Storia

Il Grande Scisma d’Oriente o d’Occidente. Questione di punti di vista

Le cause che determinarono un “divorzio” che dura da più di mille anni.

L’Impero Romano, come risaputo, ad un certo punto della propria storia ebbe fine come entità politica unitaria e fu diviso in quelli che divennero l’Impero d’Occidente e l’Impero d’Oriente; la suddivisione avvenne nel 395 d.C. quando alla morte dell’imperatore Teodosio I l’Impero fu ereditato dai suoi due figli Arcadio ed Onorio, i quali erano stati designati da Teodosio come suoi eredi con pari dignità.

In realtà questa divisione non fu percepita da subito dalle genti che abitavano i territori di quello che era stato l’impero dei cesari, e il distacco definitivo, con la reale suddivisione culturale tra le due parti dell’ex Impero Romano, richiese un paio di secoli; una tappa fondamentale in questo lungo processo fu rappresentata dall’adozione del greco come lingua ufficiale dell’Impero d’Oriente, in sostituzione del latino che fino ad allora era stata la lingua di stato anche in quella parte del vecchio impero.

Ovviamente la progressiva e sempre più netta differenziazione delle due parti non poteva non farsi sentire anche in campo religioso; tant’è che si arrivò alla rottura dell’unità tra i cristiani ed alla formazione di due diverse confessioni, una per l’Occidente ed una per l’Oriente. Vediamo nel dettaglio in cosa consistette questo evento di portata epocale per il mondo cristiano.

Innanzitutto il ruolo del pontefice. Il dissenso tra oriente ed occidente cominciò a prendere corpo quando il Patriarca d’Occidente, il papa appunto, pretese di imporre la propria autorità anche sui quattro patriarcati orientali, ossia quelli di Gerusalemme, Antiochia, Alessandria e Costantinopoli (difatti si usa parlare di “pentarchia”); ovviamente i quattro patriarchi orientali erano disposti a concedere al patriarca di Roma un primato formale che sugli altri patriarcati non aveva alcuna influenza effettiva.

La disputa era però anche teologica e riguardava la questione del “Filioque”, ossia l’origine dello Spirito Santo. Il termine Filioque sta a significare “…e dal figlio”, ossia con esso si afferma che lo Spirito Santo procede congiuntamente dal Padre e dal Figlio; e questa era la dottrina della Chiesa Occidentale, non condivisa però dai cristiani d’oriente, anzi da essi ritenuta eretica: difatti gli orientali credevano nel “monopatrismo”, ossia ritenevano che lo Spirito Santo procedesse solo dal Padre. Questione teologicamente non da poco dunque.

Scisma d'Oriente o d'OccidenteOltre alla disputa sull’autorità papale ed alla questione del Filioque, vi erano poi anche differenze di carattere liturgico, ossia legate al culto e al rito, che in oriente rimaneva quello greco-orientale delle origini, in uso ancora oggi: i sacramenti sono gli stessi, ma il battesimo per gli ortodossi avviene per triplice immersione nell’acqua mentre per i cattolici avviene per aspersione.

Gli ortodossi ricevono col battesimo anche l’eucarestia e la cresima, mentre per i cattolici sono previsti tre sacramenti distinti; nel segno della croce gli ortodossi tengono pollice, indice e medio uniti a simboleggiare la trinità (anulare e mignolo sono attaccati al palmo della mano) e nel segno toccano prima la spalla destra, mentre i cattolici fanno il segno con tutte le dita della mano distese a simboleggiare le cinque piaghe di Cristo e toccano per prima la spalla sinistra (ricordiamo poi che l’obbligo del celibato per i sacerdoti cattolici non esiste per i sacerdoti ortodossi, a condizione che si siano sposati prima di prendere i voti).

Ovviamente vi erano poi anche delle questioni politiche ad accentuare ed accelerare quel percorso di differenziazione tra le due anime del cristianesimo. Difatti con l’invasione da parte dei popoli germanici e la “barbarizzazione” dell’occidente (e della Chiesa in quella parte dell’impero) a partire dal quinto secolo d.C., i papi cominciarono a legarsi politicamente ai sovrani germanici andando così a sganciarsi da quelli orientali bizantini.

E le distanze divennero poi incolmabili quando gli orientali abbandonarono progressivamente il latino in favore del greco, che fu successivamente adottato come lingua di stato per volere dell’imperatore d’Oriente Eraclio I nella prima metà del settimo secolo (l’ultimo imperatore bizantino di lingua e cultura latina fu Giustiniano I, morto nel 565 d.C.).

Teologia, liturgia, lingua, distanze geografiche (notevoli per quei tempi) e questioni politiche, costituivano quindi gli ingredienti per quello Scisma che sancirà la divisione tra le due chiese formalmente avvenuta nel luglio dell’anno 1054, quando papa Leone IX lancerà la scomunica al patriarca di Costantinopoli Michele I Cerulario, il quale ricevette la bolla da un gruppo di ambasciatori inviati da Roma, i quali furono scomunicati dal patriarca che era stato a sua volta appena scomunicato; dopodiché ognuno dei due patriarchi rivolgerà all’altro il rispettivo anatema (termine che è più o meno sinonimo di maledizione).

Ora il dado era tratto e prese corpo quella suddivisione tra la Chiesa Occidentale e quella Orientale che da allora ha continuato a permanere ed esiste ancora oggi tra la Chiesa Cattolica (“universale”) e quella Ortodossa (“di corretta dottrina”).

Ritorniamo quindi al titolo del nostro articolo, ossia i “punti di vista” relativi alla questione di cui stiamo trattando. Si, perché gli occidentali chiamarono “Scisma d’Oriente” quello che ovviamente era per gli orientali lo “Scisma d’Occidente” (talvolta detto “Scisma dei latini”) dato che ciascuna delle due parti accusava l’altra di aver abbandonato la Chiesa delle origini, ritenendosi ognuna depositaria della vera eredità del cristianesimo e della sua guida. 

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Marco Ammendola

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Marco Amendola

Anche se faccio tutt'altro lavoro, sono da sempre appassionato di storia, un romanzo talmente avvincente che non necessita di un finale a sorpresa

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