Storia

L’Esercito Italiano in Palestina durante la Grande Guerra

Il nostro contributo alla vittoria alleata in Medio Oriente

Negli articoli relativi alla Grande Guerra abbiamo raccontato della partecipazione del Regio Esercito Italiano alla vittoria alleata sul fronte francese, che costituiva uno dei fronti esteri che videro il nostro esercito battersi al fianco degli alleati; gli altri fronti in cui noi italiani abbiamo contribuito alla vittoria della coalizione contro Germania ed Austria, sono stati quello macedone (il fronte in cui un corpo misto italo-franco-britannico combatteva con l’alleata Grecia contro la Bulgaria legata agli Imperi Centrali, ossia Germania ed Austria appunto), ed il poco noto (almeno per quanto riguarda la partecipazione italiana su quello scacchiere) fronte del Medio Oriente. Vediamo quindi nel dettaglio.

Il fronte mediorientale vedeva le forze britanniche opporsi a quelle dell’Impero Ottomano, alleato di Germania ed Austria; dopo aver ottenuto l’invio di reparti francesi, gli inglesi chiesero la partecipazione di un contingente italiano alla guerra sul fronte palestinese, ed il nostro ministro degli Esteri Sonnino accettò, speranzoso di aumentare il peso politico dell’Italia nella futura spartizione delle rovine dell’i Impero Ottomano. Nel mese di aprile del 1917 fu quindi approntato il contingente di quello che venne nominato “Distaccamento Italiano di Palestina“, costituito da 300 bersaglieri prelevati dalle forze già stanziate nella colonia libica, più 100 carabinieri inviati dall’Italia; completavano il contingente 46 quadrupedi (6 cavalli e 40 muli), mentre i cinque velivoli previsti inizialmente rimasero in Italia e non furono mai inviati in Palestina. Comandava il distaccamento il maggiore Francesco D’Agostino.

Il Distaccamento partì dal porto di Tripoli il 13 maggio del 1917 ed il 19 le nostre forze sbarcarono a Porto Said in Egitto, dove si unirono a reparti britannici (i cui soldati battezzarono i nostri bersaglieri “soldati-gallina”, dato il tipico piumaggio sull’elmo). Come primo incarico, i nostri si videro affidare dal comando inglese il presidio deIl’importante snodo ferroviario di Rafa, che più volte aveva subito incursioni da parte della cavalleria turca. Il 7 novembre del 1917 il comandante delle forze alleate il Palestina, il generale inglese Allenby, ordinò l’inizio dell’offensiva contro le forze turco-tedesche per la conquista di Gaza: alla battaglia presero parte anche i reparti italiani, inquadrati nella 20a brigata indiana assieme a reparti francesi, ed i nostri bersaglieri si distinsero nei combattimenti nel settore loro affidato. L’offensiva ebbe successo e le forze turco-tedesche si ritirarono lasciando agli alleati il territorio palestinese fino a Gerusalemme. Il 6 dicembre Allenby entrò nella Città Santa affiancato dal comandante delle forze francesi De Piépape e dal comandante del contingente italiano D’Agostino, nel frattempo promosso a tenente-colonnello; a seguire uno stuolo di ufficiali tra i quali il colonnello Lawrence, il famoso Lawrence d’Arabia.

Il generale Allenby, favorevolmente impressionato dalla condotta degli italiani, richiese al nostro Governo l’invio di forze più consistenti sicché Sonnino decise di inviare in Palestina un’intera brigata di 6000 uomini per aumentare il contributo italiano alla vittoria sul fronte mediorientale e, di conseguenza, la possibilità di partecipare alla spartizione dei territori del vecchio Impero Ottomano. La successiva rapida avanzata delle forze alleate in Siria e la conquista di Aleppo e Damasco, portarono alla firma dell’armistizio ed alla conseguente fine di seicento anni di dominio ottomano nell’area siro-palestinese. La fine della guerra in Medio Oriente comportò quindi la chiusura di quel fronte, sicché quello che sarebbe dovuto essere il “Corpo di Spedizione per la Siria e la Palestina” non fu mai costituito. Da notare che in previsione della vittoria alleata sul fronte mediorientale, i francesi, ben più accorti degli italiani, nelle settimane precedenti avevano aumentato le loro forze a ben 7000 uomini. E difatti al tavolo della pace la Francia poté far ben valere le proprie pretese su Libano e Siria, mentre all’Italia non fu concesso assolutamente nulla.

Nell’agosto del 1919 i reparti italiani distaccati in Palestina furono rimpatriati, fatta eccezione per un nucleo di carabinieri che rimase a Gerusalemme per svolgere compiti di guardia al consolato italiano ed al Santo Sepolcro; il rimpatrio ed il definitivo scioglimento del reparto, avvenuto nel marzo del 1921, pose definitivamente fine alla partecipazione dell’Italia alla Grande Guerra in Medio Oriente.

Marco Ammendola

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Marco Amendola

Anche se faccio tutt'altro lavoro, sono da sempre appassionato di storia, un romanzo talmente avvincente che non necessita di un finale a sorpresa
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