La "Sophia"

Le due vite da costruire: la vita terrena e la vita spirituale

Che cosa ci porteremo quando andremo via da qui?

Oggi lavoriamo tanto e duramente per costruirci una vita qui sulla terra. Ci focalizziamo ad avere un buon lavoro, comprare una bella casa, diventare genitori, crescere figli, consumare ciò che ci viene messo davanti e raggiungere gli obiettivi della vita materiale e corporea.
E’ effettivamente un bellissimo mondo con tante opportunità e tante cose che si possono diventare. E’ possibile identificarsi con tanti ruoli: “Io sono una madre, io sono un avvocato, io sono un marito, io sono un figlio ecc.”, ma quando lasciamo questo pianeta terra che cosa saremo? Saremo ancora la professione che abbiamo scelto? Un marito o una moglie? 

Spesso si viene classificati persone spirituali e non, bisogna addirittura spiegare di essere spirituali per poter concepire determinate visioni di vita. Mi sono chiesta allora a cosa fosse dovuto questo atteggiamento? Perché il fatto di essere Esseri spirituali spaventa così tante persone?

Credo che uno dei motivi più profondi sia che la spiritualità venga vista esattamente come uno dei ruoli in cui gli Essere umani si trovano spesso intrappolati. Nel profondo infatti pesa rappresentare un ruolo perché comporta sempre la messa da parte di un’altra verità interiore.
Quante persone la mattina si alzano e mettono da parte il loro sentire reale per diventare esattamente il ruolo che viene richiesto dall’esterno?

Il problema è che nella nostra società si crede di poter essere qualcuno solamente quando qualcun’altro  ha dato il permesso di esserlo. Non si può fare un determinato mestiere se qualcun’altro non ha certificato che sei idoneo a svolgerlo.

Qualche giorno fa ho sentito parlare una ragazza di 25 anni con un’altra persona. La ragazza si era appena laureata e condivideva il suo sogno con l’altra persona. Diceva che il suo sogno fin dalla scuola era di aprire un bar che oltre ad essere un semplice bar poteva essere un luogo in cui le persone venivano a leggere, a studiare insieme e a condividere tematiche interessanti. Continuando nel discorso la ragazza sosteneva che per il momento sarebbe andata a lavorare in un azienda perché credeva che fosse necessario fare un’esperienza lavorativa prima di poter cominciare ad aprire la sua attività.

Sentire la sua storia seppur non direttamente mi ha fatto riflettere molto. La ragazza ha un bellissimo sogno dentro ma crede di non poterlo realizzare perché non ha abbastanza esperienza.
Dalla frequenza con cui diceva le parole non sembrava che a lei interessasse molto andare a lavorare in un’azienda e che in ogni caso lo avrebbe fatto controvoglia e per la convinzione che sia necessario.

Vi racconto questa storia perché è eclatante e credo che in un certo senso riguarda tutti noi.
Noi crediamo di non avere l’abilità di inseguire i nostri sogni e che sia l’esperienza lavorativa ad insegnarci come fare. L’esperienza lavorativa però si limita a insegnare come eseguire degli ordini, delle mansioni e come accontentarsi dalla vita. La ragazza, ma come tutti noi, non ha bisogno di un’azienda per realizzare il suo sogno del bar ma ha bisogno di sentirsi libera di crederci.

Oltre ad attuare questo meccanismo nella nostra vita non iniziando mai a fare ciò che sentiamo veramente e seguire prima una serie di step inutili, lo attuiamo anche per quanto riguarda la nostra Anima.

Crediamo che la vita spirituale non esista o che bisogna essere dei guru particolari esattamente come non crediamo possibile realizzare un sogno senza esperienza lavorativa.

Eppure l’unica certezza che abbiamo è che quando andiamo via da qui non avremo modo di portarci l’esperienza lavorativa e i nostri contributi versati a vita. 

Ma come fai a dire che l’esperienza lavorativa non la si porterà anche in un’altra dimensione?

Semplicemente perché non lavoriamo con l’Anima all’interno di un’azienda ma solamente con la nostra forza fisica, mentale e cuore. La nostra Anima non ha modo di esprimersi se il nostro corpo è in uno stato di costrizione di lavorare perenne. 

Ma perché sarebbe così importante che la ragazza seguisse il sogno di costruire il bar particolare? Perché magari quel sogno fa parte della sua missione d’Anima, perché magari la sua missione è creare unione tra le persone e dare loro uno spazio in cui crescere, in cui trovare calore e in cui nutrire corpo e Anima.

E qui qualcuno potrebbe dire: Si ma nel sistema in cui viviamo non è possibile questo

Quanto tempo al giorno dedichiamo per riconquistare la nostra libertà, per lavorare sulle nostre trappole mentali e per costruire una vita spirituale? 

Quanto stiamo veramente lavorando per lasciare un autentico ricordo di noi qui e per tornare a casa senza doverci vergognare di ciò che abbiamo fatto sulla terra.

Se non riusciamo a trovare una strada in cui vivere lasciando libera espressione alla nostra Anima non ci porteremo niente di quello che abbiamo costruito qui. 

Sta a ognuno di noi scegliere come vivere e costruire le nostre vite. 

Sophia Molitor              

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