Parlare d’amore con amore

La libertà espressiva dell’arte astratta

L'immensa gioia di trasporre sulla tela la parte più intima di sé

Carissimi Amici, carissime Amiche, ho terminato ora la mia ultima opera astratta e non resisto al desiderio di parteciparvi.

L’arte astratta è spesso, ancora oggi, nonostante l’attenzione riservatale dal XX secolo, argomento controverso.

A prescindere da opinioni culturali, giudizi critici, quotazioni e disquisizioni estetiche, che riferiscono il costante aggiornamento in merito all’andamento del mercato dell’arte o che piacevolmente colmano di chiacchiere i salotti “buoni”, un fatto è inconfutabile: quando un astrattista ha una tela di fronte a sé ed un pensiero in mente, prova una gioia immensa nel realizzarne la trasposizione.

E’ altresì vero – e posso testimoniarlo – il contrario: soffrire nel constatare i limiti – soggettivi o, chissà, forse oggettivi – di tale tipologia espressiva.

Ricordo, con grande commozione, quando il medico di famiglia – pittore astrattista, prematuramente scomparso – cui sono tutt’oggi immensamente grata per avermi introdotta sin dall’adolescenza in questo “mondo magico”, mi disse: “eh, cara Daniela… arriverà il giorno in cui la pittura ti farà soffrire”. Ero troppo giovane per comprendere, ma il concetto mi è rimasto impresso.

A onor del vero, la sensazione di limitazione, talvolta l’avverto anche nello scrivere… Forse è oggettivo che – seppure con rispetto per la soggettività – ogni processo di comunicazione è limitato e limitante.

Un altro aspetto che oggi mi sento di confidarvi, riguarda la mia emotività.

Al termine di un’opera vivo fortemente l’ansia da separazione: io e “lei”… abbiamo concluso il ciclo del “nostro tempo” insieme: un storia d’amore che finisce!

Un abbraccio!

Daniela Cavallini

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Antonio Marino

Cinquantunenne ma con lo spirito da eterno ragazzo. Adoro la compagnia degli amici con la 'A' maiuscola, la buona tavola e le buone birre. Appassionato di politica ma quella con la 'P' maiuscola, sposato più che felicemente. Difetti: sono pignolo. Pregi: sono pignolo

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