Politica

GOVERNO, VENTO DI CRISI: COME VOLEVASI DIMOSTRARE

Volano gli stracci tra Salvini e Di Maio: potrebbero essere gli ultimi

Pare che il Governo gialloverde sia ormai giunto al ‘Canto del cigno’ a poco più di un anno dalla sua celebrazione: un epilogo piuttosto scontato sin dal primo giorno della sua nascita, considerando le profonde diversità delle due anime che poco più di un anno fa, hanno dato vita ad un “matrimonio politico” palesemente contro natura, figlio di una legge elettorale che definirla delirante è ancora un eufemismo.

L’ultimo (forse) capitolo di questa saga si è consumato ieri con una serie di botta e risposta tra il leader della Lega, Matteo Salvini e quello del Movimento Cinque Stelle, Luigi Di Maio: non due figure qualunque ma i due vicepremier di un premier, Giuseppe Conte, che dopo mesi trascorsi avvolto in un cono d’ombra, fosse solo per un atto di dignità personale più che politica, ha deciso di alzare la voce, minacciando apertamente di abbandonare i i suoi numeri due al loro destino. E c’è da scommetterci che lo farà,

Dopo una giornata trascorsa a riversarsi a vicenda secchi di letame, Salvini e Di Maio, appesantiti dalla diversità di opinione sulla scelta di Ursula von der Leyen come presidente della Commissione Europea e dalla grana dei presunti fondi russi a vantaggio della Lega, appaiono quantomeno poco credibili nel dichiarare che il Governo non cadrà. E’ sotto gli occhi anche del meno attento spettatore della politica nazionale che questo Esecutivo è ormai in coma farmacologico.

Lo scenario che si prospetta è quindi quello di un ritorno alle urne, cosa che secondo i ben informati, non farebbe inorridire il presidente della Repubblica. Certo è che settembre sarà un mese cruciale: c’è una Manovra finanziaria alla quale bisogna dar vita ed i tempi, in caso di consultazione elettorale, sono risicatissimi. La nuova commissaria europea osserva minacciosa e non ha alcuna intenzione di far sconti all’Italia. Del resto, da una sodale della Merkel non c’era altro da aspettarsi.

Intanto Salvini, se da una parte si rifiuta di fare l’incendiario di questo Governo, dall’altra non manda certo segnali di distensione quando dice che oltre questo Esecutivo ci sono solo le urne ed annuncia che non parteciperà al Consiglio dei Ministri previsto per oggi, men che meno al vertice sulle Autonomie. Il leader del Carroccio lo ha affermato chiaro e netto di non avere più alcuna fiducia, nemmeno personale, nei confronti del M5S e quindi, del suo leader Di Maio. “Io stimo e rispetto Luigi Di Maio, ritengo che alcuni ministri dei M5S non sono all’altezza. Lui è persona seria onesta e preparata” ha affermato, spostando la bocca di  fuoco. Ma chi ci crede?! I due non si possono più vedere nemmeno dipinti sui muri. Basti pensare a quanto ha affermato Di Maio che, senza mezzi termini, ha parlato di accoltellamento alle spalle da parte dei leghisti, dato dalla volontà di far passare in secondo piano l’inchiesta sui presunti fondi russi. “Salvini vuole tornare con Berlusconi”, dice il leader pentastellato. Qualcuno dica dove sarebbe l’anomalia! L’anomalia vera è quella di aver condiviso l’esperienza di Governo con un’accozzaglia di ex di qualcosa, un ostello dove convivono e non si sa per quanto ancora, anime provenienti dalle ideologie di Destra e di Sinistra, accomunate solo dalla voglia di conquista prima e mantenimento poi, della poltrona, credendosi chissà chi.

In tutto questo c’è di mezzo la figura del Capo dello Stato, Sergio Mattarella al quale fatalmente arriverà tra le dita, il cerino acceso. Che il presidente della Repubblica voglia sciogliere le Camere ed indire nuove elezioni, non è da contemplarsi: non servirebbe a nulla se non ad avere, grazie ad una legge elettorale vomitevole, una fotocopia di quanto uscito dalle urne nel 2018. Che ne abbia le tasche piene anche lui, è facilmente intuibile come il fatto che dopo questo Governo si potrà andare solo in una direzione: quella del Governo tecnico.

Antonio Marino

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Antonio Marino

Cinquantunenne ma con lo spirito da eterno ragazzo. Adoro la compagnia degli amici con la 'A' maiuscola, la buona tavola e le buone birre. Appassionato di politica ma quella con la 'P' maiuscola, sposato più che felicemente. Difetti: sono pignolo. Pregi: sono pignolo
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