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LE CHIUSURE DOMENICALI DEI NEGOZI DIVIDONO LA POLITICA

La proposta del Ministro Di Maio fa i conti anche con la grande distribuzione organizzata

Approderà giovedì prossimo in Commissione Attività Produttive della Camera, il DDL sulla chiusura domenicale delle attività commerciali tanto cara al Ministro del Lavoro e Vicepremier, Luigi Di Maio che nel merito ha dichiarato: “Sicuramente entro l’anno, approveremo la legge che impone lo stop nei weekend e nei festivi, con turnazione e l’orario che non sarà più libero”.

Di Maio ritiene che “quella liberalizzazione sta distruggendo le famiglie italiane. Bisogna ricominciare a disciplinare orari di apertura e chiusura”. Tuttavia, il Ministro ha precisato che alla domenica “ci sarà sempre un posto dove andare a fare la spesa. Ci sarà un meccanismo di turnazione per cui resterà aperto il 25% dei negozi, gli altri a turno resteranno chiusi”. In ogni caso, spetterà a commercianti e sindaci decidere chi sarà aperto e chi, chiuso.

Il progetto di legge, se da una parte trova il sostegno della Chiesa e della CGIL, dall’altra si scontra contro il fermo ‘No’ della grande distribuzione organizzata. Monsignor Giancarlo Maria Bregantini parla di “grazia attesa” e la Filcams di “priorità”. Confcommercio ritiene che “una regolamentazione minima e sobria è una via percorribile e imprescindibile”. Dalla grande distribuzione invece, si alza l’allarme sul fronte occupazionale. Si pensa infatti che le chiusure domenicali potrebbero mettere a rischio 40-50mila posti di lavoro. Il presidente del Consiglio Nazionale dei Centri Commerciali, Massimo Moretti, ha dichiarato:  “Non siamo assolutamente d’accordo. Le chiusure domenicali farebbero un danno all’occupazione e al territorio, non aiuterebbero i piccoli negozi, con un solo vantaggio per le vendite on-line” e invita il Governo affinché “su un intervento così importante apra il confronto: incontriamoci e riflettiamo insieme. Poi ognuno fa le sue scelte”.

In realtà, la proposta di legge del Movimento Cinque Stelle non è l’unica. Anche la Lega, il Partito Democratico ed l Consiglio Regionale delle Marche hanno presentato le loro, ognuno con le proprie diversità. A queste se ne aggiunge un’altra di iniziativa popolare. La Lega, prima firmataria Barbara Saltamartini, propone le misure più restrittive in quanto a deroghe al divieto di apertura: le città turistiche, le quattro domeniche di dicembre e altre quattro da scegliersi anche nelle festività dell’anno. A sottolineare la deroga per le città turistiche è intervenuto il ministro dell’Agricoltura e del Turismo, Gian Marco Centinaio: “La proposta che abbiamo è di non bloccare le aperture domenicali nelle città turistiche”. La proposta pentastellata invece, arriva a 12 domeniche annue di apertura.

Di Maio difende a spada tratta la sua proposta e sul Blog delle Stelle scrive: “Leggo tante fesserie sui giornali riguardo alle sacrosante chiusure domenicali. Ma ho visto anche il comunicato di Eurospin, in una pagina a pagamento sul Corriere della Sera, in cui si schiera a favore della nostra proposta. Il motivo è semplice: i dirigenti di Eurospin mettono al primo posto la qualità della vita dei dipendenti del gruppo e sanno che questa migliorerà se la domenica sarà dedicata agli affetti e alla famiglia. Così come sanno che non ci sarà alcun ritorno negativo sui profitti”

Rivolgendosi poi al senatore Dem, Matteo Renzi che aveva espresso forti critiche verso l’iniziativa, il Ministro dice: “Se il tempo che Renzi usa per realizzare programmi tv per Berlusconi, lo dedicasse a fare il parlamentare (mestiere per cui è lautamente pagato), saprebbe che proprio il suo partito ha proposto una legge che prevede l’obbligo di chiusura domenicale e che sarà discussa assieme alle altre in Commissione”. Ed aggiunge: “Chi invece continua la crociata contro i diritti dei lavoratori è il solito Pd, ormai sempre più scollato dalla realtà”.

Il Ministro per Rapporti con il Parlamento, Riccardo Fraccaro è anch’egli tra i difensori della proposta di legge. “La maggioranza presenterà una proposta in grado di tutelare lavoratori e PMI – ha affermato -, in modo da ripristinare regole certe in un settore dove vige la legge del più forte. Le resistenze dei partiti di minoranza sono evidente espressione dell’ennesima sudditanza nei confronti delle lobby. Noi tiriamo dritto e approveremo la legge in Parlamento per superare il selvaggio West delle liberalizzazioni”.

Antonio Marino

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Antonio Marino

Cinquantunenne ma con lo spirito da eterno ragazzo. Adoro la compagnia degli amici con la 'A' maiuscola, la buona tavola e le buone birre. Appassionato di politica ma quella con la 'P' maiuscola, sposato più che felicemente. Difetti: sono pignolo. Pregi: sono pignolo
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