Calcio Serie A

Juventus: una pausa che serviva. Campionato, Champions e il dopo Allegri

Le notizie provenienti dalle stanze bianconere riguardano l'imbastitura della Juventus del futuro

Arriva come un toccasana in casa Juventus la pausa dedicata agli incontri delle Nazionali; decimata dalle convocazioni che hanno condotto numerosi giocatori bianconeri in giro per il mondo, la squadra di Allegri può orientare il proprio lavoro al recupero delle energie fisiche e nervose in vista dell’ultimo strappo necessario in campionato e dell’inseguimento al tetto d’Europa.

L’impresa contro l’Atletico Madrid ha rafforzato la convinzione della Juventus di poter cambiare il finale rispetto agli incroci con Barcellona e Real Madrid, ma immancabilmente ha lasciato qualche scoria sul rendimento della squadra; ne è chiara testimonianza la caduta di Genova, manifestazione di un ovvio svuotamento emotivo della compagine di Allegri, che però ha avuto la lucidità di individuare il momento in cui potersi concedere il lusso di sollevare il piede dall’acceleratore. Il vantaggio di 15 punti sul Napoli, che non ha nella costanza il proprio punto di forza, consente in questo senso di gestire le forze con serenità nelle ultime dieci giornate di campionato, per non perdere freschezza in Europa, a maggior ragione già a partire dal doppio incrocio con il giovane ed esuberante Ajax guidato da Erik Ten Hag.

Mentre il pallone per qualche giorno non rotola, le notizie provenienti dalle stanze bianconere riguardano l’imbastitura della Juventus del futuro. Nonostante l’eccellenza dei risultati conseguiti, non è così scontato che Allegri continui ad incarnare la guida tecnica anche nella prossima stagione; indipendentemente dall’esito della stagione, tanto in Italia quanto in Europa, il ciclo dell’allenatore livornese sembra essere compiuto e i nomi emersi per la sua successione al momento si sovrappongono l’uno all’altro senza particolare criterio. Con il ritorno di Zidane a Madrid, è probabilmente caduta la prima opzione, senz’altro la preferita dall’ambiente per restituire la Juventus ad un uomo che in bianconero ha dato e ricevuto molto.

Lo stesso identikit si adatta perfettamente a Deschamps, forse maltrattato dalla dirigenza di allora dopo la risalita dalla serie B, anche se l’ex centrocampista sembra voler proseguire almeno fino al prossimo Mondiale il proprio percorso con la Nazionale transalpina. L’ipotesi Guardiola, costosissima, non può non risultare legata all’andamento del Manchester City in Premier League e in Europa; appare invece una bizzarria giornalistica la presunta offerta avanzata da Jorge Mendes a proposito di Mourinho, che non ha mai nascosto le proprie antipatie per la Juventus, così come l’ambiente bianconero non ha mai avuto difficoltà a manifestare la reciprocità del sentimento.

Paratici, poi, sta lavorando ad una restaurazione della rosa, che potrebbe conoscere qualche ritocco per lo più nel reparto offensivo, comunque indirizzato a ruotare ancora intorno a Ronaldo. Da un lato, Dybala non è più intoccabile e la sua cessione potrebbe garantire una monetizzazione consistente. Dall’altro, Mandzukic deve iniziare a rendere conto all’anagrafe e non può più garantire costantemente quello sforzo richiesto da Allegri negli anni passati e che in più di un’occasione ha rappresentato uno dei segreti dei successi juventini; anche Douglas Costa, infine, ha attraversato una flessione non ancora risolta.

Nel nuovo attacco potrebbe essere più responsabilizzato Kean, per il quale tuttavia non è esclusa una cessione temporanea funzionale ad agevolarne la crescita; il sogno difficile da realizzare resta Mbappé, pallino di Andrea Agnelli, mentre più praticabili, benché onerose, sono le strade che conducono a Chiesa e Zaniolo. Va in ultimo tramontando, anche se mai si era sollevata in modo convincente, l’ipotesi legata a Mauro Icardi, che nelle ultime ore sembra aver iniziato a ricucire il proprio strappo con l’Inter.

Gigi Bria

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Gigi Bria

Le cose migliori arrivano per caso. Per caso, ormai dieci anni fa, iniziai ad insegnare diritto ed economia politica in una scuola superiore di Milano. Sempre per caso, qualche anno fa, mi fu proposto di scrivere. Ho visto "La Voce" quando era ancora un embrione; ora è il giovane figlio di cui mi prendo cura ogni giorno parlando di sport e dirigendone la relativa redazione. Seguo il mondo del calcio, confidando di riuscire a non far mai trasparire la mia pur blanda fede calcistica.
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