà recuperare allo Stato un miliardo di euro in tre anni. E sempre in tre anni si potrà recuperare un miliardo e trecento milioni di euro dal taglio ai fondi per l’immigrazione. Nel 2019, un gettito immediato di oltre 500 milioni.

A febbraio, il via alla “quota 100” che potrà essere usata per andare in pensione, a condizione che si siano maturati almeno 62 anni e 38 di contributi. La “quota 100” è stato calcolato che costerà 7 miliardi di euro. E’ escluso qualunque aumento delle tasse ad eccezione di banche ed assicurazioni. Cento milioni di euro saranno destinati alle politiche per le famiglie ed anche la Sanità godrà di maggiori risorse economiche.

Per quanto riguarda la Flat Tax, premesso che l’aliquota al 15% è già esistente per professionisti con ricavi fino a 30mila euro e per le altre categorie con ricavi fino a 50mila euro, si vorrà estenderla anche a vantaggio di lavoratori autonomi, Snc, Sas e Srl che scelgono il regime di trasparenza e maturano ricavi fino a 65mila euro. Un 5% addizionale sarà applicato ai redditi compresi tra i 65mila ed i 100mila euro. Le start up e le gli imprenditori d’età inferiore ai 35 anni che avvieranno attività, potranno avere un supersconto al 5%. La copertura finanziaria sarà di circa 600 milioni per il primo anno e di 1,7 miliardi a regime.

Le imprese che investiranno in ricerca e sviluppo, macchinari ed assunzioni stabili, avranno una decurtazione di 9 punti percentuali sull’aliquota del 24%. Il costo è stato quantificato in 1,5 miliardi di euro. Anche gli ammortamenti di Industria 4.0 dovrebbero essere confermati.

Ai ministeri è imposto un taglio di un miliardo di euro l’anno ma è possibile che si arrivi a 3-4 miliardi.

Il capitolo degli investimenti, strenuamente difeso da Tria, varrà lo 0,2 del PIL, ovvero 3,5 miliardi. E’ previsto lo sblocco degli investimenti locali tramite quello dei bilanci dei Comuni ed interventi sulla soglia per gli appalti senza gara.

Il Consiglio dei Ministri ha approvato anche il cosiddetto “DL Tagliascartoffie” che manderà in soffitta oltre 100 adempimenti che oggi gravano sulle imprese. Ci sarà anche una Rc auto più “equa”. Inoltre, chi è presidente di Regione non potrà essere anche Commissario alla Sanità. Coloro i quali hanno crediti, non rischieranno più il pignoramento della casa. Saranno colpiti anche quei medici che sono soliti aumentare le liste d’attesa per l’intramoenia ospedaliera.

Antonio Marino

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Antonio Marino

Cinquantunenne ma con lo spirito da eterno ragazzo. Adoro la compagnia degli amici con la 'A' maiuscola, la buona tavola e le buone birre. Appassionato di politica ma quella con la 'P' maiuscola, sposato più che felicemente. Difetti: sono pignolo. Pregi: sono pignolo
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