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Immuni: la app per tracciare il coronavirus potrebbe essere l’inizio di una nuova strategia globale

Sviluppata da Bending Spoons, "raccoglierà alcune informazioni cliniche rilevanti per il Covid-19, e sulla base delle risposte dell'utente fornirà informazioni o indicazioni” ma da sola non sarà sufficiente

Lo scorso 20 marzo ho scritto e pubblicato su ‘La Voce’ un articolo sulla possibile app con tecnologia Bluetooth Gps che permetterebbe di seguire gli spostamenti di tutte le persone positive al coronavirus e di avvertire chi è a rischio contagio. Questo è il link relativo: https://www.lavoce.online/2020/03/20/coronavirus-nata-la-prima-app-italiana-per-tracciare-i-contagi/.

Oggi iniziano a esserci dati presenti: la app è prossima alla fine dello sviluppo e si chiama ‘Immuni’. Sviluppata da Bending Spoons, azienda italiana offertasi di realizzarla gratuitamente, ha integrati i nuovi tools sviluppati da Google sui movimenti Gps e la nuova tecnologia Bluetooth.

Ancora non è presente per i download ma già l’app fa parlare di sé. Per il Commissario all’emergenza Domenico Arcuri, l’app garantirà l’anonimato e rispetterà pienamente le normative sulla privacy. Lo stesso Arcuri in una conferenza stampa alla Protezione Civile ha detto: “La Bending Spoons ha donato a titolo gratuito la app per il contact tracing al Governo. Nessuno qui ci guadagna nulla. L’applicazione sarà solo volontaria, nessuno sarà obbligato a installarla sul telefono mobile. Ci aspettiamo che un numero molto alto di cittadini lo faccia e gli esperti ci dicono che almeno il 70% della popolazione dovrebbe farlo per dargli un significato importante […] L’app sui telefoni dei cittadini garantirà completamente l’anonimato, non ci sarà nessuna finalità diversa. I dati saranno conservati in un server pubblico, sono per definizione criptati, nessuna preoccupazione per un loro maldestro utilizzo. Si usa tecnologia Bluetooth e non geolocalizzazione, come prevede la legge sulla privacy”. Per quanto concerne alla sperimentazione, Arcuri ha aggiunto: “Una sana concezione del nostro Paese mi porta a dire che le aree in cui sperimentare la app di contact tracing saranno una al nord, una al centro e una al sud”.

Il fisico Luca Foresti, CEO del Centro Medico Santagostino che ha partecipat al progetto dell’app per la parte clinica e la creazione di un diario clinico dell’utente, in un’intervista afferma: “L’app è un tassello di una strategia globale che il governo dovrà elaborare. La tecnologia è importante, ma da sola non serve a nulla. Va inserita in una strategia di test e gestione territoriale della salute, coinvolgendo medici di base e sindaci. È solo uno strumento al servizio del governo. L’app a tra le caratteristiche il bluetooth, l’anonimato e la volontarietà, ma quali saranno le caratteristiche tecniche definitive sarà una decisione che dovrà prendere il governo, in base alla strategia globale che vorrà mettere in campo. Se vorrà mettere una spinta ulteriore all’app come il Gps, sarà una sua scelta: noi abbiamo fatto un menù con delle caratteristiche tecniche per affrontare il coronavirus, ora le funzionalità tecniche definitive vanno inserite in un disegno globale […] accoglierà alcune informazioni cliniche rilevanti per il Covid-19, e sulla base delle risposte dell’utente fornirà informazioni o indicazioni, anche in questo caso, a seconda di quello che il governo vorrà mettere in campo”.

Concludendo, Foresti afferma: “Bisogna da un lato dare importanza all’app dall’altro non esagerare. L’app da sola non serve a nulla, va inserita in una strategia ad hoc che aiuterà l’uscita dalla crisi nella fase 2: le funzionalità tecniche si inseriscono a cascata”.

Dario Naghipour

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