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Enzo Tortora: dalla popolarità al fango giudiziario

Un ricordo del giornalista e presentatore a 30 anni dalla morte. Il video del ritorno in Tv

Ancora oggi, la vicenda di Enzo Tortora resta un caso di malagiustizia italiana, una macchia sulla storia del Paese che in quel momento si spaccò, quando il noto giornalista e conduttore televisivo, venne accusato da due “pentiti” di camorra, Pasquale Barra Giovanni Pandico, di essere un corriere della droga per conto della criminalità organizzata partenopea.

Tortora, in quegli anni, era al massimo della notorietà con il suo ‘Portobello’, la trasmissione televisiva che era diventata un appuntamento fisso per gli italiani. Quel ‘nazional-popolare’ nell’accezione positiva del termine, al quale il conduttore genovese aveva dato uno stile ben distante da quella ‘Tv spazzatura’ che da lì a pochi anni avrebbe peso piede. Ogni venerdì sera, Tortora aveva la capacità di inchiodare davanti al teleschermo, oltre 30 milioni di italiani: numeri da capogiro!

Nella notte del 17 giugno del 1983, i Carabinieri prelevarono Tortora da un hotel di Roma e, una volta condotto in caserma, dopo lunghe ore, lo trasferirono in carcere. Fu l’inizio di un lunghissimo calvario giudiziario fatto di processi, udienze, testimonianze deliranti quando non erano false, macroscopici errori investigativi.

Certo è che ci vollero quattro lunghi anni che, per chi come Tortora, è onesto e sottoposto al pressappochismo giudiziario, paiono quattro ere geologiche. Tortora le  trascorse nel cercare di dimostrare la sua innocenza, demolendo alla fine quella macchina del fango che qualcuno aveva acceso.

Nel 1987, Tortora venne scagionato con formula piena dalle accuse a lui ascritte. Troppo tardi, però. Quei quattro anni lo avevano irrimediabilmente minato nella salute. Riuscì a condurre l’ultima edizione del suo ‘Portobello’, prima che il 18 maggio del 1988, un tumore ai polmoni emettesse la sua sentenza di morte. Ma forse, Tortora aveva cominciato a morire sin dalla notte del 17 giugno di cinque anni prima.

Tortora morì da uomo libero: una libertà pagata con il prezzo più alto che un essere umano possa pagare, la vita.

Nel video, le parole di Enzo Tortora pronunciate al momento del suo ritorno in televisione nel 1987

Antonio Marino

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Antonio Marino

Cinquantunenne ma con lo spirito da eterno ragazzo. Adoro la compagnia degli amici con la 'A' maiuscola, la buona tavola e le buone birre. Appassionato di politica ma quella con la 'P' maiuscola, sposato più che felicemente. Difetti: sono pignolo. Pregi: sono pignolo
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