Storia

Il Codice Civile Napoleonico: così moderno da essere in uso ancora oggi

Per l’imperatore dei francesi non solo fatti d’arme ma anche un fondamentale codice

La figura di Napoleone è generalmente associata ad eventi bellici per i quali il geniale condottiero corso è passato alla storia; ma l’imperatore dei francesi ha lasciato un’impronta indelebile anche nell’ambito civile, con riflessi che si trascinano fino ai giorni nostri. Stiamo parlando di quel “Codice Civile Napoleonico” che ispira gran parte dei codici civili attualmente in vigore in Europa e non solo.

Lo scopo che si prefiggeva Napoleone quando decise di dar vita ad un nuovo codice civile per il suo impero, era quello di porre fine a quella che era stata la tradizione giuridica dell’epoca precedente, caratterizzata da forte frammentarietà; il Codice Napoleonico si ispirava sia al diritto romano (prevalentemente in uso nel sud della Francia), sia alla tradizione giuridica germanica (dominante nel nord del paese). Oltre ad eliminare la frammentarietà preesistente, un altro scopo era di eliminare quella che fino ad allora era stata l’etereointegrabilità delle fonti, vale a dire il Codice doveva bastare a sé stesso, quindi non dovevano essere necessarie altre leggi per completarlo (autointegrabilità del Codice).

In generale il Codice confermava gran parte dei principi scaturiti dalla Rivoluzione quali l’uguaglianza di tutti i cittadini difronte alla legge, il diritto di proprietà (fondamentale per i piccolo-borghesi che della Rivoluzione erano stati i protagonisti), la laicità dello Stato, la libertà di coscienza, la libertà del lavoro. La promulgazione avvenne il 21 marzo del 1804.

Naturalmente il Codice non fu scritto di proprio pugno da Napoleone, uomo d’armi e nono certo di legge, ma vennero incaricati dei giuristi (l’Imperatore fu comunque presente a parecchie sedute dei lavori di stesura); va comunque sottolineato che l’impronta napoleonica era ben presente, soprattutto per le sue vicende personali che influirono su alcune questioni quali, per esempio, quelle relative al divorzio e all’adozione.

Per quanto concerne il lavoro, il Codice stabiliva la proprietà dello stesso, ossia il lavoro era considerato proprietà del lavoratore che lo compie, ed introdusse importanti novità anche nelle norme riguardanti la famiglia: fu abolito il maggiorascato (ossia il diritto del primogenito ad ereditare tutto il patrimonio familiare) in favore della divisione del patrimonio in parti uguali tra i figli, cosa che permetteva una più ampia circolazione della proprietà (punto cardine del liberismo economico); e fu introdotto il diritto al divorzio, anche se poi veniva ribadita l’inferiorità delle donne sul piano giuridico.

Il Codice Civile Napoleonico segnò un’epoca, anzi, segnò anche quelle successive, dato che influenzò in maniera decisiva i codici civili di un gran numero di paesi; fu il primo codice civile moderno (tra l’altro scritto in un linguaggio non particolarmente tecnico per volontà dello stesso Napoleone, dato che voleva poterlo capire anche lui che non era del mestiere), talmente avanti per i tempi che oggi, a più di due secoli di distanza, è ancora il codice civile attualmente in uso in Francia.

Marco Ammendola

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Marco Amendola

Anche se faccio tutt'altro lavoro, sono da sempre appassionato di storia, un romanzo talmente avvincente che non necessita di un finale a sorpresa

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