Cronaca

Imane Fadil uccisa da sostanze radioattive

La Procura di Milano indaga per omicidio volontario

Milano, 16 marzo – Imane Fadil, la modella marocchina testimone di primo piano nei processi Ruby, morta lo scorso 1 marzo alla clinica Humanitas di Rozzano, dopo un mese di agonia, è stata uccisa da un mix di sostanze radioattive. A confermarlo, le analisi svolte da un laboratorio di Pavia che, escludendo l’uso di stupefacenti, hanno confermato quelle che potrebbero essere le cause di morte della giovane.

Sul piano giudiziario, la Procura di Milano indaga per omicidio volontario. I giudici hanno acquisito la cartella clinica della Fadil ed intendono ascoltare innanzitutto i medici dell’Humanitas per sapere il motivo per cui gli uffici giudiziari non siano stati tempestivamente informati del decesso della ragazza, se non la settimana scorsa, come precisato dal Procuratore Generale di Milano, Francesco Greco.

Dal canto suo, l’Humanitas ha emesso un comunicato nel quale spiega che “al decesso della paziente, il 1 marzo, l’Autorità giudiziaria ha disposto il sequestro di tutta la documentazione clinica e della salma. Il 6 marzo, la struttura ha avuto gli esiti tossicologici degli accertamenti richiesti e lo ha prontamente comunicato agli inquirenti”. L’Humanitas “ha messo in campo ogni intervento clinico possibile per la cura e l’assistenza” della Fadil e nel rispetto della privacy “non rilascerà ulteriori commenti su nessun aspetto di questa vicenda”.

La Voce

Mostra Altro

Redazione La Voce

Quotidiano d'informazione e cultura nazionale ed internazionale, fondato nel 2014

Articoli Correlati

Pulsante per tornare all'inizio