Storia

Le ragazze fantasma: la triste storia delle lavoratrici dai corpi luminescenti

La colpevole contaminazione radioattiva e l’atroce fine delle “radium girls”

Nello scorso articolo abbiamo visto la storia di Marie Curie, la scienziata due volte premio Nobel scopritrice del Polonio e del Radio; abbiamo anche visto come la sua morte per leucemia possa essere senz’altro imputabile alla radioattività di questi due elementi, alla quale fu esposta per tanti anni durante le sue ricerche. Il radio in particolare sarà poi protagonista di una terribile vicenda di morte per avvelenamento radioattivo, che coinvolgerà drammaticamente le lavoratrici di una azienda statunitense negli anni Venti del Novecento.

La scoperta del radio fece nascere una vera e propria industria di quell’elemento, e ciò fu dovuto al fatto che esso conferiva al materiale al quale era addizionato la caratteristica di diventare luminescente; particolarmente fiorente fu il commercio di vernici al radio, che erano in grado di emettere una luce propria di colore verdastro se gli oggetti pitturati venivano posti al buio. La società statunitense US Radium Corporation, fondata nel 1917 nello stato del New Jersey, produceva vernici al radio e le utilizzava per dipingere le lancette e i numeri dei quadranti di orologio in uso presso gli eserciti dei paesi in guerra, data l’enorme utilità di poter leggere gli orologi al buio senza essere individuati dal nemico; a tale scopo la ditta aveva assunto settanta ragazze, le quali svolgevano la loro mansione consistente nel dipingere con un pennellino i numeri e le lancette degli orologi utilizzando la vernice al radio. I capi dell’azienda si guardarono bene dall’informare le lavoratrici della pericolosità del composto, e men che meno si presero la briga di fornir loro degli adeguati mezzi di protezione; non solo, ma in fase di addestramento alla mansione veniva indicato alle ragazze di umettare la punta del pennellino portandosela alla bocca per affilarne la punta. Le lavoratrici inoltre, ignare del pericolo, si dipingevano le unghie e le labbra per renderle luminescenti e stupire così i loro fidanzati e mariti, ed avevano anche notato con divertito stupore che anche i loro indumenti erano luminescenti al buio.

La prima ragazza ad avere dei sintomi fu la diciottenne Grace Fryer, la quale cominciò già dal 1917 a perdere i denti e a notare ascessi e tumefazioni in varie parti del suo corpo; successivamente fu la volta di Amelia Maggia, il cui dentista aveva notato la rapida caduta dei denti della ragazza ed il fatto che la sua mandibola si stesse praticamente sgretolando. Una dopo l’altra, molte altre ragazze che lavoravano alla US Radium Corporation cominciarono ad ammalarsi. A questo punto si cominciò a sospettare che le condizioni di lavoro alle quali erano sottoposte le lavoratrici della US Radium Corporation potessero essere la causa dei loro disturbi, ma la società negò ogni legame avvalendosi della consulenza di medici al soldo della società stessa; e quando nel 1922 Amelia Maggia morì all’età di ventiquattro anni, i dirigenti della US Radioum Corporation, mentendo spudoratamente, riuscirono a far passare come causa della morte la sifilide, appioppando alla povera ragazza il bollo infamante di avere contratto una malattia venerea.

Nel 1927 Grace Fryer decise coraggiosamente di fare causa all’azienda, il caso finì sui giornali americani ed europei, e la stessa Marie Curie intervenne additando il radio come causa della malattia delle ragazze, specificando che una volta avvenuta la contaminazione non è più possibile rimuovere l’elemento dal corpo; la ragazza impiegò ben due anni a trovare un legale disposto a prendersi carico dal caso, essendo la US Radium Corporation una società potente ed ammanicata con pezzi grossi del ministero della Difesa statunitense.

Si arrivò al processo, durante il quale Grace Fryer e le altre ragazze che avevano deciso di unirsi alla causa contro la US Radium Corporation, erano talmente debilitate dalla malattia che alcune di loro non riuscirono nemmeno ad alzare il braccio destro per giurare; tutte avevano perso quasi tutti i denti ed avevano grosse difficoltà a camminare. Quando fu poi decisa la riesumazione dei resti di Amelia Maggia per le indagini, le persone che aprirono la bara videro con orrore che i poveri resti della sfortunata ragazza erano ancora luminescenti; e l’avevano fatta passare per sifilide! La società cercò poi ogni pretesto per tirare per le lunghe il processo, sapendo che le testimoni avevano pochi mesi di vita, sicché ben poche sarebbero sopravvissute abbastanza a lungo: meno ne rimanevano, meglio era. Alla fine del processo, nel 1928, fu stabilito un risarcimento in denaro, il rimborso delle spese mediche per le lavoratrici colpite, ed un indennizzo a vita per le ragazze, nessuna delle quali usufruì a lungo del denaro che era loro dovuto, essendo venute tutte a mancare nel giro di poco tempo. Tra l’altro, anche i terreni della ditta erano contaminati e lo sono ancora oggi.

L’ultima delle “radium girls” morì nel 1930 e, tempo dopo, la ricerca scientifica confermò quanto già si sapeva, e cioè che il radio è un elemento estremamente nocivo per la salute; esso difatti, avendo una chimica molto simile a quella del calcio, si sostituisce ad esso nel tessuto osseo emettendo le letali radiazioni che distruggono il tessuto indebolendolo gravemente e causando l’osteosarcoma, un grave tumore maligno delle ossa.

Il caso delle “ragazze fantasma”, così denominate per il loro essere luminescenti al buio, fece scuola per la legislazione del lavoro negli Stati Uniti ed in Europa: da quel momento in poi entrò nel lessico giuridico l’espressione “malattia professionale”, e fu stabilito il principio per cui tali malattie devono essere risarcibili da parte dei datori di lavoro che le abbiano causate per negligenza.

Questa dunque la triste storia delle ragazze fantasma, le quali subirono il calvario di una morte orribile tra atroci dolori, mentre i loro giovani corpi si sfaldavano sotto l’azione del radio al quale erano state colpevolmente esposte da parte del loro datore di lavoro. Va poi detto che il radio ha un periodo di decadimento nell’ordine dei 1600 anni, il che sta a significare che ciò che rimarrà dei corpi di quelle sfortunate ragazze continuerà ad essere luminescente ancora per molto, molto tempo.

Marco Ammendola

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Marco Amendola

Anche se faccio tutt'altro lavoro, sono da sempre appassionato di storia, un romanzo talmente avvincente che non necessita di un finale a sorpresa
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