La "Sophia"

La scelta consapevole determina la propria condizione

L’interpretazione di “Being John Malkovich e il significato della scelta consapevole

Oggi voglio condividere un film che ho rivisto dopo tanto tempo e la riflessione profonda che ha suscitato dentro di me.

Si tratta del capolavoro cinematografico “Being John Malkovich” del 1999 diretto da “Spike Jonze” che ricevette tre Premi Oscar 2000 per la miglior regia, sceneggiatura e attori.
Il film mette in scena una situazione surreale per comunicare un messaggio molto profondo.

<< Craig, uno dei personaggi principali è un burattinaio di scarso successo che vive un rapporto molto rassegnato con la moglie ossessionata di animali. Un giorno decide di cercarsi un lavoro e comincia a lavorare come archivista presso un’azienda situata in un palazzo al settimo piano e mezzo. In questo piano le persone sono costrette a camminare gobbi per via del basso soffitto.
Un giorno Craig trova un portale, all’interno dell’ufficio, che permette a chiunque di essere l’attore famoso “John Malkovich” per 15 minuti, dopo di che viene buttato fuori. >>

Essere diversi da sé stessi è quindi la tematica centrale in questo film, ovvero l’irresponsabilità verso le proprie azioni e la convinzione di modificare la propria essenza cambiando semplicemente forma corporea e circostanza.

<< Craig scopre di essere l’unico in grado di controllare le azioni e il corpo di John Malkovich; decide quindi di possederlo e costruirsi una vita di successo da burattinaio attraverso l’immagine dell’attore. Con il passare degli anni John Malkovich, posseduto da Craig, assume un aspetto trasandato esattamente identico a Craig durante la sua vita da burattinaio senza successo.
La collega di Craig, di cui lui ne è innamorato, non riesce ad accettarlo se non attraverso il corpo di John Malkovich; sceglie di prendere parte della sua vita e di sposarlo solo perchè Craig decide di rimanere per sempre nell’altro corpo. >>

Verso la fine del film si comprende la reale insoddisfazione dei personaggi e la necessità di amare sé stessi attraverso il proprio corpo.

Ciò che però mi ha colpito molto è come attraverso un’ inquadratura surreale si cerca di comunicare una condizione piuttosto attuale e reale.

L’esistenza della chirurgia plastica, ad esempio, mostra il rapporto di disequilibrio che viviamo con noi stessi e di quanto siamo occupati a modificare piccoli dettagli esterni per apparire in modo differente.
Non è solo questo però, molto spesso si rendono responsabili di un nostro atteggiamento le circostanze esterne.
Questo non è del tutto sbagliato in quanto il luogo in cui viviamo e ciò di cui ci circondiamo influenza il nostro percorso di evoluzione. Non influenza però la nostra libera scelta consapevole, ovvero solo noi possiamo decidere se creare ordine nel disordine oppure abbandonarci al caos.

Non è cambiando un piccolo pezzo del nostro corpo, luogo o persone che cambiamo la nostra condizione di esistenza più o meno sgradevole.

Il film mostra come il personaggio Craig cerca di modificare la sua condizione di fallimento utilizzando il successo di un’altra persona e non dunque attraverso le proprie azioni e scelte consapevoli.

Il personaggio infatti non vive un’evoluzione ma soltanto un rallentamento del suo percorso e un peggioramento della sua condizione.

Ricordiamoci sempre che ogni percorso è una prova continua, se viviamo una determinata situazione è perché siamo chiamati a mostrare di essere in grado di fare la scelta giusta secondo la propria anima.

Saltare le prove allontana dall’evoluzione e mette di fronte a noi prove ancora più difficili da superare.

Vi consiglio di valutare sempre se la vostra scelta porta evoluzione o se soddisfa momentaneamente la vostra mente, ricordando che il libero arbitrio è sacro.

Sophia Molitor

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