La "Sophia"

Il teatro, un’esperienza reale e profonda

Un linguaggio profondo con la propria forma completa

Oggi desidero parlarvi dell’arte del teatro e di come durante l’ultimo spettacolo ho realizzato quanto sia profonda e importante la sua esperienza.

Nelle diverse fasi di evoluzione su questo pianeta il teatro è sempre stato un modo per comprendere sotto diversi punti di vista la realtà che ci circonda e ciò che siamo. La tradizione greca per esempio utilizzava il teatro per raffigurare le situazioni vissute in modo doloroso o drastico, in questo modo nasce infatti la “tragedia greca”. Il teatro diventa poi anche una forma d’intrattenimento attraverso le commedie, la recita di situazioni quotidiane, il dramma e l’improvvisazione artistica.
Come ogni cosa anche il teatro si è evoluto e ha cambiato la rappresentazione artistica. Con Benjamin Jonson, Christopher Marlowe e William Shakespeare si passa a un’interpretazione sempre più reale e profonda della nostra esistenza.

Infondo il teatro ha una sua storia di evoluzione e tutt’oggi è presente nella nostra quotidianità per comunicare e per portare una riflessione in base al nostro grado di consapevolezza. Ciò che voglio dire è che una stessa tragedia teatrale non viene vissuta come al tempo della sua origine. Questo perché la consapevolezza si è innalzata nel tempo. Possiamo comprendere per esempio la morte come un momento di fine di un ciclo di vita terrena in cui l’anima continua la sua evoluzione su altri piani. Questo non significa che sia inutile raffigurare la tragedia oggi, al contrario credo che sia un’occasione unica e di profonda comprensione sia per l’attore che per lo spettatore dell’evoluzione di coscienza di cui facciamo parte.

Qualche giorno fa ho visto lo spettacolo teatrale di W. Shakespeare, “Sogni di una notte di mezza estate”. Oltre ad essere stato un bellissimo spettacolo di un forte livello artistico è stata un’esperienza d’importante evoluzione. Quest’opportunità mi ha permesso di far luce su una parte in me che altrimenti avrebbe creato un ulteriore disequilibrio. L’immersione nell’energia teatrale, nella trama dello spettacolo, nella forma e nello spirito di personaggi diversi da me ha permesso alla mia anima di apprezzare un lato importante della mia personalità. Ho potuto riconoscere la bellezza di questa parte e allineare quindi il mio sentire Animico al mio sentire fisico e mentale.

Credo che il teatro sia un’esperienza profondamente reale, attraverso la quale abbiamo la possibilità di confrontarci con diverse personalità e riconoscere il nostro modo di essere.
Sicuramente si tratta anche di un momento di condivisione, d’intrattenimento e d’interpretazione artistica ma se vogliamo vivere i momenti della nostra vita come opportunità di crescita e soprattutto per evolvere costantemente in essi credo che dovremmo innanzitutto riconoscere che non viviamo mai niente per caso.

Al termine dello spettacolo ho sentito di essere avvolta da un’energia nuova, da una consapevolezza diversa di una parte in me. Alcune forme di pensiero che ricordavo avere prima dello spettacolo non mi appartenevano più o erano riformate in modo da creare armonia dentro di me.

Il teatro è un’esperienza profonda non solo per lo spettatore, ma anche per l’attore. Ricordo quando ho vissuto il teatro in veste di attrice e credo che l’empatia creata con il personaggio permette di cogliere la recitazione come un’occasione di profonda crescita e che ogni spettacolo sia anche un profondo dialogo con se stessi. Oltre a questo è anche un esercizio mentale e un linguaggio attraverso il corpo che permette così di allineare corpo, mente e anima.

Ognuno vive lo spettacolo in base a ciò che deve cogliere non per dovere imposto ma per un dovere Animico. Questo rende l’esperienza del teatro un momento di grandi opportunità; un’occasione per oltrepassare i propri limiti mentali, fisici ed energetici.

Cominciamo a riconoscere il valore delle nostre esperienze quotidiane e non aspettiamo di vivere allineati con la nostra forma mortale e immortale solo durante momenti meditativi o viaggi introspettivi.

Permettiamoci di andare oltre la conoscenza storica, testuale e mentale e riconosciamo la profondità in ogni cosa che facciamo.

Sophia Molitor 

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