Parlare d’amore con amore

Lei: “Amore, ti sento distante. Qualcosa non va?”

Quando lui diviene sfuggente.. la codardia dell’addio taciuto!

Lei: “Amore ti sento distante, qualcosa non va?”

Lui: “ma no, niente, sono solo un po’ stanco, ho un sacco di pensieri, il lavoro mi impegna molto”

Lei: “capisco, ma non posso tacere sul fatto che mi eviti. Distinguo  un uomo stanco dal lavoro da uno distaccato e il tempo che dedichi ai tuoi amici reali e virtuali, lo dimostra”

Lui: “mi stai troppo addosso, ho bisogno dei miei spazi, detesto sentirmi controllato”

Lei: “io non ti controllo, ti chiedo solo perché mi tratti in modo molto diverso da prima. “Prima”, ogni tuo momento libero era per me… per noi, adesso invece sei freddo, sfuggente. Non puoi dirmi che non c’è niente, non è vero!”

Lui: “ecco, lo vedi? Sei tu la rovina del nostro rapporto e neanche te ne rendi conto. Continua così e ne  subirai le conseguenze”.

Carissimi Amici, carissime Amiche, avete appena letto alcune righe di una mail pervenutami da una lettrice, riportante la classica richiesta di spiegazione, accennata da  “lei” a “lui”, nell’intento di far emergere eventuali problemi condizionanti il benessere del loro rapporto.

 Alla legittima domanda che “lei”pone, animata dal desiderio di prodigarsi per comprendere e risolverele loro  incomprensioni,  la risposta di “lui”è dapprima evasivasino a divenire respingente,  accusatoriaed infine minacciosa.

Con tale premessa, nella maggior parte dei casi è decretabile“l’inizio della fine”del rapporto.

Non voglio additare il comportamento maschile – mai sostenuto che le donne siano esempio di  esclusiva virtù – e neppure generalizzare, bensì desidero porre in risalto l’atteggiamento tendenzialmente evitante dell’uomo nell’affrontare il problema del distacco emotivo/sentimentale, in netto contrasto con la sollecitudine – espressa con fini costruttivi –  dalla donna.

Quel “niente”, seguito da banali giustificazioni, a mio avviso, costituisce uno degli insulti peggiori: la mancanza di rispetto.La sensibilità femminileintercetta anche il minimo accenno di allontanamento dell’amato e, pertanto, la donna, nell’apparente richiesta di una spiegazione, in realtà cerca rassicurazione.

Per amore di verità è più corretto affermare che speranella rassicurazione dell’amore di lui, seppure ben conscia dell’improbabilità che questa si manifesti.Tuttavia – lei – ha il coraggio di affrontare la situazione limbistica, mentre lui la trascina e – oltretutto – mentendo.

Contrariamente, l’intuito maschile, che ben riconosce la citata dinamica femminile, induce l’uomo a tergiversare – laconico e talvolta aggressivo – con argomentazioni prive di attinenza ai fatti, ma atte a procrastinare il momento della verità, ovvero dichiarare di non essere più attratto da lei e decretare così la fine della loro storia.

Quando vengono meno le attenzioni riservate al “noi”è evidente che vi è insito un distacco quantomeno emozionale da parte del partner.In quel momento credo che il cuore abbia già espresso quell’ultimo saluto… l’addio che la bocca si ostina a tacere.

Bando al sogno infranto, non resta che accettare la realtà: tutti noi esseri umani siamo soggetti ad innamorarcicosì come a disinnamorarci e questo non è demonizzabile. All’istinto – come al cuore – non si comanda. Tuttavia, un comportamento leale, è dovuto. Rispondere “niente”alla richiesta spiegazione di lei, peraltro basata su elementi  oggettivi,  è  malafede. Malafede che, ad esempio nel caso succitato, si accompagna alla codardia nel perfido gioco di incolpare lei per aver “rotto l’incantesimo”.

Lo zotico esemplare di codardia, riportato nella mail di cui vi ho sopra riferito, pare abbia addirittura osato affermare – copio pedissequamente le di lui riferite parole – : “ti sei tirata la zappa sui piedi nel chiedere.Per me la “cosa”(accezione con la quale il “signore”ha definito il loro rapporto!)  poteva anche continuare. Adesso subisci  le conseguenze”.

La mail è molto lunga ed intrisa di dettagli – meno che mediocri – per riportarla interamente,  tuttavia è palese che ci troviamo ad avere a che fare con  un maschio rozzo e meschino, dal quale non vedo altra soluzione che congedarsi senza alcun rimpianto. Tuttavia, resta senza una risposta plausibile, la domanda “perché hai permesso a te stessa di frequentare un tale individuo?”. Credo che la grettezza di  una persona – uomo o donna è imprescindibile – sia individuabile anche se (mal)celata da un abito elegante e trapeli attraverso una galanteria affettata. Ciò nonostante…  la famosa proiezione dei propri desideri, sullo “schermo” chiamato  partner, di cui ho spesso riferito, funge alla stregua di una pozione miracolosa:  ci induce a credere che il rospo sia principe!

Un abbraccio!

Daniela Cavallini

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